Era una giornata come le altre a Vera City, tutti gli abitanti vivevano felici e in pace, e Mickey e la sua fidanzatina storica Minnie, trascorrevano in tutta spensieratezza il loro momenti di vita insieme (anche i topi hanno i loro momenti romantici, no?); quando all’improvviso la malvagia strega Mizrabel, gelosa della bellezza di Minnie (come si fa ad essere gelosi della bellezza di un topo non è dato saperlo), la rapisce, portandola, nientepopodimeno, nel misteriosissimo castello delle illusioni. Il nostro Topolino, però, non è un tipo che si arrende facilmente, e si incammina verso il lugubre castello alla ricerca della sua amata. Solo recuperando le sacre Gemme, gelosamente custodite dai temibili “Master of Illusion”, Mickey potrà scontrarsi con la strega Mizrabel.
Realizzato da SEGA nel 1990 (e distribuito in occidente nel 1991), Castle of Illusion si presenta come il classico platform a scorrimento orizzontale (alla Super Mario, per capirci), avendo dalla sua un paio di piccole “particolarità”; prima fra tutte la possibilità data al giocatore di scegliere lo stage. Già dall’inizio dell’avventura avrete la possibilità di scegliere la sequenza con cui completare i primi tre stage, eliminando di fatto la classica linearità dei platform.
Altra particolarità è l’originale modo con cui il nostro Mickey può sbarazzarsi dei nemici: una poderosa culata! Come Mario, prima di Mario, il nostro amato ratto schiaccerà con il suo mitico popò chiunque lo separi dalla sua amata Minnie; comunque, oltre alla sacra culata, Topolino può anche raccogliere determinati oggetti e lanciarli sui nemici.
Gli stage sono ottimamente realizzati presentando un level design semplice ma particolarmente ispirato e vario, con livelli ricchi di piccoli passaggi segreti e scrigni nascosti.
La cosa che colpisce di più, però, è la straordinaria grafica; pochi giochi per il Master System possono vantare degli stage così colorati e vari (come lo stage del paese dei giocattoli o la foresta incantata). Anche lo Sprite di Mickey è realizzato ottimamente presentando tante piccole animazione (come il movimento della coda, o il cambiamento dell’espressione quando viene colpito da un nemico) che lo rendono ancora più vivo; lo stesso non si può dire per gli sprite dei nemici che risultano più semplici ma comunque “funzionali”. La SEGA ha saputo sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dall’ 8 bit Sega; lo si evince ancora di più dalla qualità con cui è stato sintetizzato il sonoro. Effetti sonori semplici ma, in verità, un po’ ripetitivi sono bilanciati da accompagnamenti musicali di ottima qualità, con brani “fiabeschi” molto piacevoli che fischietterete spesso (almeno per me è stato così).
L’unico difetto che mi sento di attribuirgli a questo Castle of Illusion, è la sua relativa facilità, che vi porterà a terminarlo in fretta.
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