Elemental Master è uno sparatutto a scorrimento verticale d’ambientazione fantasy in cui si guida un giovane mago impegnato a spazzare via mostri di tutte le forme e dimensioni con magie appartenenti alle sfere elementali.
Come in TF III, le armi sono collezionate in una barra per poi essere selezionate alla bisogna; in più in EM ogni weapon (a parte quella base di partenza) ha un suo beam che in pratica funge da smart bomb. Il fan di TF III ritrova anche la possibilità di selezionare lo stage di partenza tra i 4 disponibili (in TF III si sceglie tra i primi 5) che si susseguiranno così in ordine diverso secondo la scelta del giocatore. Ai primi 4 livelli ne seguono altri 2 che portano il nostro eroe, accompagnato dal 2° stage in poi da una specie di mini elfo volante che funge da pod, a confrontarsi con il malvagio stregone finale.
La struttura di TF III, dunque, è replicata in modo apparentemente quasi identico in EM; ho scritto “apparentemente” perché con poche partite si evidenzia una differenza cruciale, derivata dalla presenza dei beams: paradossalmente il livello più difficile risulta quasi quello che il giocatore affronta per primo.
Si comincia, infatti, con uno sparo base senza copertura laterale e con sole 4 barre d’energia (5 colpi subiti e… Game Over) e la possibilità sì di collezionare diversi bonus e potenziamenti, ma non ancora quella di possedere magie elementali e quindi di usare il relativo beam, almeno finché non si finisce uno stage. Ognuno di questi è caratterizzato da un elemento (fuoco, roccia, acqua, terra e ghiaccio) e il suo superamento incrementa l’arsenale del giovane mago con la corrispondente magia elementale dotata di beam.
Una volta in possesso di una di queste armi, grazie al suddetto super beam infinito, con una buona scelta di tempi e un minimo di memorizzazione degli attacchi (i semplici pattern dei boss permettono la loro facile eliminazione con un accorto uso dei beam), è relativamente semplice completare il 2° livello che ci fornisce la successiva elementale, rendendo così ancora più agevole il 3° e così via, con un effetto a valanga che limita alquanto la longevità del titolo.
La difficoltà di EM parte, quindi, in quarta, cala vistosamente nei primi 4 stage, per poi evidenziare un moderato incremento nei quadri 5 e 6. Il 7° livello è semplicemente il confronto con il boss finale (ancora una volta come in TF III) e richiede sì un po’ più d’impegno, ma non impensierisce più di tanto, dato che il superamento del 5° ci ha già fruttato una nuova potentissima arma (l’elfo-pod si trasforma in un Anello Magico), consentendoci di avere ragione del boss successivo.
Per ridare ossigeno alla longevità di EM è opportuno selezionare le difficoltà superiori a “normal” che, tutto sommato, equivale a “practice”: “difficult” ed “expert”. Queste ultime sono una manna dal cielo per chi vuole un po’ di sfida (…e per chi desidera far durare di più il gioco che, in effetti, è un po’ troppo corto): il caos su schermo aumenta e la tipica divertentissima azione Tecno Soft si esalta in un’immediata e appagante frenesia distruttiva. Finire anche solo il fatidico 1° stage al livello "expert" è un’impresa da veri maghi che si mangiano Harry Potter a colazione!
Dal punto di vista tecnico EM sfoggia tutti i pregi tipici di un prodotto Tecno Soft. La grafica è pulita, nitida e definita con sprite generalmente piccoli, ma ricchi di dettaglio e finemente ombreggiati. L’utilizzo dei colori è piuttosto generoso e generalmente aggressivo, con tonalità accese da cartone animato alternate a brillanti “cromature” distribuite su personaggi e fondali dal design accattivante.
I boss di fine livello sono realizzati con una notevole cura per il dettaglio che, sposandosi con le solide animazioni modulari (realizzate, cioè, concatenando diversi sprites e sincronizzandone il movimento), contribuisce alla loro ottima caratterizzazione.
Il tutto si muove con perfetta fluidità, invariata anche nei frequenti affollamenti di sprites. Come se non bastasse, la Tecno Soft ha anche incluso nella cartuccia da 4 Mbit (512 Kbyte) una bella presentazione in stile manga à la Valis che contribuisce alla drammatizzazione e all’atmosfera.
Può dispiacere il mancato utilizzo del classico (già nel 1990) effetto raster ondulatorio nello stage del fuoco e in quello dell’acqua… ma si tratta di un particolare di poco conto.
Musica ed effetti costituiscono la ciliegina sulla torta di EF. I brani sono bellissimi, perfetti per l’atmosfera heroic-fantasy, efficacissimi nel sottolineare la frenesia dell’azione, pompare l’adrenalina e portare al massimo l’esaltazione.
La Tecno Soft ha inventato un nuovo genere musicale (una sorta di synth-rock) che calza come un guanto sull’hardware audio del Mega Drive riuscendo a valorizzarlo appieno. Il risultato è sbalorditivo: la colonna sonora è un’opera compiuta che risplende di luce propria e non suscita nessun desiderio di riarrangiamento.
Gli FX sono ugualmente di buon livello, anche se in alcuni casi mancano della stessa corposità d’impatto della base ritmica dei brani d’accompagnamento.
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