Il mercato coin-op è stato sempre influenzato da mode passeggere più o meno famose, una di queste è stata quella dei giochi vettoriali.
I vettori venivano usati per avere uno stile grafico più definito e per ricreare su schermo paesaggi tridimensionali impossibili da realizzare con le tecnologie del tempo. Le pecche erano l’assenza dello sfondo, l’assenza di colore, tranne che per i vettori stessi, e l’impossibilità di creare una grafica “corposa”.
Il primo gioco a sfruttare questa particolare tecnica è stato Space War, trasposizione vettoriale del primo gioco mai creato: l’idea venne ad uno studente di nome Larry Rosenthal, che inventò l’hardware e programmò il software come progetto per la sua tesi di laurea. Space War funzionava su una CPU RISC costituita da una serie di logic chip TTL economici. A tutto questo fu aggiunto un display vettoriale CRT in bianco e nero che grazie alla tecnologia Vectorbeam presentava una grande qualità di immagine, addirittura 1024x768 punti!.
L’intera tecnologia fu venduta alla Cinematronics (divenuta famosa per Dragon's Lair) che ne fece il primo coin-op: progettato per due giocatori che a bordo di due astronavi dovevano abbattersi a vicenda, evitando nel contempo il sole al centro dello schermo. Space War ottenne un notevole successo che convinse Cinematronics a produrre altri giochi basati sulla stessa tecnologia, tra i più importanti ricordiamo Warrior (credo il primo picchiaduro della storia in cui due guerrieri medievali si combattevano con un efficiente visuale dall’alto), Boxing Bugs, Armor Attack e Cosmic Chasm.
Sulla scia del successo di Space War anche altre software house produssero i propri Vector Games. L’Atari commercializzò nel 1979 Lunar Lander, il suo primo titolo “vettoriale” il cui scopo consisteva nel far atterrare sul suolo lunare una specie di astronave facendo attenzione nel dosare le scorte di combustibile a disposizione dei razzi di posizione. Lunar Lander non ebbe un buon successo e così Atari smise di fabbricarne i cabinati per dirottare tutta l’attenzione su un suo nuovo gioco, il mitico Asteroids, che divenne in poco tempo il più giocato dell'epoca nonché il gioco vettoriale più venduto e conosciuto in assoluto.
Il gameplay era molto semplice e consisteva nel distruggere con la propria astronave una serie di asteroidi. Nonostante la semplicità, Asteroids ebbe il merito di aver incluso aspetti divenuti poi fondamentali nei giochi a venire, tra questi ricordiamo il campo di gioco infinito (uscendo dalla parte alta dello schermo si ricompariva in basso) e l’iperspazio (con la pressione di un tasto era possibile scomparire e ricomparire in un punto a caso dello schermo).
All’originale seguì nel 1980 Asteroids Deluxe in cui, oltre ad aggiungere uno sfondo disegnato, veniva aumentata la difficoltà. Nello stesso anno uscì Battlezone in cui ai comandi di un carro armato dovevamo combattere contro un intera armata di nemici immersi in uno splendido (per l’epoca) paesaggio tridimensionale rendendo il titolo Atari il primo in grafica 3D in tempo reale. Lo stupendo cabinato unito ad un notevole realismo nell’azione convinse addirittura l’esercito USA che commissionò una versione speciale che doveva servire per istruire i nuovi piloti di carri armati.
Altro titolo di importanza storica fu il grande Tempest, primo gioco vettoriale a colori in cui, pilotando un’astronave a forma di granchio posta alla base di un tubo, bisognava distruggere delle altri astronavi nemiche che discendevano dall’aria laterale dello stesso tubo (più facile a farsi che a dirsi). Ciò che attirò i moltissimi giocatori fu il ritmo frenetico dell’azione. Dopo i primi livelli tranquilli, l’azione cominciava a diventare sempre più intensa, costringendo l'utente a basare la propria tecnica sui riflessi.
Un Tie in vettoriale da ricordare è stato Star Wars, primo ad essere dedicato a questo splendido film: alla guida dell’X-Wing dovevamo farci strada in diversi livelli ambientati nelle fasi più belle del film, come la battaglia contro i caccia imperiali o la traversata del canale della Morte Nera. Star Wars ebbe un successo notevole e successivamente ne uscì il seguito, The Empire Strike Back, disponibile solo come kit di modifica del primo gioco.
Un’altra grande società che si dedico alla produzione dei Vector Game fu la Sega che in collaborazione con la Gremlin distribuì una certa quantità di titoli, molti dei quali non di eccelsa qualità. Da citare ci sono Space Fury (uno sparatutto simile ad Asteroids che divenne famoso grazie alla sintesi vocale ottenuta da un processore dedicato), Star Trek (basato sulla prestigiosa licenza e metteva il giocatore nei panni di un pilota impegnato nella battaglia contro i Klingons) ed Eliminator (l’unico vettoriale che poteva essere giocato in contemporaneo da quattro giocatori).
L’ultimo titolo da citare è Omega Race, unico vettoriale prodotto da Midway. Il titolo era un riuscitissimo mix tra Asteroids e Space Wars ed ottenne un discreto successo.
Anche il mercato home venne invaso dai giochi vettoriali grazie al Vectrex, un sistema casalingo ideato per utilizzare la stesso tecnologia della grafica a vettori presente nei bar. Infatti per questo sistema vennero prodotte molte conversioni di titoli Cinematronics.
Anche se passeggero (durato solo quattro anni, dal 1979 al 1983) il fenomeno dei giochi vettoriali rimane fondamentale nello sviluppo della storia dei videogiochi in quanto ha introdotto elementi come l’alta definizione e la terza dimensione che non potevano essere sviluppati con la tecnologia dell’epoca.
I Vector Games
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- Pubblicato: 22-01-2008, 16:53
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