Questa è l’esigua trama che fa da sfondo a Sagaia, chiamato anche Darius 2, uno sparatutto a scorrimento orizzontale per un solo giocatore.
La produzione Taito è di notevolissima qualità e considerando che su Sega Master System non ci sono molti giochi di questo genere acquista ancora maggior valore.
Già dalle opzioni traspare una cura non convenzionale: si può scegliere a che livello di difficoltà cominciare a giocare tra i classici “easy”, “normal” e “hard”, quale dei due piloti utilizzare (con lievi differenze per quanto riguarda l’astronave), la quantità di “vite” e soprattutto se utilizzare un “autofire” oppure se preferire lo “smanettamento” sui tasti. Quest’ultima opzione è decisamente apprezzabile poiché mette a disposizione, a chi desidera riposare le dita e
Settato il gioco con le opzioni a noi gradite possiamo cominciare a giocare. Beh, insomma, c’è poco da dire, è difficilissimo vedere una tale magnificenza tecnica sull’otto bit Sega. Non è il dettaglio grafico a colpire, che pure si mantiene su livelli più che discreti, nemmeno le colorazioni a video sono eclatanti, ma ciò che lascia a bocca aperta sono decine di sprites su schermo che si muovono contemporaneamente ad effetti come la distorsione delle fiamme del primo livello (ammesso che siano fiamme) oppure a livelli di parallasse che in alcuni casi possono arrivare fino a sei!! Non è finita: mostri di fine livello di notevole grandezza, buona varietà di ambientazioni ed il tutto si muove in scioltezza e velocità, solo raramente si possono notare rallentamenti che di solito si palesano in prossimità dei boss di fine livello che posseggono tentacoli realizzati con decine di piccoli sprites. Dalla grafica passiamo al sonoro. Purtroppo sul fronte musicale si possono ascoltare brani abbastanza insignificanti ed effetti nella norma ma ben utilizzati. Ad ogni modo, si rimane nella sufficienza. Fortunatamente, ad una realizzazione tecnica di prim’ordine (almeno per quanto riguarda la grafica), corrisponde un gameplay ottimamente strutturato anche se estremamente classico e privo di grandi innovazioni. Il continuo fluire dei nemici, la loro estrema varietà e i loro differenti tipi
Il titolo dispone complessivamente di dodici diversi livelli ma basta affrontarne sette per portare a termine l’avventura di gioco. Questo perché, a schemi alterni, sarà presentata al giocatore la possibilità di scegliere una “strada” piuttosto che un’altra
Il grande divertimento offerto da questo sparatutto dall’ambientazione subacqueo/stellare è coadiuvato da una difficoltà molto alta. Già con “Easy” è richiesto un certo impegno per finire sette livelli, “Hard” è studiato per giocatori d’altri tempi…
Se volessimo trovare dei difetti, oltre alla già citata realizzazione sonora che non supera la sufficienza, si può dire che la calibrazione della difficoltà non sia ottima, in quanto si possono trovare livelli difficilissimi seguiti da schemi più miti ed amichevoli nei confronti del player, oppure si può menzionare il fatto che la scelta di un pilota piuttosto che un altro non cambi molto le carte in tavola o, per finire, ci si potrebbe lamentare della mancanza di una modalità a due giocatori.
Tutte considerazioni veritiere ma che non riescono a degradare un titolo d’eccellenza, dall’atmosfera ben riuscita, dalla realizzazione tecnica sublime e dal gameplay perfettamente studiato. Su Master System, l’unico videogame dello stesso genere che gli è superiore è il maestoso R-Type e non è una cosa da poco, visto che è considerato uno dei migliori sparatutto di tutti i tempi.
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