Deus Ex, nonostante l’ambientazione completamente diversa e l’assenza di diritti ufficiali, riparte proprio dalle eccellenze raggiunte da System Shock. La prospettiva adottata è una classica visuale in prima persona tipica dei first person shooter, ma sarebbe davvero limitante integrare Deus Ex in questa categoria. Come sappiamo, tra gli FPS le differenzazioni sono molteplici, giustificando la catalogazione di determinati software in stealth, rpg, simulativi e così via. Ecco, Deus Ex tenta di inglobare tutto questo, anzi, ci riesce. Certamente, il lato più significativo è quello ruolistico in quanto influenza per intero l’inclinazione che la vostra partita andrà assumendo: il nostro personaggio, JC Denton, dispone di una serie di caratteristiche personali che potranno essere migliorate nel corso della partita grazie anche all’utilizzo di determinati pacchetti. Qui c’è già una sostanziale differenza rispetto ai classici RPG: non solo punti-esperienza, ma anche oggetti da trovare ed utilizzare per migliorarci, caratteristica direttamente ereditata da System Shock. Potrete, quindi, migliorare la vostra abilità con il fucile di precisione così come l’efficacia nel nuoto, senza dimenticare componenti fondamentali come le capacità da hacker o
Ben sappiamo che non è sufficiente la libertà di azione per rendere un gioco un capolavoro. C’è bisogno di altro e, senza esagerare, Deus Ex ha tutto e questo “tutto” è realizzato impeccabilmente. Innanzitutto, una realizzazione tecnica di tutto rispetto: per immergere appieno il giocatore nella distopica atmosfera cyberpunk il gioco si svolge tutto nottetempo, fra strade illuminate da pochi lampioni e al massimo qualche focolaio. I personaggi portano sulla propria pelle i limiti di un progetto pensato per funzionare egregiamente anche sulla seconda serie di 3dfx, con qualche angolo vivo di troppo sui vari modelli, ma un’ispirazione certamente di alto livello. Impossibile soprassedere sull’eccellente sonoro: dimenticatevi pure la localizzazione italiana, ma le conversazioni anglofone sono quanto di più gratificante ci si possa attendere da un videogioco. L’accompagnamento musicale è sempre discreto, forse persino troppo, ma va segnalato un tema principale dalla potenza indicibile ed è stupefacente la sua capacità di racchiudere in sé lo spirito e l’atmosfera del gioco. L’atmosfera, appunto. Finora abbiamo fatto solo accenni ad essa, ma è doveroso concedere agli sceneggiatori allori celebrativi della loro grandezza.
Cosa vuol dire Deus Ex? Deriva dal latino “deus ex machina”, un’espressione usata per identificare un qualcosa di inatteso, persona o evento, che risolve situazioni complesse. E in Deus Ex si vive una tragedia: l’intero pianeta è messo in ginocchio dalla nascita di una nuova malattia, probabilmente creata in laboratorio, chiamata “Gray Death”, degenerativa e letale. Il suo carattere epidemiologico è sconvolgente e l’intera società ne è affetta. Esiste un vaccino, tuttavia, la famosa “ambrosia” che, tanto per complicare