Concepito originariamente come il quinto di sei capitoli (un po’ alla Star Wars tanto per intenderci), il progetto venne purtroppo abbandonato dalla Square mentre il gioco era ancora in fase di realizzazione, decisione che ha comportato il rilascio sul mercato di un prodotto “mutilato” nella sua parte finale. Una simile linea appare quantomeno incomprensibile alla luce delle indiscusse qualità del titolo, che come vedremo in seguito possedeva tutte le carte in regola per bissare e, perché no, superare l’enorme successo della serie Final Fantasy. Ancora più ingiustificata appare inoltre la sua mancata localizzazione per il mercato europeo, nonostante l’enorme successo ottenuto l’anno precedente dalle gesta di Cloud e compagni anche dalle nostre parti.
Gli elementi originali all’interno di Xenogears non mancano di certo, a partire dall’impianto grafico, che può essere giustamente definito come un FFVII al contrario, ossia con personaggi 2D inseriti all’interno di location interamente poligonali. Sebbene una simile impostazione finisca col negare al titolo quella spettacolarità di stampo cinematografico che contraddistinse la saga dedicata ai Chocobo nelle sue tre incarnazioni sulla PSX, è altrettanto vero che tutto ciò rende possibile una maggiore interazione con gli scenari, che risultano comunque splendidamente realizzati. Quest’ultimi, oltre a poter essere ruotati liberamente in otto direzioni, permettono l’introduzione di alcune di quelle meccaniche tipiche di un platform: con i nostri personaggi in grado di compiere lunghi balzi e buona parte degli enigmi basati sullo sfruttamento di tale capacità. Anche il sistema di combattimento spicca per originalità e tecnicismo, prevedendo tra l’altro due diverse modalità di gioco: la classica da “appiedati” e quella a bordo dei possenti “gears”, ossia degli enormi robottoni dalle sembianze umanoidi. Soprattutto quest’ultima si dimostra particolarmente interessante, dato che il consumo delle nostre limitate scorte di carburante renderà necessaria l’ottimizzazione di ogni singolo attacco, i quali risultano basati su di un divertentissimo sistema di combo. Tali attacchi in sequenza, specifici per ogni personaggio, oltre a rendere i combattimenti casuali molto più vari e spettacolari, ci consentiranno nei livelli avanzati di abbinare ai nostri colpi uno dei quattro canonici elementi (terra, aria, acqua e fuoco), aumentando di conseguenza anche l’aspetto strategico. Ma ciò che maggiormente impressiona in questo Xenogears è sicuramente la storia, tanto affascinante quanto complessa, nella quale trovano ampio spazio tematiche di natura escatologica ed esistenziale, con chiari riferimenti alla filosofia di Nietzsche.
Nonostante l’ambientazione pseudo-futuristica si sposi alla perfezione con le potenzialità di quella computer grafica nella quale la Squaresoft ha più volte dimostrato di essere maestra, in Xenogears tale tipo di soluzione estetica non trova alcun tipo d’impiego. Al suo posto troveremo invece alcuni splendidi filmati in stile “anime” realizzati dal talentuoso studio “I.G. Productions”, lo stesso della famosissima serie “Neon Genesis Evangelion” (con la quale il gioco ha non a caso svariati punti di contatto), che non faranno assolutamente rimpiangere una simile scelta stilistica.
Un’eccellente realizzazione tecnica, un sistema di combattimento divertente ed articolato e una storia quanto mai affascinante, non bastano comunque per fare di Xenogears un capolavoro assoluto e questo per i motivi a cui si accennava all’inizio dell’articolo. Se durante il primo disco, che ospita le prime quaranta ore di gioco, tutto sembra scivolare via liscio, le magagne inizieranno non appena avremo inserito il secondo CD nel lettore della nostra Playstation. In questa parte dell’avventura si assiste infatti ad una drastica riduzione delle sezioni giocate, che verranno sostituite da lunghissimi quanto complessi monologhi da parte dei protagonisti. Al giocatore verrà chiesto d’intervenire solamente per esplorare alcuni piccoli dungeon e per combattere con gl’immancabili quanto numerosi boss finali. Il senso di delusione che si prova di fronte a tutto ciò è tanto più elevato quanto più ci saremo fatti coinvolgere ed ammaliare dalla prima parte. Rimpianto che si fa ancora più grande alla luce degli ottimi enigmi presenti nelle sparute sezioni giocate, e in alcune splendide location visibili durante i monologhi, ma nelle quali non ci verrà mai consentito d’entrare. Cosa sarebbe potuto diventare Xenogears senza il drastico taglio di fondi non lo sapremo mai, anche se è ben facile immaginarlo. Abbandonata la Square alcuni membri del team responsabile del progetto hanno tentato di dare un seguito al loro lavoro rilasciando altri tre episodi per PS2 con il titolo di “Xenosaga”. Cambio di moniker resosi necessario vista l’assurda decisione da parte della software house di tenere per sè dei diritti che a quanto pare non intende più sfruttare. Tali tentativi, per quanto lodevoli, non sono purtroppo riusciti a raggiungere le stesse vette d’eccellenza espresse dal qui presente nei suoi momenti migliori.
Altre immagini: