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Independent Day 4 - Katawa Shoujo

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  • Independent Day #4: Katawa Shoujo

    Katawa ShoujoQuesta sarà una recensione insolita e improbabile. Insolita come il fatto che mi occupi di una visual novel, ovvero un genere di cui conoscevo l'esistenza ma di cui non mi ero mai preoccupato fino a poco tempo fa; improbabile come l'esistenza stessa del titolo di cui parlerò. Dobbiamo tornare indietro di 12 anni, al 2000, quando un giapponese noto come RAITA (oggi noto come illustratore di Valkyrie Chronicles) decise di inserire per scherzo, nell'ultima pagina della sua doujinshi erotica dedicata alla Nausicaa di Miyazaki, un abbozzo di simulatore d'appuntamenti in cui corteggiare solo ragazze handicappate. Le doujinshi di questo tipo sono per loro natura scioccanti, per cui credo pochi lettori si siano scandalizzati per questo ipotetico gioco, con il titolo (alquanto offensivo alle orecchie giapponesi) “Katawa Shoujo”, che si potrebbe tradurre come “Ragazze Deformi” o peggio. Però nessuno avrebbe potuto prevedere ciò che accadde dopo.

    Se le vie del Signore sono infinite, quelle di internet lo sono altrettanto, e il disegno di RAITA sette anni più tardi fece la sua comparsa sulla famigerata imageboard 4Chan. Qui accadde l'impensabile: un gruppo di “anonimi” decise di tradurre in realtà le intuizioni del disegnatore nipponico, ispirato anche dalla storia di un infermiere che ebbe in cura una giovane paziente handicappata. Persone da tutto il mondo si riunirono per dare vita a una storia che coinvolgesse le cinque ragazze dell'illustrazione, e via via si aggiunsero disegnatori, musicisti, programmatori, fino a che nel 2009 fu rilasciata gratis una demo del titolo, intitolato sempre Katawa Shoujo, creato con l'engine RenPy che permette di sviluppare visual novel “fatte in casa”. Tramite scelte multiple poste in vari punti della storia, si deve raggiungere l'obiettivo di legarsi a una ragazza e passare con lei il festival di Tanabata (una ricorrenza giapponese dedicata agli amanti, che cade il 7 luglio). Qui terminano l'Atto 1 e la demo.

    Il 4 gennaio 2012, a cinque anni esatti dall'annuncio iniziale del gioco e dalla fondazione del team di sviluppo, chiamato “Four Leaf Studios”, Katawa Shoujo fu rilasciato al mondo nella sua versione completa, sempre senza far pagare un centesimo e superando ogni più rosea previsione sulla sua qualità generale. Onestamente, quante probabilità ci sono di trarre un gioco intero da una singola immagine trovata in un porno, che sia incentrato su un tema quasi mai trattato nei videogiochi e sviluppato (almeno inizialmente) da una comunità non certo nota per la sua sensibilità? E che tale titolo (lo ripeto, del tutto gratuito) sia paragonabile per direzione artistica, contenuti e impatto emotivo ai giochi creati dalle grandi compagnie? Meno che per vincere due volte di fila al Superenalotto! Eppure Four Leaf Studios (un team multinazionale che comprende finnici, australiani, filippini e anche un italiano) ce l'ha fatta, e io sono qui per parlarvene.
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    Ragazze diversamente (ador)abili

    La base della trama è quanto di più banale ci possa essere: un ragazzo si trasferisce dalla sua vecchia scuola in una nuova, e dovrà mostrare di essere in grado di farsi nuovi amici e possibilmente anche trovare l'amore. Già visto mille volte, vero? Beh, sappiate che Hisao Nakai, questo il nome del 18enne protagonista, è reduce da un infarto, causato da un'aritmia cardiaca non diagnosticata; dopo un periodo di riabilitazione, viene mandato dai genitori alla Yamaku, un istituto superiore fatto su misura per ragazzi sofferenti delle più svariate disabilità.

    La cosa più interessante dell'ambientazione, oltre alla cura messa nella descrizione di spazi e funzionalità (sono stati ascoltati medici e altri professionisti del settore per rendere il tutto più realistico possibile), è il modo in cui gli autori hanno giocato con gli stereotipi del genere, ma non per farne delle grottesche “caricature handicappate”, bensì per far capire che sono archetipi umani comuni, e quindi anche le persone che incontreremo sono proprio questo: persone.
    Se mai avete provato qualche visual novel o giochi in stile “Tokimeki Memorial”, avrete certo presente i tipi: la ragazza timidissima che arrossisce se solo qualcuno la guarda, prima di scappare? Qui è la sopravvissuta a un incendio, che deve lottare non solo con le bruciature che le ricoprono mezzo corpo, ma anche con gli strascichi del trauma psicologico. La pittrice un po' maschiaccia amante dell'arte astratta, che filosofeggia e vive in un mondo tutto suo? Non ha le braccia e dipinge usando i piedi. La rappresentante di classe aggressiva, determinata e sempre piena d'impegni? È sordomuta e deve appoggiarsi a un'amica che conosce la lingua dei segni per comunicare con gli altri. La ragazza leggiadra, educata e raffinata, amante del té e dei libri? Cieca dalla nascita. Gli esempi si estendono anche a certi luoghi comuni di questo genere di giochi: a un certo punto Hisao si scontra con una ragazza che corre in corridoio, e cade a terra... una situazione trita e ritrita, ma stavolta resa diversa dal fatto che l'urto potrebbe avere effetti negativi sul suo debole cuore. E per di più la ragazza stessa non ha le gambe e corre tramite delle protesi artificiali!

    Giocare a Katawa Shoujo sembra un'unica, grande decostruzione delle dating sim, ma questo solo perché gli sviluppatori hanno deciso di seguire un approccio molto più rivolto al realismo rispetto alla media del genere. Col passare delle ore di gioco, gli handicap dei protagonisti passano quasi in secondo piano, e si può dire che non sono mai usati direttamente per suscitare pianto, riso o altre emozioni nel giocatore: le vicende piene d'umanità che li coinvolgono sono già più che sufficienti per questo. La parola con cui si potrebbe riassumere questo titolo è “rispetto”: tutti sono descritti con grande sensibilità, senza eccedere con la compassione (non sarebbero persone, se non avessero difetti come tutti) e non viene fatto l'errore di trattarli come fossero sub-umani incapaci di fare qualunque cosa senza l'aiuto di qualcun altro. Anzi, un atteggiamento paternalistico da parte “nostra” (di Hisao cioé) garantisce una delle Bad End più devastanti del gioco, con tanto di esplosione di rabbia da parte della persona più silenziosa e innocente di tutte. A proposito di Bad End, molti tra i giocatori che più sono rimasti coinvolti dal titolo hanno deciso di non giocare altre storie oltre a quelle della loro ragazza preferita, con la motivazione che non riuscirebbero a reggere il dispiacere di pensare che le capiti qualcosa di brutto quando la narrazione non si concentra su di lei. Ebbene, un atteggiamento simile è forse il più sbagliato per affrontare Katawa Shoujo, dato che solo leggendo tutte le storie vengono alla luce le sfaccettature caratteriali di ogni singolo personaggio, a dimostrazione della cura infusa dagli autori nello sviluppo delle loro vite. Includiamo anche il grigio professor Mutou, o il misterioso infermiere della scuola, o Kenji, il ragazzo mezzo cieco (e completamente psicotico) che vive nella stanza accanto a Hisao; pensato per essere l'elemento comico del gioco, se rivisto alla luce di eventi narrati in certe storie Kenji assume una nuova profondità inaspettata, e alla fine ci si affeziona a lui nonostante ci abbia sfinito con le sue teorie deliranti!
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    Hisao Meravigliao

    Ciò che stupisce di Katawa Shoujo è l'elevata qualità a livello di illustrazioni (che sembrano provenire autenticamente dal Giappone, ma sono tutte opera di disegnatori occidentali), composizioni musicali e trame. Certo, è tutt'altro che perfetto, ma se consideriamo che è stato messo in piedi da persone che sostanzialmente non si conoscevano e lavoravano a distanza, nel corso di quasi 5 anni, il tutto ha un che di stupefacente. Senza contare che, in modo del tutto inaspettato (ma del resto cosa non lo è stato nello sviluppo di questo gioco?), l'animatore filippino Mike Inel, autore del bel cortometraggio “Draw With Me” che ha fatto il giro della rete qualche tempo fa, si è offerto di creare, da solo e in maniera assolutamente gratuita, le brevi animazioni che appariranno una volta approcciata la ragazza del nostro cuore (alla fine dell'Atto 1 cioé). Sono tutte molto belle per essere opera di una persona sola, con menzione speciale per quella di Hanako che, per inquadrature, effetti, tempistiche sembra davvero essere stato tratto da un anime commerciale.
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    Insomma un lavoro degno di nota, che però ha corso il rischio di venire rifiutato a priori per la premessa difficile da accettare. Alla fine, handicap o meno, il titolo è e rimane un “eroge”, o gioco erotico: come per buona parte delle visual novel, dopo aver corteggiato la ragazza ci si finisce a letto... In effetti il gioco di per sé è V.M. 18, anche se principalmente per le tematiche trattate, e c'è la possibilità di disattivare le scene di sesso.
    Tra persone curiose di vedere cosa hanno combinato “i soliti giapponesi depravati” (che stavolta non centrano niente), persone scandalizzate dall'idea che dei disabili possano amare e fare l'amore (mentre in varie VN in commercio ci si scopa allegramente minorenni, consanguinei e mezz'umani e nessuno batte ciglio), gente che ha provato l'Atto 1 del 2009 e voleva vedere se le scene erotiche mantenessero la stessa sensibilità del gioco principale (risposta: sì), in tanti aspettavano al varco Four Leaf Studios. E se le reazioni sono indicative di qualcosa, direi proprio che la scommessa è stata vinta: in tanti si sono detti stupiti per la qualità del titolo, dopo essersi aspettati chissà quali volgarità orripilanti, per un breve periodo il walkthrough del gioco è stato tra i più richiesti su GameFaqs e in generale KS ha fatto molto parlare di sé riuscendo anche se brevemente a uscire dal circuito dei giochi indipendenti e apparire su canali più “mainstream”, aiutato in questo anche dal fatto che rimane sempre orgogliosamente gratis.
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    Forse sto esagerando, ma credo che Katawa Shoujo possa entrare di buon diritto nel dibattito sui videogiochi come arte, non fosse altro perché è al di fuori di ogni circuito commerciale ed è stato realizzato solo per passione e per la voglia di dimostrare che certi argomenti possono essere affrontati sì con serietà ma non per forza in modo cupo e deprimente. Consiglio quindi a tutti di recarsi sul sito ufficiale (www.katawa-shoujo.com) per scaricarne una copia anche se non si è particolarmente interessati al genere, o perlomeno di aspettare la localizzazione in italiano, che mentre scrivo sta venendo portata avanti da alcuni volonterosi. Intanto che ci siete, gli sviluppatori hanno reso disponibile sul sito anche la colonna sonora integrale e un artbook, ovviamente tutto gratis, così almeno vi potrete fare un'idea degli sforzi profusi nella sua realizzazione, e chissà, magari appassionarvi alle storie di questi personaggi così vivi nonostante (o proprio a causa di) i loro problemi.

    Non so se fra qualche anno sentiremo ancora parlare di Katawa Shoujo (di Four Leaf Studios probabilmente no, o perlomeno non per qualcosa correlato a questo titolo), ma almeno per due cose deve essere ricordato: avere fatto capire a tante persone che la vita vale la pena di essere vissuta, ed essere riuscito a fare piangere 4Chan. E direi che questo qualcosa conta, no?

    • AlextheLioNet
      #1
      AlextheLioNet ha commentato
      Modifica di un commento
      Un titolo davvero coraggioso... e un valido articolo che riesce ad incuriosire, nonché a far riflettere sulle molteplici possibilità creative da sviluppare nei videogiochi e sul fatto che i margini di originalità e le chance per spunti inaspettati non manchino affatto, anzi.

      Peccato solo che questi audaci esperimenti rimangano generalmente confinati al mercato indie, visto che i publisher tendono ad andare più sul sicuro. Fra l'altro anche le interessanti possibilità offerte dai Kickstarter fundraising fanno non di rado leva sul richiamo di titoli o autori già noti (o ex-noti)... per cui, anche in molti di questi casi, i margini di reale innovazione non sono poi così ampi.
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