Le mie ultime vicissitudini con Demon's Souls prima e soprattutto con Dark Souls adesso (il quale vi assicuro che una volta comprese le meccaniche vi rapisce al 100% e non c'è Batman Arkham City che tenga) mi hanno portato ad addentrarmi in un territorio a me quasi sconosciuto (a parte averlo sentito nominare), quel percorso che From Software iniziò con la prima Playstation e che si è in effetti protratto alla corrente generazione.
Tutto iniziò con King's Field, mai uscito dal Giappone (quello che da noi arrivò con il nome di King's Field era in effetti il secondo capitolo), un Dungeon Crawler senza mezzi termini, il quale sguiva meccaniche precise, un avanzare lento ed un sistema di combattimento piuttosto grezzo.
In apparenza potrebbe essere accostato a produzioni occidentali più che nipponiche, ma visto in profondità, trasuda tutta la sua anima orientale e proprio per le sue particolarità che possono essere viste al contempo pregi come difetti, è considerata una serie di nicchia.
C'è un pregio che però è indiscutibile: l'atmosfera; il senso di perdizione, di solitudine e tristezza, il fatto di metterti nei panni di un guerriero comune, come tanti altri che prima di lui hanno perso la vita nel tentativo di compiere questa missione quasi impossibile, l'incutere timore ad ogni passo, una paura non definibile al pari di un survival horror (per quanto ne abbia a tratti alcuni elementi), è la paura di morire, la consapevolezza che dietro ad ogni angolo, dietro ad ogni porta, potrebbe nascondersi un nemico di granlunga più forte di noi...
Recentemente, su IGN, è stato fatto un confronto (alquanto provocatorio): Dark Souls vs Skyrim; non mi voglio soffermare su questo che, al momento, è un confronto teoricamente impossibile per ovvie ragioni, ma sulle due vie intraprese dalla serie "The Elder Scrolls" e quella di From Software, due Action RPG in effetti, ma mentre il primo ha sempre cercato di trasporre su schermo il concetto base dell'RPG cartaceo prettamente occidentale, un mondo VIVO con ampi spazi completamente esplorabili, flora e fauna, persone che interagiscono tra loro e il dare al giocatore una sensazione di libertà di azione e scelta, il secondo (specie nelle ultime produzioni per console odierne) ti scaraventa in un mondo claustrofobico, in decadenza, colmo di pericoli ed insidie, nel quale si impara presto a convivere con la MORTE, ma che richiede una comprensione profonda delle sue meccaniche, del suo sistema di combattimento preciso e calcolato, un puzzle i quali pezzi combaciano alla perfezione, quasi ad arrivare a vedere, (come in Matrix) "il codice".
Personalmente preferisco di granlunga il percorso intrapreso da From Software e la sua ricerca (ormai quasi giunta al termine) dell'Action RPG, del Dungeon Crawler perfetto.