La novità più importante di Final Fantasy IV, novità importante non solo per la Squaresoft in sè ma anche per i J-Rpg che verranno dopo, è la sostituzione del vecchio sistema di combattimento a turni in favore dell’introduzione dell’Active Time Battle (ATB), che tra l’altro sarà utilizzato fino al nono episodio. In alcuni dungeon e nella mappa del mondo, è possibile imbattersi in incontri casuali contro mostri più o meno forti, in base al luogo in cui ci troviamo ed al nostro livello di forza. Una volta che ci imbatteremo nei mostri, verremo "trasportati" in un'altra mappa, dove da una parte avremo i mostri e nella direzione opposta i personaggi del gruppo. Qui avremo modo di effettuare le nostre scelte e tutte le tattiche contro i nemici. Mostri e personaggi dispongono di HP ed MP, ovvere Punti Vita e Punti Magia: i primi se ridotti a 0 lasceranno in fin di vita il personaggio, incapace di combattere, e faranno morire il mostro nel caso sia stato lui a raggiungere lo 0. Gli MP invece servono per usufruire delle magie, diversificate in quattro tipi (magia nera, bianca, invocazioni e attacco ninja che però è considerato nel menù tra le magie). Non essere più vincolati dal rigido battle system precedente ha portato una ventata di aria fresca per quanto riguarda sia la valorizzazione decisionale dei propri personaggi sia per quella dei nemici stessi. Affermare quindi che questo Final Fantasy, per spessore ludico, ha lasciato un segno decisivo per il proseguo della serie non è conclusione azzardata.
Passando all’aspetto stilistico si può dire che rispetto al passato si inizia ad intravedere anche quella cura per la trama e l’introspezione psicologica dei personaggi che raggiungerà la massima fioritura con Final Fantasy VI. La storia attraverso cui si dispiega il gioco, pur essendo principalmente ancora legata ad un mondo fiabesco, inizia a mostrare infatti sfumature più seriose con il conseguente maggior coinvolgimento del giocatore nei confronti dei temi narrati. Questo è il primo passo, anche se non ancora realizzato in maniera decisiva, verso il passaggio dalla favola al romanzo. Nella prima tutto non è riconducibile al nostro vissuto quotidiano mentre nel secondo, per quanto fantasioso e fittizio, è invece possibile cogliere il lato umano e sentirlo comunque proprio. Dopo questi discorsi dobbiamo cercare di rimanere con i piedi per terra e ricordare che, nonostante i 16 bit, stiamo comunque parlando di Final Fantasy IV ovvero un titolo nato dall'evoluzione di giochi concepiti per una console a 8 bit. I combattimenti casuali sono infatti rimasti inalterati nella loro irritante e spropositata quantità e vanno perciò irrimediabilmente accettati immedesimandosi nell'ottica del tempo (per noi oggi molto castrante). Anche la trama, per quanto come già detto più profonda rispetto alle passato, non è nulla di sconvolgente né per originalità né per imprevedibilità. Infine come pecca si segnalano i nemici i quali, nonostante giovino del rinnovato battle system come accade per i protagonisti, non sono molto vari rischiando di penalizzare gli scontri stessi in sé oltreché annoiare il giocatore. Questi elementi appena trattati non sono dei veri e propri difetti ma diciamo che sono degli scogli da superare, scogli che sono figli naturali di un modo di videogiocare che ormai appartiene ad un passato distante.
Non rimane che parlare dell’aspetto grafico e sonoro. Il primo, considerando l’anno di pubblicazione (1991), si attesta su livelli già alti per il tempo mostrandosi attraverso un mondo sufficientemente esteso dalle tinte fantasy-medievali curate nei particolari. Di anni ne son comunque passati ed è buona cosa dotarsi di spirito di immedesimazione là dove la grafica un po' spartana non riesce ad arrivare. Il secondo aspetto invece, grazie allo storico compositore Nobuo Uematsu, si attesta già su standard da capolavoro. Pensate che il brano “Theme of Love” per esempio è perfino stato introdotto nelle scuole elementari giapponesi come canzone del programma scolastico di musica.
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