Ebbene si, parto con un titolo banale.
Si parla sempre più di videogiochi come arte, il fatto è che per essere considerati tali vengono spesso paragonati ad altre forme di essa come ad esempio il cinema; il fatto è che un videogioco sarà considerato realmente come forma d'arte "a sé" quando questo paragone non sussisterà più.
In molti casi, quando è necessario mostrare qualcosa che possa convincere gli scettici sul fatto che i videogiochi debbano essere considerati arte, si prendono come paragone giochi con storie bellissime, musiche stupende o immagini con inquadrature, appunto, cinematografiche; questo non è completamente sbagliato, ma la cosa fondamentale è il gameplay, esso è la base da cui partire per definirlo realmente forma d'arte, proprio perché lo distingue dal resto, l'interattività e l'originalità o la qualità di essa sono le fondamenta.
Quando si smetterà di paragonare i videogiochi alle altre forme d'arte, forse, anch'essi saranno considerati tali.
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Videogiochi, forma d'arte?
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Analizziamo la grafica pur ispiratissima di Agony in termini videoludici, né pensando a Klimt né a un film.
Tutto questo lo abbiamo già assimilato, infatti nella quotidianeità possiamo fare riferimenti ad altre arti, ma assolutamente circostritti, mentre usiamo criteri propri dell'arte videoludica per parlare di arte videoludica.
Questo non significa che un videogame non possa adottare uno stile impressionista o che una musica non debba far riferimento a rock, metal o altro, ma saranno costruite attorno ad un prodotto interattivo che presenta esigenze diverse da un CD da ascoltare o un film da guardare. Farle giudicare ad un critico di Rolling Stone sarà inutile quanto sottoporle a quello di Mymovies. Bisogna rivolgersi ad RH! (...)
Ci sono stati critici che hanno analizzato per lungo tempo il cinema coi canoni del teatro, muovendo pesanti sentenze al primo proprio perché lo inquadravano con l'occhio sbagliato, venendo ricordati oggi come esempi negativi.
In laboratorio misuravamo la qualità dell'olio d'oliva con test per valutarne caratteristiche fisico-chimiche. Serviva per vedere quale olio era migliore per farne un cosmetico, ma uno che risultava eccezionale poteva essere una porcheria per cucinare e viceversa. L'olio straordinario per l'analista poteva risultare pessimo ad un sommelier. Chi ha ragione? Ogni cosa va giudicata coi canoni del proprio ambito, anche se sono a tratti simili.
Questo almeno è il mio personale punto di vista sull'argomento.
Sfociare nell'arte avviene quando, che sia per l'estetica o per il gameplay, giocando noi esuliamo dal contesto del videogioco per ritornare a noi stessi ovvero l'esperienza di gioco diventa un'esperienza di vita che ci tocca e che ci modifica dopo il contatto con essa. E' un'esperienza, quella artistica, che non è un'esperienza come le altre. E' un'astrazione che nasce da un oggetto/concetto per poi esulare da quello facendoci capire di più su noi stessi. Detto più banalmente, quando si percepisce che dal giocare si passa anche "all'esser giocati", molto probabilmente ci troviamo davanti ad un gioco/opera d'arte o ad un gioco che, parzialmente, contiene delle piccole opere d'arte.