Dopo aver ballato, guidato, giocato a calcio e bowling finalmente era giunto il momento di provare qualcosa di nuovo, di diverso; un’esperienza più appagante, considerando la mia età.
In effetti l’emozione che mi ha trasmesso il solo avere quella copertina così “seria” fra le mani era indice che qualcosa stava cambiando; che forse la Microsoft si fosse finalmente ricordata, grazie a Sega, di noi giocatori incalliti di vecchia data, in cerca di emozioni forti?
Appena inserito il disco nel tray ci si rende subito conto che è un gioco over 18; il primo titolo Kinect per il quale ho chiesto a mio figlio di andare a giocare nella sua stanza.
In Rise of Nigthamare vestiamo i panni di Josh, un turista in vacanza in Romania con la moglie Kate.
Durante un viaggio in treno, mentre la donna cerca di condividere con il marito un’informazione importante, si accorge che all’interno della giacca Josh nasconde una bottiglia di liquore, sintomo che i problemi di alcoolismo di cui l’uomo era stato vittima in passato non sono ancora risolti.
Presa dall’ira, Kate fugge via e mentre Josh cerca di rincorrerla si imbatte in una serie di bizzarri personaggi, ognuno ben caratterizzato, fino ad incrociare una zingara che leggendogli la mano si accorge del destino al quale l’uomo sembra legato e si allontana per non essere partecipe di tale atrocità.
Le ricerche si bloccano nel vagone ristorante, dove l’uomo si trova di fronte ad un losco personaggio con una maschera di ferro. Costui tiene poggiata sulle sue spalle possenti la compagna dell’uomo e si gira lentamente fino a mostrare il suo orrendo volto.
Il treno deraglia in un fiume e dopo aver incontrato i vari superstiti, ci ritroviamo in un castello popolato di creature malvagie. Qui comincia l’avventura di Josh alla ricerca della moglie.
Sul lato tecnico
Il titolo è sviluppato come un’avventura in prima persona, con il personaggio principale costretto a girovagare all’interno di un castello con ambientazioni asettiche e molto simili fra loro.
L’impegno profuso dalla software house non è stato dei migliori: le textures non sono molto definite e questa povertà di dettaglio non viene compensata neanche dalla grande varietà di nemici presenti su schermo.
Essendo inoltre il concept di gioco molto simile a Condemned, titolo uscito al lancio della xbox 360, avrebbe dovuto semplificare molto il compito della Sega nel riprendere un vecchio motore di gioco e rielaborarlo per le attuali esigenze di mercato.
Questo non è avvenuto, infatti Condemned risulta esteticamente superiore. Considerando inoltre che sono passati oltre cinque anni dal suo lancio, riusciamo con estrema facilità a capire quale possa essere il livello tecnico dell’ultima fatica Sega.
Questo non ha tuttavia provocato in me grande risentimento, in quanto Rise of Nightmares non è un titolo che deve stupire con effetti speciali; il suo punto forte è l’implementazione totale con il motion controller.
Muoviamoci un po’!!
Cerchiamo di capire bene le meccaniche del gioco e di vedere come il Kinect sia implementato con esso.
RON è interamente basato sul motion control; siamo liberi di muoverci nelle aree di gioco a nostro piacimento, senza limiti e barriere invisibili. E’ la prima esperienza Kinect senza binari.
Per muovere un personaggio dobbiamo fare un passo avanti, per girare è sufficiente effettuare un movimento con la spalla, per attaccare i nemici dobbiamo prima porre le braccia di fronte al petto per fare il “lock” automatico sul nemico e poi decidere se affrontare il combattimento a mani nude, oppure prendere ed utilizzare uno dei tanti oggetti a disposizione che troviamo in terra nell’avanzare del gioco.
Il tutto risulta estremamente affascinante e divertente.
Ma è tutto così bello?
Spiegate le meccaniche di gioco, cerchiamo di capire meglio se l’implementazione del Kinect sia veramente un toccasana per questo titolo.
Se dovessimo giocare RON con il pad ci ritroveremmo di fronte ad un gioco mediocre sotto tutti i punti di vista; piuttosto è l’immersione del Kinect che rende il titolo diverso dalla massa.
Di problemi, tuttavia, ce ne sono tanti.
Bisogna innanzitutto stare necessariamente in piedi e dopo una giornata di lavoro non è estremamente piacevole. Un’alternativa ci sarebbe: avviare l’esplorazione automatica, che ci fa arrivare direttamente alla destinazione successiva. Bisogna dire però che questa modalità non è utilizzabile in presenza dei nemici ed inoltre non ci permette una completa esplorazione degli ambienti che ci circondano.
Benché il kinect si comporti discretamente, inoltre, non sempre è semplice controllare il personaggio con facilità. Mi sono ritrovato diverse volte a camminare di fianco al muro, trovando difficoltà nel far riprendere la giusta direzione al nostro protagonista.
Capitolo combattimenti: possiamo sferrare un pugno muovendo il braccio oppure tirare un calcio con la gamba, cosa quest’ultima comoda se ci troviamo vicino a pareti con spuntoni sui quali gettare i nemici con foga. Abbiamo anche a disposizione un elevato quantitativo di oggetti con i quali interagire: motoseghe, coltelli, tubi in ferro, un intero arsenale nelle nostre mani.
Risulta però molto più semplice lottare muovendo le braccia a caso, senza alcuna strategia di combattimento. Una volta scoperto che il movimento causale porta a risultati migliori, il desiderio dell’affrontare un nemico particolarmente ostico viene meno ed il divertimento latita.
Le ultime considerazioni le vorrei fare sul doppiaggio, solo in lingua inglese, e sull’assenza di qualsiasi modalità multiplayer, che ci lascia fra le mani circa dieci ore di gioco con scarsa rigiocabilità.