Con il loro primo lavoro, i LightShock Software decisero di andare incontro a tutta l’utenza Amiga esistente al tempo, sviluppando ben tre versioni del loro primo videogame: OCS/ECS su cinque floppy in grado di rilevare l’AGA se presente, AGA CD-ROM installabile e auto bootable CD32. Come si può ben capire, nessuno si sarebbe potuto lamentare, dal più piccolo possessore di Amiga500 fino all’utente con Amiga 4000 e CD-ROM al seguito, passando per lo sfortunato CD32.
Black Viper sostanzialmente si potrebbe definire un racing game su due ruote con aggiunta di una forte componente shooter, che tanto collaterale poi non si rivela. La parte shoot’em up, di fatti, non tarderà a marcare la sua imponente presenza, dissolvendo quella velata sensazione che la vuole nelle prime battute come gustosa aggiunta a un gioco di corse. Capiremo presto che distruggere tutto ciò a noi ostile che si muove sullo schermo, gioca a pari merito con la forsennata velocità che la nostra moto espone nel momento in cui schiacciamo il tasto dell’accelerazione. Correre e sparare, questo è quello che il gioco ci chiede. Uno Chase HQ su due ruote, un Action Fighter con visuale alle spalle, un Lotus con mitraglietta, questi esempi dovrebbero rendere comprensibile di che tipo di prodotto parliamo.
La storia creata come background è qualcosa di clamorosamente approfondito. Di solito con tipologie di gioco come questa, semplici e dirette, non si spende tanta fatica nel creare plot profondi e ricercati (come spesso avviene negli shoot’em-up). Black Viper, per fortuna, prende le distanze da questo triste e troppe volte presente clichè.
In un futuro (oramai non troppo lontano) la Terra è sconvolta dalle esplosioni atomiche (aspettate, questa sembra di averla già sentita…), ciò che rimane del nostro bel pianeta, non è altro che un’immensa landa desolata perlopiù radioattiva. Come logico aspettarsi dalla razza umana, il comportamento diviene deplorevole, con la conseguenza che la sopravvivenza spetta solo a chi segue la via della legge del più forte. Una volta impugnato il nostro fido joypad, saremo calati nei panni di Efrin Kadan, figlio del capo dei ribelli ucciso in circostanze misteriose. Lo spirito di vendetta acceso in noi ci spinge a salire sulla potente Black Viper 003, motocicletta creata in segreto dal nostro amato padre assieme ad altri ribelli, con la speranza che fosse usata proprio come ultimo mezzo a difesa della libertà. Il nostro centauro, oltre ad essere immensamente veloce, è predisposto per accettare qualsiasi tipo di armamentario si voglia portare dietro. Di fatti, durante il nostro viaggio sino al covo dei cattivi Redmin, in ogni tappa cui faremo sosta, ci sarà data la possibilità di potenziare le nostre armi distruttive. Questo avviene incontrando il capo-zona di turno, che ci svelerà sempre qualche retroscena della vicenda, tracciando una narrazione solida che ci accompagnerà sino alla fine della nostra corsa. I soldi per potenziare le armi si ottengono distruggendo in pista quanti più nemici possibili, più se ne abbatteranno, più soldi si guadagneranno. Semplice, vero? Per giungere al capolinea della nostra missione, dovremo superare con non poca difficoltà ben dieci piste. Tutta la mappa di gioco, mostrata con una schermata grafica che ricorda non poco quella di Out Run, è divisa in tre percorsi distinti su cui scegliere il proprio cammino. Triplice rigiocabilità, dunque, con tre punti di vista da cui assimilare la storia, ma che, ci tengo a sottolineare, porteranno tutti al medesimo finale.
Tecnicamente il prodotto si difende proprio bene: grafica ottimamente disegnata, sonoro adeguato con alcuni picchi (leggasi schermata dei titoli) di eccellente qualità. Si potrebbe storcere il naso solo al riguardo di scelte cromatiche per il comparto nemico non proprio azzeccate. Difatti, i nostri avversari si mostreranno sempre in un'unica tinta che tra l’altro riprende lo stile del colore della pista ospitante. Se ci troviamo a correre in un paesaggio con tramonto sullo sfondo, i nemici saranno tendenti all’arancione, tutti; paesaggio invernale con neve, nemici tendenti al bianco, e cosi via. Vi ricordo che il titolo fu pensato per girare anche sotto il vecchio OCS/ECS, quindi tagli come questi ultimi nel comparto grafico potevano essere comprensibili per mantenere una certa velocità in gioco che, vi ricordo, si mantiene su livelli veramente alti. La versione CD cui fa più riferimento la recensione, oltre a esporre filmati prerenderizzati (visibili in una lunga intro e negli intermezzi tra una pista e l’altra), presenta parlato campionato in abbondanza e piccole chicche grafiche atte a sfruttare l’AGA e la maggiore RAM eventualmente presente. Le musiche stranamente non sono state ricampionate con qualità CD, ma restano identiche a quelle già ottime presenti nella versione floppy.
Il gioco è installabile su HD, è consigliabile giocarlo tramite joypad del CD32, su cui la posizione dei tasti è perfetta per un notevole controllo in pista del nostro centauro, ed è completamente (tranne il parlato che resta in inglese) localizzato in italiano.
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