Il mondo degli indie games é strano: chi avrebbe mai detto che da una
premessa tanto bizzarra (un concorso per ideare un gioco basandosi sulle citazioni di H.P. Lovecraft) sarebbe uscito un gioiellino come questo Eversion? Lo potete trovare a questo indirizzo: http://zarat.us/tra/offline-games/eversion.html , e a una prima occhiata non si direbbe nulla di che: un platform "puccettoso" come ne esistevano a decine nell'epoca dei titoli shareware, con gemme da raccogliere, esserini da calpestare, blocchi sorridenti e una principessa da salvare alla fine. Ci si può chiedere cosa possa centrare un titolo come questo con le opere del Solitario di Providence: all'apparenza nulla, ma lo sviluppatore Zaratustra (il cui vero nome è se possibile ancor più bizzarro: Guilherme S. Tows) è riuscito a trovare il modo di trasmettere la stessa inquietudine che ci lasciavano certi passaggi delle opere del famoso scrittore.

Zee Tee, il piccolo protagonista del gioco, ha un'abilità speciale: con il suo canto è in grado di attraversare i vari piani della realtà!
Giungendo in certi punti dello scenario, dove le cose sembrano leggermente fuori posto, sarà possibile con il canto di Zee Tee accedere a una dimensione parallela dove il mondo è chiaramente lo stesso, ma organizzato in modo differente. Per chiarirci: alcuni ostacoli saranno insormontabili nel "mondo reale", ma passando al piano successivo le regole saranno sovvertite in modo da permetterci di superarli, o di raccogliere certe gemme in apparenza fuori dalla nostra portata. Ad esempio, le nuvole, da elemento di sfondo, diverranno piattaforme su cui salire, certi blocchi spariranno e così via.
Già questa è un'idea geniale che darà origine a interessanti puzzle, ma, proprio come il gioco stesso, si tratta solo del livello superficiale delle cose.

screenie.jpg 175734-eversion.jpg (questo a fianco è uno screenshot della versione HD)

Mano a mano che Zee Tee procederà nei livelli, trovando nuovi punti in cui cantare, sarà in grado di penetrare sempre più in profondità sotto l'apparenza di platform carino e colorato: i livelli paralleli dapprima sembrano avere qualcosa di "sbagliato", ma rimangono ben riconoscibili... fino a quando non si passa il punto di non ritorno.
Tutto diventerà grigio e spoglio, i nemici resteranno immobili e in generale si respirerà un'aria di decadimento.
La brutta notizia? Siamo solo a metà della discesa.
Nel momento in cui capiremo COSA siano veramente le "gemme" che stavamo raccogliendo, la corruzione dei mondi un tempo colorati sarà giunta al suo culmine, mostrandoci come sia davvero orribile e malevolo il paesaggio che stiamo attraversando (naturalmente molti elementi di sfondo o innocui saranno diventati ostacoli letali), e quali mostruosità si celino dietro ai simil-Goomba di turno.

Oppure è il mondo allegro a essere un'aberrazione delle lande desolate, e Zee Tee sta cercando disperatamente di tornare alla sua realtà originaria?

Chi o cosa è davvero Zee Tee? Qual è il suo scopo finale? Perché tutto esplode in un'orgia di sangue quando muore?

Zaratustra non si accontenta di sottoporci a questa rivelazione improvvisa, ma adotta diverse tattiche psicologiche per aumentare il senso di insicurezza e inquietudine del giocatore. Il contatore del punteggio, scritto nel familiare font tipico del NES, dapprima impazzirà, mostrando cifre insensate, per poi sparire del tutto. Le musiche diventeranno sempre più distorte, prima di venir sostituite dal battito di un cuore e poco altro. Il classico messaggio "READY!" presente all'inizio di ogni nuova vita verrà rimpiazzato da avvertimenti minacciosi, quando non incentivi a smettere di giocare.
Il tutto si dimostra molto efficace nonostante l'apparenza semplice e dimessa del titolo, dimostrazione di come siano le buone idee a fare buoni giochi e non processori ultrapompati o motherboard di ultima generazione.

A questo proposito, Eversion ha ottenuto un successo tale da essere persino distribuito sulla piattaforma Steam, in versione normale o remixata con grafica in HD a 2,5 dimensioni: da notare che per una volta è quest'ultima a risultare ridondante e non altrettanto efficace quanto il buon vecchio minimalismo dell'Eversion originale.
Un plauso dunque a Zaratustra e alla sua capacità di ideare in apparenza dal nulla un titolo così significativo e inquietante.


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