Quando pensi di aver visto tutto il ciarpame inutile e strano che il sacro mondo dei videogiochi potesse offrire, ti rendi conto di non sapere una beneamata cippa e che la strada verso la conoscenza assoluta del trash ludico periferico è ancora lunga. Così capita, in un giorno uggioso di questa finta primavera, di scoprire che negli anni ’90 una certa Cheetah Marketing, non l’amica scimmia di Tarzan, ma una ditta inglese di elettronica famosa nell’epoca per aver realizzato joystick che tutti noi abbiamo rotto con i nostri home computer (per il mio Amstrad CPC464 avevo l’esotico Annihilator), ebbe la strampalata idea di lanciarsi nella produzione di strani controller chiamati per l’occasione CharacteriSticks.
Sunstoppable, ma cosa azz sono i CharacteriSticks?
I CharacteriSticks non sono altro che dei joystick con le fattezze di alcuni personaggi tratti da opere di successo che spopolavano tra gli anni ’80 e ’90. Immaginatevi la scena: quartier generale di Cheetah Marketing, stanza semi illuminata, tavolo rotondo popolato da quattro, massimo cinque, persone. I joystick prodotti per Amiga, C64 e compagnia cantante, non vendono più come una volta. Un classico grafico indica con una freccia rossa che scorre verso il basso la caduta a picco delle vendite. Facce tirate e pensierose. Come fare per convincere il nerdone di turno a comprare l’ennesimo joystick da rompere nel giro di un mese? I genialoidi designer Cheetah hanno un asso nella manica: “griffare” i proprio controller con figure e disegni tratti dai The Simpsons, Alien, Terminator e Batman dell’estroso Tim Burton. L’idea potrebbe funzionare. I diritti costerebbero caro, ma sarebbe un investimento. D’un tratto la genialata che supera la genialata. Perché accontentarsi di figure e disegni, quando possiamo trasformare fisicamente i joystick in personaggi plasticosi veri e propri, annuncia l’addetto marketing di Cheetah, nascosto dal fumo denso della sigaretta.
Ecco perche no?
Arrivò così, in un freddo giorno d’Autunno, l’avvento, in tutti i negozi di computers e videogiochi, degli inutili CharacteriSticks. In un’affascinante scatolona facevano bella scena la sagoma “joystickosa” di Bart dei Simpson, quella di Batman in tutta la sua incazzatura, lo Xenomorfo di Alien in tutta la sua inquietudine e, dulcis in fundo, il capoccione scheletrico del cyborg di Terminator. Giubilo e festa tra i nerd. Ecco, vedendo le immagini ci si rende conto di quanto invece questi CharacteriSticks siano scomodi. E sicuramente verranno ricordati non per la loro bellezza ma per i calli nelle mani che si sono procurati i videogiocatori nell’usarli. Prendiamo ad esempio il joystick di Bart. Ha un pulsante sulla testa che quando lo si prova a pigiare ci si buca il pollice con i capelli a punta. Per non parlare di Batman e lo Xenomorfo con i loro corpi tutti disomogenei, veri e propri amici dei crampi alle mani. Ma la palma della scomodità la vince l’enorme testa di Terminator. Grossa come un pomello delle porte disegnate dai bambini. Ci vuole la mano di Morandi per impugnare quella cosa. La bella novella è che se spulciate sul web non farete fatica a trovare degli esemplari di CharacteriSticks. Infondo, nella loro inutilità e scomodità, oggi sono degli autentici oggetti vintage da collezionare. Roba da super nerd.
In ogni modo su uno scaffale e nel giusto contesto risulterebbero piuttosto decorativi!
Poi non ho mai capito perche' molti utenti di computer 8 e 16 bit dicono di aver "spaccato" i joystick. Io ho avuto solo pad (al massimo arcade stick) e non ne ho rotti quasi mai, giusto se cadevano in terra. Ma come facevate? Usavate modelli di plastica scadente? Li tiravate contro il muro per la frustrazione? O e' proprio il joypad impugnabile a scatoletta che soffre di forte usura? Purtroppo non ho mai avuto C64 o Amiga, e questo aspetto della cultura dei vg mi manca.
Preferisco 1 action figure fatta bene da esporre con orgoglio ed un joystick serio con cui giocare piuttosto che questi oscene fusioni delle due cose