La versione Mega Drive, realizzata dalla Taito nel 1990, deve necessariamente fare i conti con le limitazioni del formato cartuccia che, in quegli anni non superavano gli 8 Mbit (1 MB), in cui i programmatori dovevano riversare la mole di dati del coin-op quantificabile in circa 5 volte tanto.
Darius II conta 28 livelli (zone), strutturati secondo uno schema ramificato a piramide che consente al giocatore di scegliere il proprio percorso tramite 21 diversi bivi. La piramide ha a sinistra, come vertice, l’obbligatoria zona di partenza (A) e a destra, come base, 7 zone finali. Il suo "corpo" è composto di 7 file (compresa la zona A e quelle finali) e tanti sono gli stage che il giocatore dovrà superare per terminare il gioco e godersi quindi uno dei 7 finali.
La struttura a piramide consente di selezionare il percorso secondo la difficoltà, tanto più alta, tanto più si tende a gravitare nella parte superiore dello schema; ogni volta, dunque, che ci si trova di fronte ad un bivio si può preferire un “ripiegamento” verso la zona inferiore o un più coraggioso scatto d’orgoglio verso la superiore che, naturalmente, richiederà un impegno maggiore per essere superata.
E’ chiaro che la durata nel tempo di Darius II è garantita dal numero delle zone e dalla possibilità di attraversarle con la suddetta varietà di percorsi. Ogni appassionato del genere, poi, troverà nel titolo Taito pane per i propri denti, grazie alla gran varietà di nemici e di boss di metà livello (questo gioco, infatti, segna il loro debutto) e finali di difficoltà crescente, inseriti in ambienti che alternano spazi ampi con tunnel e strettoie claustrofobiche.
Le caratteristiche suddette sono sostanzialmente mantenute anche nella versione Mega Drive, che si sviluppa nello stesso numero di zone del coin-op e beneficia della stessa notevole giocabilità, dell’intelligente sistema di armamenti e del ben calibrato livello di difficoltà.
I compromessi, però, sono necessariamente parecchi e quasi tutti inevitabili: i colori passano dai 256 on-screen, con palette di 12288, ai ben più modesti 32, dalla classica tavolozza di 512 del 16 bit Sega (i 64 colori sono qui accantonati in favore dei più “economici” 32, adatti al proibitivo numero di livelli da “stipare” nella cart da 8 Mbit), la modalità a 2 giocatori è andata perduta (di questo non è dato di sapere il motivo, tanto più che i rallentamenti sono minimi) e si può solo scegliere tra i due piloti (Proco Jr. e Tiat Young), con l’unica differenza (colore a parte) nell’armamento base, più potente nella navicella della ragazza (Tiat), ll formato di schermo tende, naturalmente, al letterbox per non discostarsi troppo dalle proporzioni del coin-op twin screen, tutti gli sprites sono stati ridimensionati e impoveriti in dettaglio, colori e fotogrammi d’animazione e, infine, i fondali, ripetutamente riciclati con un semplice (e un tantino squallido) cambiamento della dominante cromatica, hanno subito un restyling completo che li rende, al limite, pallide imitazioni degli originali pur con qualche compensazione riscontrabile nell’incremento della parallasse.
Sul fronte audio, invece, la conversione è molto più fedele. Il musicista che ha realizzato la bellissima colonna sonora del coin-op, Hisayoshi Ogura ("OGR"), si è fortunatamente occupato anche della versione Mega Drive che, nella parte in sintesi, non sfigura affatto nel confronto con l'arcade. Purtroppo, irrimediabilmente perdute le frasi campionate che introducevano alla zona A (tra cui la famosa, quanto criptica, frase “I always wanted a thing called tuna sashimi”), la base ritmica campionata e i noises “fantascientifici” sono ridotti al minimo indispensabile: le percussioni perdono il feeling “semi-acustico” dell’originale, ripiegando verso un sound più “elettronico” (senza per questo essere spiacevole) e gli FX diventano pochi e scarsamente nitidi.
Nonostante questi inevitabili tagli sul settore digitalizzazioni, effetti sonori sintetizzati ed esplosioni campionate sono di qualità accettabile e la polifonia synth è sfruttata al massimo, concretizzandosi in una colonna sonora brillante, trascinante, nonché dotata di una propria peculiare personalità.
Le musiche di Darius II sono caratterizzate da uno stile inconfondibile, originato dal notevole eclettismo dell’autore che, mescolando abilmente i generi, dà alla luce ottimi brani “synthpop”, con un approccio sempre sicuro alle risorse hardware, siano queste quelle del coin-op o del 16 bit Sega.
Altre immagini: