Anche se ad una prima occhiata il gioco Compile può sembrare il classico clone di Zelda, questa produzione gode di una personalità propria. Tanto per cominciare la grafica non sarà sempre con vista dall’alto e con scrolling a schermate fisse (alla Zelda per intenderci); i vari dungeon, infatti, si distinguono per due tipologie differenti: una stile action/platform a scorrimento orizzontale, in cui il nostro Kelesis avanza saltando di piattaforma in piattaforma infilzando i nemici con la propria spada ed una con scorrimento verticale leggermente somigliante a uno shoot’em up, in cui però bisogna stare attenti ed imbucare la strada giusta, pena la scoperta di un vicolo cieco.
Il gameplay quindi è contraddistinto soprattutto dall’esplorazione e dall’azione, lasciando poco spazio agli enigmi che, considerato il genere del gioco, sono presenti in misura esigua.
Nel gioco si vaga per le terre maledette, cercando le caverne e uccidendo i nemici, la cui dipartita permette di racimolare soldi e qualche volta energia. Le caverne sono rappresentate graficamente da “buchi neri” che delle volte sono ben visibili, altre volte sono invece nascosti. Per individuare questi “pertugi” apparentemente inesistenti, bisogna colpire o distruggere con la spada qualche oggetto particolare come un sasso o un cactus.
I “buchi/caverna” possono contenere i dungeon (che portano al boss della zona) oppure possono ospitare vari personaggi, più o meno utili, come fatine, angioletti, strani esseri tondi (aiutanti che offrono rispettivamente consigli o energia vitale, gratuitamente o in cambio di denaro), ”vampirette” carine (che donano denaro in cambio di energia!), i Winkle (dei dispensatori di password) e delle vecchiette (venditrici, dalle quali si può comprare di tutto). Tra i vari oggetti acquistabili dalle vecchiette, troviamo gli upgrade per spada e scudo, le classiche erbe medicinali, pozioni che aumentano l’energia massima, amuleti e gli interessantissimi stivali i quali possono permetterci di camminare sopra l’acqua o addirittura di volare sopra alberi e gli strapiombi, indispensabili per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Per finire le signore anziane metteranno in vendita un cristallo ad ogni boss ucciso. Questi cristalli sono sette e sono tutti necessari per poter affrontare l’ottavo e ultimo boss, Golvellius.
Graficamente il titolo Compile si posiziona su ottimi livelli, pur non sfruttando fino all’osso l’hardware su cui gira: molti i nemici presenti sullo schermo contemporaneamente, contraddistinti da un’incredibile varietà e caratterizzazione, vaste e abbastanza diversificate le ambientazioni.
Particolare menzione va fatta alla parte sonora, che sfrutta il chip sonoro del master system come pochissimi altri giochi hanno saputo fare, producendo notevolissime melodie di grande atmosfera, peccato solo per la loro scarsa varietà. Nella media gli effetti sonori.
La giocabilità è molto alta ma è penalizzata da una presenza scarsa degli enigmi e da un' esplorazione a volte estenuante. Oltre a ciò Golvellius Valley of Doom dispone di un sistema di password indispensabile, il che è assolutamente positivo, ma molto scomodo: le 32 lettere che compongono la parola sono decisamente troppe ed è facile sbagliare. La longevità è molto alta ma inferiore a titoli come Phantasy Star o Golden Axe Warrior.
Purtroppo questo videogioco è completamente in inglese, compreso il libretto di istruzioni, non è una cosa gravissima ma io avrei preferito una versione tutta italiana.
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