Capita talvolta che presi dalla nostalgia per un retro-gioco che ci era piaciuto in maniera particolare a volte, vedendo un gioco simile scatti in noi l'irrefrenabile desiderio di rivivere quei bei momenti! Peccato che molto spesso dietro questi "amarcord" si nascondano delle fregature...
Il gioco di cui vi parlerò oggi è proprio uno di quelli, e tra poco capirete perchè!

I problemi delle metropoli moderne

Quello che avete visto in video è un gioco del 198x per Commodore 64, che ben sintetizzava una delle piaghe delle grandi città di tutto il mondo: il traffico (e di riflesso anche il parcheggio, ma questa è un'altra storia!), una delle prime cause di stress nell'uomo moderno, ed era quindi inevitabile che divenisse oggetto di un videogame (già negli anni '80, per altro). Il gioco in sè (Traffic) era piuttosto semplice, era necessario controllare i vari semafori di un segmento di una città e fare in modo di evitare code ed incidenti (al giorno d'oggi si preferisce, se possibile, realizzare le temibili rotatorie, ma negli anni '80 ancora non erano "di moda"). Ovviamente la cosa era più facile a dirsi che a farsi, ma il divertimento stava proprio lì, nel cercare di fare più punti possibili senza creare incidenti colossali, anche se talvolta la soddisfazione segreta era in verità godere della distruzione provocata dai mega tamponamenti a catena (ovviamente tale soddisfazione era proporzionale al grado di immaginazione del giocatore, visto che la grafica del Commodore in tal senso non aiutava molto). Molti anni più tardi uscì invece Burnout, un racing game arcade che prediligeva gli scontri tra le auto e l'eliminazione delle stesse in maniera piuttosto fisica, spingendole fuori strada o facendole collidere contro altre auto. In particolar modo vi era una modalità extra in Burnout che consisteva nel lanciare il proprio veicolo contro un serie di altri veicoli ed oggetti e causare il maggiore danno (economico) possibile!


Scatta la trappola!
Per questo motivo, non appena vidi Traffic Panic 3D sul market Google, e dopo aver visto qualche immagine ed il video allegato, pensai subito che questo poteva essere il connubio perfetto tra 30 anni di storia videoludica! Tuttavia mi sbagliavo, anche se ancora non lo sapevo...

Il primo approccio
Una volta installata noto subito con disappunto che il gioco in sè è molto più semplice di quello che immaginavo (o speravo): si controlla un solo semaforo, e quindi solo un incrocio. Ciò rende il gioco abbastanza prevedibile e noioso in poco tempo, e mi fa pensare se non era meglio il Traffic del 1984 (la risposta è abbastanza prevedibile...). Anche con gli incidenti le cose non vanno tanto meglio: sono abbastanza spettacolari, e talvolta i veicoli esplodono pure! Ma pare tutto poco, troppo poco per giudicarlo un gioco divertente! Ogni sessione di gioco, che si conclude immancabilmente con un incidente più o meno spettacolare, regala al giocatore una manciata di punti, proporzionale al numero di auto che sono riuscite a passare e alle migliaia di dollari di danni di ogni incidente. Questi crediti serviranno per sbloccare nuove auto ed alcuni elementi del background, come la pompa di benzina ed il negozio di auto. Se questo vi sembra divertente, beh, vi assicuro che lo è più sulla carta che nella realtà! Tra i veicoli sbloccabili vale la pena menzionare l'ambulanza, l'auto della polizia, l'autopompa dei pompieri e l'autocisterna che trasporta carburante (in definitiva la parte più divertente del gioco)! Tra gli elementi sbloccabili figura inoltre anche la fabbrica di fuochi d'artificio, che prometteva bene, ma alla fine permette solo di vedere i fuochi artificiali alla fine di un incidente. Una delusione totale, quindi.

Impressioni finali e consigli per gli acquisti
L'impressione globale che dà questo gioco è che NEON PLAY (l'azienda che lo ha sviluppato) si sia concentrata poco sulla varietà del gameplay e di più sulla spettacolarità degli incidenti, vero e proprio punto forte di Traffic Panic 3D. Ciò che mi sento di criticare è stata l'indecisione da parte dell'azienda di proporre un gioco completo ad un prezzo accessibile (in origine era venduto a poco meno di 2,50 euro, poi ribassato a 99 centesimi ed infine trasformato completamente in freemium, ma in tutti e tre i casi rimaneva la possibilità di sbloccare i contenuti aggiuntivi pagando cash). Da provare ora che è gratuito, ma senza aspettarsi chissà cosa.

GIUDIZIO FINALE: Poteva essere migliore!