Da qualche parte, in una zona desertica, sotto tonnellate di roccia, una società segretissima che però tutti conoscono con il nome di S.h.i.e.l.d., opera alcuni esperimenti su un reperto di origine sconosciuta, si suppone aliena, apparso sulla terra tantissimo tempo fa: Il Cubo di Rubik.
Questo esaedro possiede facce segmentata da sei quadrati di colori diversi, il responsabile a capo di questa organizzazione segretissima, che tutti conoscono: Nick Fury, sospetta che dietro questi colori e al meccanismo che li modificano di posizioni, sia nascosto una potenza devastante, in grado di dominare non solo l'universo, ma anche Piacenza. Collegato a un meccanismo di raffinata tecnologia, ogni giorno viene costantemente esaminato, ruotato, girato e nuovamente osservato per studiarne le caratteristiche e gli effetti. Con metodo e pazienza.
Nick, che una volta era un ex militare in pensione, bianco esperto in balistica ma dopo aver provato le lenti a contatto è diventato nero e cieco da un occhio, è stufo di aspettare ulteriormente il segreto di questo oggetto e, dopo aver discusso la sua strategia con i suoi colleghi, spara un colpo di bazooka al cubo. Le mistiche forze che lo rendono misterioso si manifestano e, dopo aver scaturito qualche chilotone di energia mista a fulmini sparpagliati, fuoriesce un Dio esiliato: Loki
“Chi sei?” - chiede Fury
“Mi chiamo Cristina D'avena” - risponde il Dio, conosciuto anche come il signore degli inganni.
“Dimostralo!” dice Nick sospettoso.
“ jhoooooonny è quasii Magiiiaaaaa!, riprova di nuovo jhoooooonny e come sempre ce la faraaaaai!” - lo dimostra cantando Loki.
“Stai menendo!, la canzone fa:”e come sempre riuscirai” non “ce la farai” - Fury non si può fregare tanto facilmentE.
“Sei arguto uomo, ma è troppo tardi oramai, il cubo di Rubik è mio!”
Segue una lotta furiosa che termina, chiaramente, a vantaggio del signore degli inganni, che fugge via mostrando un sorriso ambiguo sul volto. Inutili i tentativi di fermarlo, troppo veloce, furbo, nell'inseguimento lo perdono in un incrocio: lui gira a destra, dopo aver messo la freccia a sinistra. Non si può inseguire tanto facilmente, il signore degli inganni.

Troppo pericoloso quel cubo, bisogna recuperarlo prima possibile, non solo il mondo è in pericolo, ma anche Cesenatico. Il capo dello Shield, assieme alla sua assistente Robin iniziano a mettere assieme il più grande gruppo di supereroi sulla faccia della terra, la situazione lo impone. Cercano sull'elenco telefonico i nomi di Tony Stark, Bruce Banner, Steve Rogers, Gennaro Thor e li chiamano fissando un appuntamento. I quattro eroi più potenti del pianeta, non perché tali, ma perché sono gli unici che lo dichiarano sui redditi, si incontrano e vengono aggiornati sulla gravissima situazione. Facciamo una descrizione di questi fenomeni:
Iron Man è un playboy, miliardario, filantropo e genio inscatolato in una armatura tecnologicamente avanzata, in grado di volare, sparare e giocare a Tetris mentre è in quota. Capitan America è un ragazzo normalissimo ma patriotico, forse anche troppo magro, che dopo aver voluto subire volontariamente un esperimento è diventato un muscoloso super soldato muscoloso, dotato di forza eccezionale e zero senso dell'umorismo. Ha pochi poteri e la sua abilità è quella di lanciare lo scudo con un angolazione giusta perché gli ritorni sempre indietro, ha provato con il boomerang ma gli riusciva male.
Thor è il fratello figo e biondo di Loki, ha una forza proporzionata al suo rango, ama i fulmini e ha un bel martello duro e potente, gradisce compagnie maschili dai gusti raffinati, chiamatelo al 435376373763 – no perditempo.
Hulk è il mostro dietro a un brillante scienziato, alcuni anni fa Bruce Banner, stava cercando di regolare l'impostazione Gamma sul suo monitor, non riuscendoci, si è infuriato con cosi tanta rabbia da trasformarsi in un gigante verde con i pantaloni più resistenti del mondo. Forza bruta e cervello fino animano questo essere con il potere di spaccare tutto, i suoi colleghi di lavoro lo trattano sempre molto bene, spesso gli offrono anche il pranzo e la cena, a volte gli regalano l'auto.
Le fidanzate più esigenti e ingorde, tendono invece a farlo arrabbiare.
Mi stavo dimenticando di nominare anche altri illustri membri della squadra; Clint Barton alias Occhio di falco, militare abile nell'utilizzo dell'arco e delle frecce, il suo potere è una mira precisa e una fortuna sfacciata, specialmente con il gratta e vinci. Infine, abbiamo un personaggio accattivante, sexy e femminile, che poco ha a che fare con i Vendicatori cartacei di Kirby e Lee: La Vedova Nera; abile nelle arti marziali, brava nel fare espressioni imbronciate e tirare calci negli stinchi. Il suo superpotere è avere l'aspetto di Scarlet Jhoanson, più che sufficiente per ottenere l'attenzione di tutti.
Ora che la squadra è formata, non rimane che cercare il cubo e salvare la terra, nonché Gallarate.
Vendicatori Uniti!
Non voglio svelarvi altro della trama, correrete il rischio di bisbigliarla all'amico seduto vicino a voi al cinema, rovinandogli la sorpresa. Non sarebbe cortese, anche se non c'è nessun omicida da scoprire.
Prima, però, di valutare la bontà della pellicola è bene che approfondisca alcuni dettagli che mi stanno a cuore. Stiamo parlando di un progetto nato anni fa e costruito poco alla volta dalla stessa Marvel Studio, nata dopo i primi film di nuova generazione dei supereroi. E' forse la prima volta che, un simile programma, viene affrontato a livello cinematografico con una strategia cosi efficace. Presentare prima con episodi singoli tutti i membri dei vendicatori e poi riunirli in un unico episodio suona più come opera di una serie televisiva anche se, alla fine, ha funzionato anche nei multisala. Certo, gli eroi di cellulosa sono molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto e apprezzato sulla carta e non se ne può fare una colpa ai registi o sceneggiatori o a chissà chi altro; le regole del cinema sono molto diverse da quelle del fumetto; servono una ideazione del progetto base da sintetizzare in due ore scarse, servono delle trovate per presentare l'eroe che ha un volto fermo, familiare, serve una conversione totale e assolutamente ferma da un disegno, un idea che funziona su carta a una aderente rappresentazione. Aggiungete il dettaglio che visto che sono progetti abbastanza costosi, devono raggiungere più utenza possibile, ideati per farli apprezzare anche a chi, di fumetti, non ne ha mai letti e forse, mai li leggerà.
Il cinema preferisce i volti degli attori, piuttosto che le maschere dei supereroi per attirare pubblico.
Credo che la cosa più impossibile da ottenere in questo genere cinematografico, certo oramai abusato, sia rendere pertinenti e familiari i personaggi. Stiamo parlando di eroi nati da menti creative che vivono avventure incredibili ogni puntata, basta prendere un fumetto di maggior successo a caso in edicola e leggerne il riassunto nella prima pagina per farvi capire di quanto questo mondo sia inevitabilmente contaminato di assurdità creativa. Infilare una chiave di lettura simile nella serratura di concetti cinematografici è un operazione delicata, basta un piccolo errore e si può compromettere l'intera opera, l'importante non è certo la fedeltà del personaggio rispetto alla sua controparte di arte sequenziale (si chiamano cosi anche i fumetti, mi hanno detto) ma ri-disegnargli una nuova dimensione, un nuovo ruolo all'interno di quello che dovrebbe essere, semplicemente, un buon film.
Molto bene, questo: The Avengers è un buon film, senza ombra di dubbio.
Possiede dialoghi efficaci e mai noiosi e, stranamente, riesce a donare in egual misura lo stesso peso di luci e ombre per tutti i personaggi della pellicola, da Iroman a Occhio di falco hanno tutti visibilità e un ruolo definito, importante, nulla è stato lasciato al caso. The Avenger ha il pregio di non prendersi sul serio, lo dimostrano le numerose e divertenti scene non sempre legate al più egocentrico e ironico Tony Stark (IRONic man), che smorzano con un po' di apprezzabile le dovute scene d'azione, anch'esse studiate e girate con lucidità, anche se vicine dalle confuse battaglie di Bay. L'innegabile patriottismo di Capitan America contrasta con l'altrettanto incontestabile fancazzismo di Tony, cosi come il rango di Dio viene contestato e umiliato dalle mazzate del mortale e feroce Hulk, supereroi riuniti contro la loro volontà, con il concetto di salvare il mondo, ma tenuti assieme dai loro difetti e le loro debolezze.
The Avenger potrebbe accontentare tutti, dai fanatici del fumetto allo spettatore casuale; non è altro che puro intrattenere senza fare abuso di computer grafica o complicati giri su se stesso. Scrivo potrebbe, perché a qualcuno potrebbe dare fastidio la formula dell'assurdo che contagia la pellicola, trovandola fastidiosa come una mosca che zampetta sulla televisione. A me spiace per loro, si perdono tutto il divertimento.

Voto: 8 ½