Se come dicevamo, lo schema di gioco richiama classicismo alla mente del videogiocatore navigato, almeno il plot cerca di seguire la rotta dell’originalità, diversamente da altri titoli analoghi, dove il giocatore è catapultato nella mischia senza alcuna motivazione di sorta.
XP8 si apre con schermate fisse che narrano lo svolgimento di tale storia, nel sottofondo un bel brano di accompagnamento, ben suonato e veramente d’atmosfera. Arrivati allo schermo delle opzioni, ci accorgiamo che queste sono tante e ben pensate. Potremo scegliere il livello di difficoltà (che anche in easy ci porta fino alla fine del gioco) inserire la password per ricominciare da dove si era arrivati, usare o no l’auto fire, e il metodo di controllo che si preferisce, un completo menù delle opzioni quindi. Fatto tutto ciò, si è pronti a far partire la nostra navetta per questa nuova avventura piena d’insidie, non prima però di un briefing iniziale, che ci informa che in ogni livello (cinque in totale) c’è una determinata ”sotto missione“ da portare a termine (tipo la distruzione di venticinque mine del primo livello) per poter effettivamente accedere alla fase successiva. Anche questo avviene in modo leggermente particolare, con una percentuale posta nel lato sinistro dello schermo, che aumenta man mano che si distruggono i nemici, e che arriva al 100% solo completando le varie ”sotto missioni” di cui parlavo.
La grafica si presenta ai nostri occhi ben definita e ultra colorata nella versione Aga presa per la prova. I nemici per una volta fanno la parte da leone, mostrandosi tutti, dai più piccoli e insignificanti fino ai mega boss, in uno splendido ray tracing. La nitidezza è spettacolare cosi come le animazioni, tutto è ben concepito donando la sensazione di compattezza totale. Punti a sfavore nel comparto grafico sono da attribuiti proprio alle due navicelle che piloteremo in questo bello shoot’em-up. Di fatti, diversamente dal resto della curata grafica, le navette in questione si mostreranno in uno strano color verde non proprio digeribile, e in una ricercatezza del design non tanto azzeccato (oppure troppo ricercata e quindi sforata nella stranezza). Anche per il fondale tutto funziona a meraviglia; niente parallasse purtroppo, ma animazioni e fantasie di ogni genere. Attraversare una specie di rete composta di fasci luminosi ove internamente pulsano scariche elettriche, oppure tappeti plasmatici tanto da sembrare soffici, fa sempre il suo bell’effetto. Il sonoro non propone brani di accompagnamento durante l’azione di gioco, ma solo classici effetti standard di esplosione e spari vari. Dimenticavo di questi ultimi, in XP8 il vario armamentario non va ad accavallarsi come succede di solito facendo entrare in scena una nuova arma ed eliminando la precedente, bensì permette di averle tutte a disposizione, richiamabili tramite tastierino numerico a nostra convenienza, capiremo presto che in una tale situazione, servirà un tale tipo di sparo, quindi un pizzico di strategia che non guasta mai. Ma la cosa più importante da sottolineare in questo gioco è la giocabilità, XP8 è veramente divertente! Il classico dall’ultima partita e poi smetto, di quelli che insinua nella mente la domanda ”cosa ci sarà nel prossimo livello?”, una vera manna sotto quest’aspetto. Difficoltà ben calibrata, maneggevole sin dalla prima partita, e cosa importante, mai frustante nemmeno nei livelli finali. Che dirvi di più? Che ne esiste una versione più “piccola” in Ocs/Ecs con conseguente calo di spettacolarità per ciò che concerne il comparto grafico, che si può giocare in due contemporaneamente, e che addirittura si possono fondere le due navette in un’unica mega astronave da battaglia. Siete cresciuti a pane e Xenon2? Banshee vi ha fatto esaltare? Vi piace il genere? XP8 è lì per voi, pronto a farvi divertire prima di ogni altra cosa.
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