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Non è facile rimanere impassibili giocando a un titolo Nintendo, lo dico in tutta sincerità. Sono esperienze che in pochi videogiochi toccano punte cosi profonde di complicità.
Giocando a Mario 3d Land (e la bellissima modalità stereoscopica perennemente disattivata) sono passato in strati diversi e sempre più complessi di indecisione, delusione, frustrazione, ottimismo, muovendomi nervoso ciclicamente attraverso questi sentimenti mentre mi inoltravo nella moltitudine di livelli.
All'inizio non volevo credere di giocare in un titolo, dall'anima legata ancora agli anni 80, cosi dannatamente facile. Seguitando a morire diverse volte nello stesso livello (mi sembra una cinquina) il gioco ti offre un succulento bonus per aiutarti a finire il livello senza molto impegno; il vestito da scoiattolo fluttuante, con l'immortalità attiva. Oltre a essere indistruttibile, anche contro i nemici più ostili e immune alle codate di Bowser, fluttui durante i salti per pilotare, con delicatezza e precisione, l'atterraggio.
Come può la Nintendo rovinare una simile giocabilità? - mi chiedevo.
Certo il bonus è facoltativo, si potrebbe anche non prendere, ma la maggior parte dei giocatori si risparmiata certo la fatica di completare il livello, magari perdendo delle vite appositamente, per ricevere l'armatura da castoro luccicante e finirlo con l'aiutino del pubblico.
Questo Mario è troppo facile!
No, non sono io che sono bravo, basta! non mi sta piacendo!.
Pensieri che turbinavano nella mente, tra una piattaforma e l'altra, un funghetto rosso e uno verde.
Nintendo ha confezionato un prodotto per un utenza più ampia possibile, anche per chi non ha mai messo mano a un videogioco, anche a chi non piacciono e per chi ha poco tempo. I livelli sono brevi e le tre monete "segrete", già viste in Mario per il Ds, sono facili da trovare come Godzilla in una sala Bingo, non servono le guide su internet, ne gli appassionati consigli degli amici.
Cosa me ne faccio di quarantadue vite? Mi sento invincibile anche con dieci.
Finisco il gioco con la delusione nell'animo, non è il migliore di tutti i Mario, certo divertente, ma pallido. Salviamo questa benedetta Peach e riportiamo il gioco da Gamestop, dove posso scambiarlo per Cavestory 3D, li almeno c'è più sfida, che diamine!
Finiamo questo gioco, tanto con ogni moneta bonus raccolta, avrò si e no un mondo in più con una manciata di livelli da giocare, che cosa vuoi che siano?
Il contentino per gli incontentabili,
Poi lo finisco, Peach esce felice dalla sua prigionia e balla assieme a Mario.
Quel Mario che una volta amavo.
Perdonatemi questo spoiler, ma penso che ogni giocatore al mondo si aspetti un finale simile, forse quelli più porcelloni, ne vorrebbero uno più spinto.
Improvvisamente si apre un mondo, anzi, più mondi, otto per la precisione, come quelli della storyline principale. Gli stessi livelli, con qualcuno inedito, dotati di una difficoltà più elevata.
Non ci voglio credere, un gioco nel gioco?
Inizio il primo mondo, impegnativo, le vite scendono pericolosamente, ne guadagno altre per perderle in altre piattaforme; addosso a un Gumba, giù in crepacci, sfiorando piattaforme fluttuanti che non stanno mai ferme.
Maledetto Mario, Mario che amavo e ora odio!. Piovono vite come imprecazioni, tante e tante ancora e tante altre mi serviranno.
Questa è la Nintendo che riconosco; una fabbrica di sogni in grado di scommettere sui giocatori. Non ci sono personaggi da crescere, armare o farli diventare invivibili, siamo noi a dover crescere con le nostre doti, guadagnando manualità, riflessi, imparando dai nostri errori.
Questo è il Mario che volevo; qui si ferma il giocatore comune, abituato a premere un tasto per distruggere un mondo. Da questo momento in avanti è il turno del giocatore vero, testardo ma paziente, che non si scoraggia di fronte a qualche piattaforma ruotante, perseverando nella sua missione, divenuta di vitale importanza.
Non ci sono strade alternative, neanche aiuti. I livelli Speciali sono quello che desideravo e anche temevo. Il rapporto amore e odio verso l'idraulico si acuisce, diventa un amico e uno stronzo.
Amico perché continua a divertire nonostante la sua dinamica, quasi immutata, da vent'anni a questa parte.
Stronzo perché si perdono vite dove io non vorrei e dove mi sembra impossibile proseguire, ne perdo ancora una ventina e ci rinuncio. Riprovandoci il giorno dopo, quel punto non mi sembra cosi ostico, anzi, potrei farlo a occhi chiusi. La magia di imparare che si è persa per strada, in altri numerosi videogiochi.
Mi sono sbagliato.
Continuo a giocare a Mario 3d Land, lo tengo lontano dal mercato dell'usato, voglio raccogliere ancora qualche vita e perdere ancora pezzi di fegato.
Prenderò tutte le monete speciali, chissà dove saranno nascoste.