Ammetto di non aver mai giocato a questo gioco prima di scrivere la recensione, ho scelto di recensirlo solamente perché sono un appassionato di platform e perché mi piacevano le immagini del gioco trovate in Internet.
Dopo aver deciso di realizzare l’articolo mi do da fare per trovare una copia originale del gioco e scopro che la possiede la madre di un mio compagno di scuola che svolge la professione di commerciante nei mercatini. Purtroppo, la signora voleva ben 78 euro e ho rinunciato all’acquisto riuscendo comunque a farmelo prestare.
Con la “cassetta” tra le mani mi reco dal mio vicino di casa che possiede il Commodore 64 (lo possiedo anche io ma senza registratore) e cominciamo a caricare il gioco.
Ecco che finalmente, joystick alla mano, proviamo il gioco di Terry. Le prime parole del mio amico sono state: “mi sembra di giocare col Nintendo”!
Pensate a Mario? Beh, ora non esageriamo, è un platform, è carino, è tondeggiante ma è molto diverso da Super Mario Bros. Ad ogni modo, il platform in questione sarebbe potuto benissimo essere stato pubblicato per qualche console proprio come il Nintendo o il Sega Master System o anche il PC Engine.
Come probabilmente avrete già capito, il titolo sotto esame è un platform molto classico. Ritenendo inutile elencarvi le meccaniche generali dei giochi di piattaforme, preferisco soffermarmi su alcune delle caratteristiche tipiche di questa avventura.
Oltre a saltare a destra e a manca bisogna uccidere i nemici ed è in questo caso che, forse, si nota la differenza maggiore tra Terry e Mario: niente sederate, qui c’è uno Yo-yo come arma principale e un “lancio” di fango come arma secondaria (lo yo-yo a colpi infiniti, il fango non ha munizioni infinite e si attiva premendo la “barra” e successivamente il tasto di fuoco).
Lo scorrimento avviene in una sola direzione e quindi non si può tornare indietro. Al termine di quasi tutti i livelli si trova uno schema bonus nel quale raccogliere più funghi possibili (cosa?! Vi è venuto ancora in mente Mario? Ma no, qua i funghi donano solamente punti). I nemici, una volta uccisi, possono rilasciare delle lettere che servono per comporre la parola Terry con ovvio bonus al completamento della stessa.
I controlli sono ben implementati poiché rispondono in maniera pronta ed adeguata anche se c’è comunque bisogno di qualche partita prima di padroneggiare tutto al meglio, questo perché lo sprite principiale comincia a muoversi lentamente per prendere in poco tempo la massima velocità (diversamente da quanto avviene in Super Mario Bros o WonderBoy dove vi è un tasto apposito per cambiare velocità e diversamente anche da quanto avviene in Sonic, dove l’accelerazione è molto più fluida). L’unico problema nei controlli è il fatto che per saltare bisogna premere “alto” sul joystick invece di un altro tasto. Lo so, è sicuramente un mio difetto perché da sempre sono stato abituato ad utilizzare i joypad delle console ma a tutto c’è un rimedio: il mio amico ha modificato un Pad del Megadrive in modo che il tasto “C” trasmetta al Commodore il segnale “alto” e tutto mi è risultato più comodo (per le persone normali, come me, è sufficiente giocare con un emulatore e sistemarsi i controlli a dovere).
Il design dei vari livelli risulta sempre ispirato e ben studiato, questa è un’ottima cosa per la giocabilità che si attesta su livelli altissimi, contrastata solo da una piccola particolarità: colpire l’avversario con lo yo-yo comporta un balzo all’indietro se si “cammina” o solamente un salto se si “corre”, tutto ciò è fastidioso soprattutto se ci si trova ai limiti di una piattaforma (magari anche stretta) e si debba per forza colpire un avversario; risultato = si cade e nell'80% delle volte si muore.
Il ritmo di gioco non è nè veloce nè lento, direi andante, se mi consentite il termine. Di sicuro non ci troviamo di fronte ad un gioco dai salti ritmici e calcolati come Wonder Boy e nemmeno dal procedere incalzante come Super Mario, ma questo non toglie nulla alla qualità di questo titolo che comunque, grazie al già menzionato ottimo level design e alla presenza di moltissime situazioni “da platform” ben realizzate (piatteforme semoventi o che spariscono, piattaforme sospese, salti al limite del possibile, varie concatenazioni di diversi ostacoli e altro), presenta un alto livello di divertimento (almeno a chi ama i giochi di piattaforme).
La longevità del titolo è assicurata da una difficoltà a volte frustrante ma che regala soddisfazioni, certo la rigiocabilità non è altissima ma non si può pretendere tutto.
La grafica è, secondo il mio modesto parere, superba nel disegno e nei colori, forse sarebbe stato meglio implementare anche qualche altro effetto come un parallasse o sprite più grandi.
La caratterizzazione carino/tondeggiante si nota soprattutto nei nemici che paiono simpatici e spensierati.
Il sonoro invece delude soprattutto se si considera l’hardware su cui il gioco si poggia: pur potendo contare su qualche motivetto effettivamente carino la ripetitività impermea tutto l’impianto audio.
Un videogame consigliato a tutti i giocatori salterini e meritevole di attenzione anche per tutti gli altri. Un peccato che non abbia raggiunto il successo che si meritava. Misteri del marketing?
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