WII sembra aver messo in discussione il concetto stesso di target... a chi è destinata l'obliqua ed immacolata consolina Nintendo? A mia nonna, che ha passato il giorno di Natale a giocare con me a Wii Sports? Ai miei genitori, che si sono dilettati col golf? A me, che non vedo l'ora di provare Super Paper Mario? O all'hardcore gamer che deve esplorare il mondo di Metroid Prime Corruption fino all'ultimo centimetro quadrato di texture? Basterebbe una versione nera - con slot illuminato di rosso sangue - per togliersi di dosso quest'immagine di console monacale, non trovate? E' da anni che i capoccioni di Kyoto non perdono occasione di ricordare che l'industria dei videogiochi deve allargare la propria base d'utenza, pena l'implosione dell'intero mercato: prima Sony con lo sdoganamento culturale di PS1, poi Nintendo con Nintendogs, Brain Training e Wii hanno dimostrato che imbastardire il mercato, alla faccia di noi vecchi puristi bacchettoni, ha effetti positivi sul lungo termine: maggior scelta, miglior reperibilità, concorrenza nei prezzi e mercato dell'usato più vivace. Bully su WII non deve stupire, dopotutto se arriverà il tanto strombazzato Manhunt 2 non ci sono limiti all'eProvvidenza, no? E poi si tratta di un ottimo gioco, che ha saputo dare sostanza al polverone mediatico che l'ha preceduto: altro che Rule of Rose ed i titoli in prima pagina di Panorama. E se proprio vogliamo fare un excursus storico, Nintendo aveva già dimostrato una certa apertura con il bellissimo Eternal Darkness per Gamecube, console apparentemente giocosa che ha ospitato, tra le altre cose, la più bella ed ansiogena versione di Resident Evil 4! Ed anche Luigi's Mansion... in fondo in fondo... Non credo che la casa di Mario sia ancora così attaccata alla propria immagine di console per famiglie, se con questa espressione (n)intendiamo l'autoimposizione di un limite alla po$$ibilità di guadagnare quote di mercato. Penso all'opposto che il genio di Miyamoto si sia sposato alla perfezione con un certo marketing all'americana, per cui la difesa del marchio deve per forza di cose passare anche attraverso l'aggressione della concorrenza. Ci vorrà tempo, dopotutto siamo appena usciti da una fase critica, e per un po' dovremo convivere con i Codici Amico ed il canale Meteo, ma vedrete che tra non molto le software house riterranno la base d'utenza Nintendo un bacino economicamente interessante per lo sviluppo di una maggior quantità di titoli "adulti". Mancano solo i numeri, gli scrupoli di coscienza - se mai ci sono stati - sono solo il ricordo di una plasticosa epoca ingenua (Mortal Kombat col sangue verde) e per fortuna passata.