Figlio prediletto di un’epoca in cui solitari geni appassionati d’informatica potevano ancora dire la loro in un mondo videoludico in continua ed inarrestabile espansione, IK+ nasce come logica evoluzione del primo International Karate, pubblicato l’anno precedente su macchine 8bit come C64, ZX Spectrum ed Amstrad CPC.
Come buona parte dei capolavori, sia del presente che del passato, l’impianto ludico del titolo System3 si presenta inizialmente come estremamente semplice ed intuitivo, dimostrando solo in seconda battuta il proprio enorme spessore tecnico a cui possono corrispondere differenti livelli di fruizione. Nei panni di un Karateka di bianco vestito lo scopo del gioco sarà quello di competere contro altri due atleti in una serie
Le enormi potenzialità del titolo di McLean si esplicano principalmente in un set di mosse estremamente vasto, che ha quasi dell’incredibile se si pensa agli standard dell’epoca e all’unico tasto presente sul controller. Infatti, grazie ad un geniale sistema che sfrutta tutte le possibili combinazioni “levetta + pulsante”, il nostro combattente sarà in grado di eseguire la bellezza di dodici attacchi differenti, ai quali si aggiungono sia delle utilissime parate che delle spettacolari capriole evasive; il tutto senza che le sue capacità di movimento ne risultino minimamente influenzate. Scordatevi però “fire-ball, spettacolari combo od esagerazioni di qualsiasi sorta, poiché in IK+ ci si mena alla classica vecchia maniera: ossia con calci, pugni e, perché no, anche con le ben più ignoranti testate.
Pur rappresentando un aspetto decisamente importante, non è comunque la varietà
Tecnicamente parlando il gioco mostra un comparto grafico decisamente pulito e funzionale, che trova nelle numerose e divertenti animazioni il suo vero punto di forza. Il tutto, sia ben chiaro, mantenendosi costantemente lontano dai vertici raggiunti in ben altre occasioni dal gioiellino di casa Commodore. Semplicemente eccezionale si dimostra invece l’audio: che oltre a fregiarsi di uno splendido accompagnamento musicale scritto da Rob Hubbard (Skate or Die, Road Rash & Popolous), può anche vantare un set di effetti sonori a dir poco fenomenale. La maniacale cura riposta in tale comparto si esplica non solo nelle coinvolgenti urla dei lottatori e nelle realistiche onomatopee dei colpi andati a segno, ma persino nel classico sibilo generato dai “karate-gi” nel loro fendere l’aria. Esilaranti risultano invece i vari “guaiti” emessi dai lottatori nell’esprimere dolore e il rumore prodotto dalle numerose palline nel rispettivo quadro bonus. Sotto il profilo tecnico la sola remora rimane dunque la presenza di un unico fondale, che segna un netto passo
Pur non essendo un campione di originalità, dato che la somiglianza con la precedente incarnazione (e di conseguenza con l’altrettanto ottimo “Way of the exploding fist”) appare a tratti quasi imbarazzante, l’introduzione del terzo lottatore unità alla granitica solidità del gameplay rendono ugualmente IK+ il migliore nel suo genere. In parole povere ci troviamo al cospetto di un vero e proprio caposaldo dell’intrattenimento elettronico, che saprà ripagare generosamente chiunque ne saprà cogliere la profonda essenza Zen; riuscendo in tal modo a compiere quel primo significativo passo sul sentiero che conduce alla saggezza.
P.S. Il gioco contiene una serie di simpatiche “easter eggs”; come il mitico abbassamento dei pantaloni, ottenibile premendo il tasto “t” durante il gioco, o il cameo di pacman attivabile invece digitando il suo nome.
Versione PS1: Nel 2002 la Ignition Ent. (prima di dedicarsi a tempo pieno alla localizzazione dei titoli SNK) ha curato e prodotto la conversione di IK+ per la primissima Playstation (e giocabile quindi anche su PS2). Pur presentandosi come un porting praticamente perfetto della versione Amiga, (fortunatamente) privo di qualsiasi tipo di aggiunta o modifica, il titolo di McLean si riconferma anche sul 32bit Sony come un gioco estremamente coinvolgente ed attuale. L’unico piccolo neo è rappresentato da alcuni sporadici quanto incomprensibili ritardi nella riproduzione dell’audio, dovuti probabilmente ai continui e spesso intempestivi accessi al disco.
Emiliano "MasterGen" Valori
Messaggio vBulletin