L'approccio al genere Defender in ambito homegaming è stato affrontato, in tutta l'epoca 8-bit, con un pensiero fisso al rimescolamento delle carte, al mantenimento dell'impostazione orizzontale a scrolling bidirezionale con radar in bella vista in fondo allo schermo mescolata a meccaniche sensibilmente più riposate di quelle dei coin op ispiratori. Del resto, non c'era scelta.
Per quanto riguarda il panorama dell'Atari 2600, se con Chopper Command la Activision decise di tenersi vicina al modello Williams agendo in maniera esclusiva sulla quantità di nemici e sprites vari presenti sullo schermo, la Parker Brothers preferì affondare le mani nell'immensità dell'universo del quale si era appena accaparrata i diritti: Guerre Stellari.
In controtendenza rispetto all'andamento generale dei prodotti su licenza, i giochi di Star Wars hanno aggradato console e computer del popolo dei videogiocatori con una qualità apprezzabile sin dai suoi primi esordi. Star Wars: The Empire Strikes Back è il primo gioco ambientato nell'universo di Luke Skywalker, il primo di sempre. Il derivato videoludico della fusione tra questo brand e il concept di Defender sul terreno di coltura VCS è meno demodè di quanto sia pur lecito attendersi. Ricorderete forse più nitidamente gli episodi di Guerre Stellari visti su Nintendo 64, quelli in cui, a bordo di svariati mezzi, combattevamo contro le forze dell'Impero, compresi gli imponenti AT-AT. Bene, questo primo debutto su Atari 2600 è proprio come immagineremmo quei titoli su una console di tali caratteristiche.
L'azione di Star Wars: Empire Strikes Back è concentrata proprio sulla distruzione degli enormi camminatori da tempo tra i vessilli della serie. Ai nostri comandi avremo nientemeno che uno snowspeeder, privato, ahinoi, del peculiare cavo utile ad abbattere le gigantesche macchine, limitando i nostri attacchi ad un semplice sparo. Ma l'impatto grafico potrebbe disinvoltamente liberarci dal risentimento per tale mancanza: la Parker Bros ha dedicato a questa cartuccia una cura direttamente proporzionale al valore della licenza, impegnandosi per restituirci sprite di ragguardevolissime dimensioni ed una velocità dolcemente sorretta da una fluidità impeccabile. L'accompagnamento sonoro è finalmente buono e ci sarà concessa l'opportunità di apprezzare i classici motivi della saga riletti nella personale chiave di casa VCS.
La riuscita della nostra missione, ergo il superamento del livello, avverrà soltanto dopo esserci liberati di tutti gli AT-AT presenti sul radar. La missione non brilla di iniziativa, vista la monotonia offensiva dei nostri avversari e le possibili tattiche di abbattimento. L'unico modo per disfarsi degli scomodi nemici è quella di colpirli ripetutamente col nostro fuoco, gambe escluse, causando loro un cambiamento cromatico atto a indicare un progressivo danneggiamento per poi ricominciare con l'avversario successivo fino alla fine. Un'interessante opportunità tattica è quella di attendere la comparsa sugli AT-AT di un "hot point", un pixel di colore brillante che indica un preciso punto debole che, una volta colpito, causerà l'immediata dipartita del nemico. Tale punto debole, però, è variabile e la sua persistenza nella stessa posizione durerà poco più un attimo, rendendo difficoltosa l'attuazione di tale strategia. Non va dimenticato, infatti, che gli AT-AT non assisteranno impotenti al loro sterminio, sottoponendoci ad un periodico attacco missilistico. Per perdere una vita dovremo incassare tre colpi, ma ci sarà concessa l'opportunità di riparare la nostra nave atterrando per qualche istante sul terreno. L'azione varia solo in minima parte nei livelli di difficoltà avanzati, dove assisteremo all'introduzione di una bomba che apparirà sporadicamente per inseguirci per un pò; da segnalare, sempre nei livelli più duri, la maggiore pericolosità degli avversari che causeranno la nostra distruzione in caso di contatto. Il divertimento non manca e il difetto è il solito: la monotonia. Si tratta dell'unico impedimento verso un godimento pieno, ma la diversificazione tentata nelle varianti a noi concesse rappresenta uno sforzo mediamente più apprezzabile rispetto a quanto osservato in molti suoi simili, Chopper Command in primis.
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