Siamo al cospetto della solita impostazione a schermo fisso, mentore di generi tanto semplici quanto ipnotici. Joust non intende fare eccezione, anzi, se in lavori contemporanei come Burger Time o Dig Dug l'essenzialità del gameplay veniva accostata ad un look “cute” indirizzato all'ammaliamento del giocatore, in Joust il vezzo estetico non esiste, sprites e scenario diventano funzionali, utili, nient'affatto artistici.
Un fondale nero con delle piattaforme rossastre ci attende all'inizio della nostra partita. Non cambierà mai, al più modificherà dettagli secondari nell'avanzamento dei livelli. Disegna un'area di gioco vasta, delimitata in basso da un corso di lava. Sottili formazioni rocciose rappresentano le piattaforme, poche e vagamente costituenti un totale di tre piani di gioco.
Joust ci offre un unico pulsante di fuoco, perdipiù non corrispondente ad alcuna arma. Si tratta del tasto per il salto, anche questo dall'utilizzo particolare: ogni pressione del pulsante causa un battito d'ali dello struzzo, ragion per cui una singola pressione provocherà solo un piccolo sussulto, mentre per raggiungere le piattaforme più alte sarà necessario insistere con una serie di pressioni consecutive.
Passiamo ai nostri immancabili nemici: lo statico scenario di Joust è popolato da altri cavalieri volanti molto simili a noi. Essi si aggireranno lunga l'area di gioco senza prestare troppa attenzione alla nostra presenza, perlomeno nei primi livelli di gioco. Il nostro obiettivo è eliminarli, ma come? La vittoria qui si ottiene collidendo con gli avversari da una posizione più rialzata rispetto alla loro. In pratica, sarà sufficiente toccare un nemico per ammazzarlo, l'importante è che al momento del contatto il nostro cavaliere sia più in alto di lui, anche di un misero pixel, in caso contrario saremo noi gli sconfitti. Originale, vero? Ed immensamente divertente. Una volta elimanato un cavaliere, esso si tramuterà in un uovo che andrà a cadere su una qualche zona dello scenario. Raccogliendolo otterremo una cospicua dose di punti ma, soprattutto, eviteremo che quest'uovo si schiuda, generando un nuovo e più agguerrito cavaliere.
Tutto lo splendore di Joust gravita attorno alla personalità dei controlli e dell'apparentemente anonimo scenario. Quest'ultimo, infatti, riserva ancora qualche insidia: dalla tradizione di Pac-Man e Asteroids preleva quella sorta di “contiguità” dell'area di gioco che vuole che sparendo da un bordo dello schermo si riappaia magicamente dall'altro, caratteristica quantomai pericolosa per la nostra partita in quanto ci toccherà badare allo schermo in tutta la sua lunghezza, visto che gli struzzi avversari viaggeranno presto a velocità sfrenata, impegnando i nostri riflessi e la nostra soglia d'attenzione; fondamentali anche le conseguenze dell'impatto del nostro cavaliere con gli elementi rocciosi dello scenario, dato che quest'evento si tradurrà in un energico rimbalzo dello sprite che potrebbe ritrovarsi improvvisamente troppo in basso rispetto ai cavalieri nemici, con conseguente perdita della vita.
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