Settembre è il lunedì dell'anno, come ha acutamente osservato una mia amica, ma è anche il mese in cui le temperature iniziano ad abbassarsi e si prova così più piacere a stare seduti davanti a uno schermo a giocare, senza essere importunati dalla calura e dalle zanzare (molto meno che in agosto, in ogni caso). D'altra parte, con la ripresa della solita routine e delle rogne quotidiane, lo svago videoludico serale diventa un momento prezioso, atteso con trepidazione durante le ore in ufficio.
Per quanto mi riguarda, questo settembre 2015 si è rivelato assai proficuo, tanto che mi sarà difficile, stavolta, selezionare solo cinque giochi fra tutti quelli (numerosi) che ho provato per la prima volta, che ho riscoperto a distanza di anni o che ho finito dopo svariati tentativi. Prima di passare alla Top Five del mese, lasciatemi però sottolineare, non senza una punta di vanto, che sono riuscito (finalmente) a venire a capo di Blaster Master, seppur avvalendomi del famoso glitch della granata e del tasto pausa (ma attenzione, nelle settimane scorse quei boss li ho sconfitti anche senza imbrogliare!); che ho completato il Gran Premio Intergalattico (in realtà tutto inter nos, fra noi del sistema solare) di Galaxy 5000, uscendo indenne dal tremendo tracciato di Plutone; che ho sconfitto la regina delle pulci in Plok!; e, soprattutto, che ho finito in modalità hard uno dei giochi letteralmente più hard (leggi: sadici) ma anche divertenti della storia, ma questo lo vediamo fra poco.

1. Battletoads (Rare-Tradewest), NES 1991
No, non sto parlando di Battletoads, per quanto possa affermare di aver già visitato più livelli di quanti ne vedano la media dei giocatori, molti dei quali si arenano nel famoso Turbo Tunnel, il terzo livello (di tredici!). Finora, mi sono spinto fino al livello 6 (Karnath's Lair, quello dei serpenti che escono dai buchi), e non mi darò per vinto tanto presto. Eh sì, perché, dopo essermi volutamente tenuto alla larga da questo gioco, ho scoperto che non è solo s/m come tutti lo descrivevano, ma anche, paradossalmente, godibilissimo, pieno di humour e di sorprese, e molto vario. Farsi sgridare dal Professor T. Bird, poi, ha un suo perché.

2. ActRaiser (Enix), Super Nintendo 1992
Per qualche motivo, non ho mai prestato troppa attenzione a questo titolo, che invece ne merita assolutamente, grazie all'inedita (e riuscitissima) formula dell'action platformer / clone di Sim City / RPG, tre al prezzo di uno. Notevole anche l'accompagnamento sonoro, oltre all'esperienza di farsi chiamare "Sir Daniele", che in effetti era da provare.

3. Atlantis no Nazo (Sunsoft), Famicom 1986
Ero partito con l'intenzione di stroncarlo, invece, come avete potuto leggere nella mia recensione, ho pian piano imparato ad apprezzare le qualità di questo gioco, che merita rispetto se non altro per la veneranda età.

4. Super Probotector: Alien Rebels, aka Contra III (Konami), Super Nintendo 1992
Ecco, era a lui che mi riferivo! Finalmente, dopo un anno, ce l'ho fatta a sconfiggere quei maledetti alieni e a vedere il "vero" finale, accessibile solo dopo aver terminato il tutto in modalità hard. Certo, ho avuto bisogno di modificare il parametro del numero di vite, impostandone 7 anziché 3, ma siccome i programmatori hanno previsto questa possibilità, vi sfido a dire che ho barato!

5. Darkwing Duck (Capcom), NES 1992
Ovvero, Mega Man travestito da papera della Disney. Non che ci sia nulla di male in questo, anzi, avendo ormai giocato fino alla nausea tutti i capitoli di Mega Man usciti per NES, un episodio "bonus" ci stava tutto. Purtroppo è un Mega Man un po' annacquato e facilotto, adatto per i bambini o per i giocatori meno esperti. Ho quasi impiegato più tempo a far partire la cartuccia, che inspiegabilmente la mia console non voleva leggere, che a vedere il finale. Sì, posso aggiungere anche Darkwing Duck alla lista dei giochi completati a settembre, ma in questo caso non è un traguardo di cui vantarsi.
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