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L'elemento saliente di Pixels è la rappresentazione quasi fuori tempo massimo dei sogni dei ragazzini videogiocatori degli anni '80.

Prima di gustarmi la commedia retrovideoludica diretta da Chris Columbus mi ero fatto un'idea di una sorta di Ghostbusters reinterpretato in chiave arcade classic. Invece Pixels, pur esteriormente classificabile appunto come "Gamebuster", è di fatto un'altra cosa. E' il film che molti quarantenni di oggi che hanno iniziato a videogiocare da ragazzini con i mitici cabinati early '80 avrebbero voluto vedere già alla fine dei mitici eighties. Una pellicola così li avrebbe lasciati letteralmente estasiati e sarebbero usciti dal cinema urlando "Mitico! mitico! mitico!".

Ecco appunto questo è ciò che potrebbe avvenire durante i titoli di coda di Pixels. Nella vostra mente adulta un “fanciullino” di pascoliana memoria cresciuto a suon di giochini elettronici, palloni Tango e Bim Bum Bam ha buone probabilità di divertirsi un mondo con questo sciocco ma simpatico giocattolone cinematografico. Per quanto riguarda l'adulto, beh... diciamo che dipenderà da quanto sarete predisposti ad effettuare un vero "Erase/Rewind" (The Cardigans docet) verso la vostra prima adolescenza e se riuscirete davvero a riportare indietro il calendario per i 100 minuti della pellicola.

Se appunto riuscirete nel salto temporale, Pixels vi divertirà. Non dico che sarà una goduria... quello magari no. Potrete sì fingere di essere mentalmente ragazzini, ma si tratterà pur sempre di una sommaria approssimazione. E tuttavia, per quanto approssimativa essa sia, non rimpiangerete comunque il prezzo del biglietto. Pixels infatti è un vero e proprio inno celebrativo agli early 80's arcade classics, un gioioso e spensierato fanservice dedicato ad alcuni dei giochi elettronici che costituiscono le radici dell'intrattenimento videoludico.

Dal punto di vista tecnico, il film di Columbus si avvale di una confezione sufficientemente curata da risultare accattivante. Gli effetti speciali e le varie creature prese in prestito dai vecchi coin-op, queste ultime piuttosto azzeccate nella loro magnifica semplicità pixelloso-tridimensionale in chiave vagamente "minecraftiana", sono più che adeguati e il buon 3D stereoscopico, complice il particolare "rilievo luminoso" dato alle star videoludiche, contribuisce significativamente alla spettacolarità delle varie scene d'azione. Per quanto riguarda le prove attoriali, viceversa, non si notano particolari acuti e, al di là di alcune battute piuttosto azzeccate, manca in generale la "giusta" brillantezza di dialoghi che ci si aspetterebbe da un film del genere.

Insomma, Pixels non è certo paragonabile a Ghostbusters nè sul lato qualitativo, nè sul fronte dei contenuti, ma nel complesso risulta comunque una commedia godibile (se si sta al -retro-gioco, ovviamente). E' un film leggero ...da vedere con animo appunto leggero, una pellicola che, nella sua "ingenua" semplicità ammiccante ancora una volta agli anni '80, può anche fungere da trait d'union generazionale tra i ragazzini di allora e quelli di oggi. Capiterà infatti che vostro figlio o vostro nipote, reduce dalla visione di Pixels, vi racconterà ad esempio di Pac-Man, sentendosi da voi rispondere che... beh... ci avete già avuto a che fare...

Tutto sommato da vedere.

Spoiler:
Matty - Ti piacciono i videogiochi?
Sam Brenner - Ehm... sì... ci giocavo quando avevo la tua età.
Matty - Ed eri bravo?
Sam Brenner - Ero piuttosto bravo in alcuni di quelli classici.
Matty - I classici? Vuoi dire Halo e Call of Duty?
Sam Brenner - Noo! I veri classici: Defender, Pac-Man, Asteroids... Ci si andava a giocare in sala giochi, che era un edificio fuori di casa. Ci andavi con gli amici, ascoltavi la musica, era piena di ragazze carine... Nei tempi antichi si chiamava: "socializzare".

Sam Brenner - [...] la verità è che ci siamo allenati fin dall'infanzia. Abbiamo allenato le nostre cortecce pre-fontali per eseguire combinazioni motorie estremamente complesse con una coordinazione mano-occhio propria di un'acutezza cognitiva molto specifica [...] Tutte cose inutili in ogni area della nostra vita, ma all'improvviso potrebbero farci comodo per salvare il pianeta.

Eddie Plant ("The Fire Blaster") - Vede... ecco perchè non credo di poter tenere Brenner nella mia squadra. Non è un vero giocatore.
Sam Brenner - Porta una busta di quarti di dollaro, scegli un gioco e ti distruggo!
Eddie Plant ("The Fire Blaster") - Oooh... scelgo sì un gioco... Uh-Uh-Uh-Uh (fa il verso a Donkey Kong)
Sam Brenner - OK! Io me ne vado!