Il GDR made in Sega si presenta con un impianto ludico di matrice decisamente classica, con tanto di incontri casuali e sviluppo dei vari personaggi che non lascia ampi margini alla personalizzazione. Dal punto di vista grafico il gioco sfrutta invece le grandi potenzialità del Dreamcast per fare sfoggio di un motore poligonale di tutto rispetto, all’interno del quale non vi è spazio alcuno per i vari filmati in CG tanto amati dalla Square. Ma il legame che intercorre fra Skies of Arcadia e la serie di Final Fantasy è comunque di quelli a doppio filo. Se infatti il titolo Overworks paga pegno nei confronti della popolare saga Square, soprattutto quando ci richiederà di combattere contro i mostruosi “Gigas”, che ricordano, e neanche poco, le ben più famose “Ultima Weapon”, dall’altro lato non possiamo fare a meno di notare come alcuni degli elementi introdotti da SOA siano stati in seguito ripresi dai successivi capitoli della “fantasia finale”. Ad esempio nel nostro protagonista Vyse e nella sua compagna d’avventure Fina non facciamo alcuna fatica a riconoscere Balthier e Fran
Il tema della pirateria risulta però fondamentale all’interno di Skies of Arcadia, dove il mondo risulta composto da una serie di isole fluttuanti di varie dimensioni, ed in cui l’unico mezzo di trasporto è perciò rappresentato da delle navi volanti che ricordano da vicino i velieri di stampo settecentesco. E sarà appunto la sete di avventura e di scoperte che spingerà il giovane Vyse ad intraprendere il lungo viaggio dal quale trarrà spunto l’intera narrazione.
Diciamo subito che il titolo OverWorks riesce con successo in quelli che sono gli aspetti fondamentali per un qualsiasi gioco di ruolo: la storia e il sistema di combattimento.
Per quanto riguarda il primo aspetto Skies of Arcadia si contraddistingue per l’ottima caratterizzazione dei personaggi e per l’elevato tasso di empatia che è in grado di generare. D’altronde la Sega gioca sul sicuro, chiedendo al giocatore di vestire i panni di un giovane pirata dal cuore d’oro. Personaggio che riassume in se tutte quelle caratteristiche in grado di fare facilmente presa su di un’ampia fascia
Dal punto di vista tecnico SOA si presenta più che bene. Il motore poligonale si dimostra solido e abbastanza dettagliato, mentre le musiche, pur non stabilendo
Purtroppo, ampliando il campo d’analisi, le pecche di SOA non si esauriscono qui.
Emiliano "MasterGen" Valori