Non negando che quest’ultima affermazione sia tutt’altro che fasulla, il gioco venne da me bollato troppo velocemente, non avendogli dato il tempo necessario per mettere a nudo la vera natura del proprio animo nascosto. Un tipo di gioco che sì, richiama alla mente i succitati capolavori del genere, ma arricchendoli con elementi propri in un mix di Action-Adventure veramente ben riuscito.
Cedric (che, oltre ad essere il nome del gioco, è anche il nome del personaggio che pilotiamo) ci cala nei panni di un “eroe” che più sprovveduto non potrebbe essere. Un cavaliere al servizio del proprio Re, cui è affidata la missione di recuperare uno scettro magico sottratto dal castello. Questo scettro, dotato di poteri mistici, nelle mani del cattivone di turno sortirebbe effetti devastanti per la beata popolazione che vive tranquille le proprie giornate. A noi quindi, nei panni di Cedric, il recupero di tale scettro. Caricato sulle spalle tutto il nostro armamentario, ci incamminiamo verso questa lunga e tortuosa ricerca, scoprendo ben presto, a nostro discapito, che il recupero di tale scettro diverrà di secondaria importanza nel momento in cui Cedric, durante una sosta notturna (con tanto di tenda da campeggio a corredo), sarà derubato di tutti i propri averi, armi comprese (come vi dicevo, non è proprio l’eroe tutto muscoli e azione cui siamo abituati). Quindi, prima di arrivare a strappare lo scettro dalle mani del nemico, dovremo preoccuparci di ritrovare anche i nostri amati arnesi sparsi per il mondo (sul perché siano stati sparsi, non lascio commenti) e utili all’avanzamento del gioco.
Cedric, come dicevo, si basa sulla struttura del platform game, miscelandola con elementi adventure. Oltre a saltellare di piattaforma in piattaforma, Cedric dovrà trovare e usare nel modo corretto svariati oggetti utili per proseguire nel gioco. L’inventario fortemente ispirato ai videogiochi punta e clicca, con tutte le icone poste sotto lo schermo richiamabili a nostro piacimento. Il tutto, però, è gestito dai tasti del joypad, e non via mouse come accade nelle avventure grafiche. Avremo quindi: l’icona per parlare, quella per raccogliere e usare oggetti, quella per guardare e quella per combinare, tutto messo a nostra disposizione per risolvere gli enigmi proposti dal gioco. Questi ultimi, che nella maggior parte delle volte si basano sul: “trova tale oggetto per usarlo in tale posto”, non eccellono mai in astuzia, né in difficoltà, lasciando anche ai giocatori meno esperti, tutta la possibilità di proseguire fluidamente nell’avventura.
Cedric “ruba”da Shadow of the Beast il metodo di combattimento per difendersi dagli attacchi nemici; struttura rigida e uscita del nemico a sorpresa, avremo dalla nostra il classico pugno in svariate direzioni (sotto, frontale, sopra, e al volo mentre si salta) per spianarci la strada. La difficoltà è comunque lontana da quella proposta dal titolo Psygnosis, e i nemici (compreso il cattivone di turno) saranno facili ostacoli da abbattere.
La parte visiva di Cedric è anch’essa sufficientemente ben fatta ed ”ispirata”.
I primi due livelli fanno il verso a Lionheart, con ambientazione mista palude/fantasy, parallasse sempre presente e sempre di ottima fattura, ma lontano anni luce dai multi strati presenti nei capolavori citati. La fluidità è ottima, scarne le animazioni, sia dei nemici sia quella del nostro eroe, che propone un modo di correre che più goffo non potrebbe essere (da vedere).
Col sonoro apriamo una parentesi… strana! I programmatori optano per l’esclusione totale di effetti sonori in game. Avremo ad accompagnarci dall’inizio alla fine, solo undici moduli per undici livelli, più la colonna sonora nell’intro e quella dell’outro (anche quest’ultima da vedere). C’è da sottolineare, però, che sono tutte tremendamente ben fatte! Le musiche vanno dall’evocativo nell’intro, a passaggi jazz nel gioco che, vi posso assicurare, non andranno mai a noia, e si ascolteranno tutte con piacere.
Cedric va sicuramente riscoperto, perlomeno da chi su Amiga ha giocato e finito capolavori come Lionheart, la saga di Shadow of the Beast, o anche il più recente Odyssey degli Audiogenic, che restano comunque una spanna sopra al titolo recensito, per innovazione (al tempo di uscita), tecnica e giocabilità.
A Cedric va riconosciuta anche una leggera dose di humour, nonché una serie di omaggi al mondo dei videogame Amiga. Di fatti, non tarderanno situazioni spassose in cui il nostro personaggio si ritroverà catapultato, dove ogni videogiocatore ben navigato di questo sistema, non potrà che farsi delle sane risate dinanzi a tali gag umoristiche. Eccone degli esempi:
• Cedric In una locanda chiede al locandiere: Salve, sono GUYBRUSH THREEPWOOD un temibile pirata, avete una stanza?
Il Locandiere:Mi spiace ragazzo, hai sbagliato videogioco.
• Cedric nel corso del secondo livello, s’imbatte in una statua eretta in nome di un guerriero dalla lunga chioma bionda, dal nome altisonante e già sentito: VALDYN (il personaggio di Lionheart per quei pochi che non lo sapessero). Che capelli ridicoli (esclama Cedric) per un guerriero! Egli stesso porta la medesima identica capigliatura.
Come si evince quindi, ci sarà il tempo di distrarsi dal ritmo principale del gioco che, oltre a farci sorridere dietro a queste simpatiche trovate, ci donerà anche una notevole varietà di game play. Saremo impegnati, di fatto, prima in un livello stile shoot’em-up orizzontale a bordo di un’aquila reale (ed anche qui non sarà difficile riscontrare un certo “rispetto” verso l’iconografia video ludica Amiga) e, successivamente, in un livello finale in stile puzzle game, del tutto superbamente geniale!
Nota:
• Cedric esiste in due versioni. Su sei dischetti installabili su hard disk e auto configurabile in base al chip set che riconosce Ecs/Aga, e su CD-Rom compatibile con AmigaCD32. Tra le due versioni non esiste differenza alcuna, senonché su hard disk la velocità dei caricamenti è ovviamente maggiore.
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