[CENTER][IMG]http://img263.imageshack.us/img263/5100/monkeycover2my7.jpg[/IMG][/CENTER]

[B]Produzione : [/B] LucasArts
[B]Piattaforma : [/B] Amiga (OCS-ECS)
[B]Sviluppo : [/B] Lucasfilm Games
[B]Anno : [/B]1990
[B]Giocatori : [/B]1


[B]Storia delle storie[/B]


C'erano una volta le [B]avventure testuali[/B].

C'erano una volta [B]Adventure[/B],[B]Zork[/B] ed altri giochi che volevano semplicemente raccontare una storia che coinvolgesse il giocatore.

Le ridotte capacità computazionali e grafiche dei computer dell'epoca, non consentivano di mostrare a video ambienti complessi.

Ma c'era pur sempre la fantasia.. ed il calcolatore assumeva il semplice ruolo di narratore ed arbitro della "interactive fiction".

Quante ore passate a digitare comandi.. "guarda questo", "prendi quello", "vai a nord" (rigorosamente in inglese).

Come risposta a tali comandi, interpretati da un apposito [B]parser[/B], si ottenevano.. descrizioni testuali.

In alcuni casi qualche timida schermata grafica c'era, ma rappresentava per lo più un orpello.

Ma, con il passare del tempo, la grafica avrebbe preso il sopravvento.

Inizialmente affiancandosi ai comandi testuali, come nei primi giochi [B]Sierra[/B] delle serie [B]King's Quest[/B], [B]Police Quest[/B], [B]Space Quest[/B], [B]Leisure Suit Larry[/B].

Parliamo degli anni a cavallo tra 1976 e 1986, molto approssimativamente.

In seguito si sarebbe avuto un normale processo di obsolescenza, che comunque non avrebbe cancellato il genere, in qualche modo sopravvissuto fino ai giorni nostri.

Il superamento definitivo dell'interfaccia testuale, si sarebbe avuto con l'avvento del [B]punta e clicca[/B].

Niente più comandi da digitare.. le azioni possibili sono già a video (usa, prendi, premi, apri, parla con...) e il giocatore deve solo selezionarle con il mouse.

Tutto viene mostrato e non c'è più bisogno di ricorrere alla fantasia.. almeno non come avveniva in passato.

Un gioco in particolare ha sdoganato questo nuovo genere, almeno in occidente : [B]Maniac Mansion[/B].

Per esso era stato ideato un vero e proprio "motore" per avventure, il famoso [B]SCUMM (Script Creation Utility for Maniac Mansion)[/B] dell'altrettanto famoso [B]Ron Gilbert[/B].

Altri giochi avrebbero poi usato questo motore, tra i quali quello oggetto di questo articolo.


[B]Storie di pirati[/B]


In [B]The Secret of Monkey Island[/B] impersoniamo uno sbarbatello di nome [B]Guybrush Threepwood[/B], che ha l'ambizione di diventare un feroce pirata.

Cercando di raggiungere questo suo scopo, si troverà invischiato in una vicenda che definire intricata è poco : pirati fantasma, cannibali vegetariani, scimmie a tre teste, duelli di spada, litri di GROG e.. molto altro.

La trama è totalmente fuori di testa, ma molto coinvolgente.

L'elemento principe che la caratterizza è [B]l'ironia[/B] (tagliente come una spada !), che rende il gioco un'esperienza indimenticabile.

Si verificheranno situazioni al limite del surreale, che più di un sorriso strapperanno anche ai giocatori più musoni.

Il tutto sullo sfondo marinaresco delle suggestive [B]Melee Island[/B] e [B]Monkey Island[/B].

In questo genere di giochi la storia è senza dubbio fondamentale, così come l'ambientazione.

Il primo punto a favore di The Secret of Monkey Island sta proprio in questi aspetti.

Nessuna pretesa di realismo e nessuna ossessione di ricostruzione storica.

In queste condizioni, la fantasia del buon Ron Gilbert ha potuto spaziare liberamente, e i risultati sono assolutamente pregevoli.

La caratterizzazione dei personaggi è parimenti eccezionale, senza mezzi termini.

E anche il numero di essi è notevole.

I più importanti (oltre al protagonista, ovviamente..) sono il governatore di Melee Island, una donna affascinante di nome [B]Elaine Marley[/B], ed il pirata fantasma [B]LeChuck[/B], il "cattivone" del gioco.

Essi rappresentano l'amore.. e la morte; ma in un modo assolutamente non banale e sicuramente divertente.

I dialoghi risultano sempre esilaranti, con varie scelte circa le frasi da pronunciare.

Esplorare le varie possibilità è un piacere, che ci si può concedere senza timori di sorta, visto che nel gioco non si muore, e non c'è nemmeno il rischio di trovarsi in punti senza uscita, come accadeva in titoli del passato.

Questo elimina la frustrazione e permette di addentrarsi in dialoghi grotteschi, con citazioni e battute estremamente godibili.

Basato sul dialogo è anche il leggendario [B]duello di spada ad insulti[/B], una vera genialata che si aggiunge alle tante chicche del gioco.

Molti sono gli oggetti da usare, combinare, premere, tirare, ecc.. e parecchi sono fuori di testa.

Alcuni sono leggendari : vedi il mitico [B]pollo di gomma con la carrucola in mezzo[/B] !

Il loro utilizzo è funzionale alla risoluzione di [B]enigmi[/B], un aspetto fondante delle avventure grafiche / testuali.

Quelli di The Secret of Monkey Island sono mediamente difficili.. e sicuramente alcuni di essi sono totalmente fuori di melone !

Le locazioni sono presenti in buon numero, e possono contare su una certa varietà paesaggistica.

Graficamente sono rese bene, in considerazione dell'epoca di uscita, soprattutto nella versione [B]Amiga[/B] alla quale faccio riferimento.

Non c'è un esagerato numero di colori e non ci sono particolari effetti speciali, ma la grafica risulta essere ricca di dettagli, suggestiva e funzionale ad una storia di prim'ordine.

Le tinte sono scelte sapientemente e contribuiscono a creare un'atmosfera "calda" ed avvolgente.

Si può tranquillamente affermare che la versione di questo gioco per la macchina Commodore sia superiore alla controparte PC (sia EGA che VGA).

Non solo dal punto di vista grafico, ma anche e soprattutto da quello sonoro.

Di questo aspetto si occupò il mago [B]Chris Huelsbeck[/B], autentico guru della musica per videogames.

Il lavoro svolto è assolutamente eccezionale, le musiche restano impresse nella memoria di chi le ascolta e sono tranquillamente superiori a quanto capita di sentire spesso ai giorni nostri !

Nemmeno la versione cd del gioco, con tracce audio, uscita per PC qualche tempo dopo, riesce a fare altrettanto, secondo me.

E pensare che stiamo parlando di un semplice [B]Amiga ECS/OCS[/B].

Segno che la magia può stare in qualsiasi piattaforma, indipendentemente dalla potenza di cui questa dispone.

In definitiva, The Secret of Monkey Island è un grandissimo gioco.

Un vero caposaldo per il genere delle avventure, grafiche o testuali che siano.

Molti ritengono che solo il suo immediato seguito gli sia superiore, ma personalmente ritengo che i due giochi abbiano pari valore.

Anzi.. forse il primo ha qualcosa in più dal punto di vista dell'atmosfera, mentre il secondo è più "grosso" in termini di locazioni, enigmi, ecc..

Purtroppo gli episodi successivi avrebbero progressivamente perso smalto, ma chissà che in futuro non si possa tornare ai fasti di un tempo.

Il gioco è uscito in varie lingue (tra le quali l'italiano, traduzione non impeccabile ma tutto sommato accettabile) e su svariate piattaforme : MS-DOS, Amiga, Mac OS, Atari ST, Sega CD, FM Towns.

La versione Amiga, è sicuramente una delle migliori (se non la migliore in assoluto), ma anche sulle altre piattaforme, The Secret of Monkey Island sa farsi valere per quello che è : un capolavoro assoluto e soprattutto "senza tempo".

Tanto che ultimamente sono usciti dei remake in "alta definizione" (Special Edition) dei primi 2 episodi della serie.

Chi si fosse perso gli originali potrebbe ricorrere ad essi.. ma personalmente consiglio di rigiocarsi gli originali con SCUMMVM o, meglio ancora, le versioni Amiga sulla macchina originale !


[B]Voto : [/B] 97 / 100


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