Le parole sono importanti, diceva un Nanni Moretti in formissima, ed anche i tempi. L'anno scorso la Nintendo sembrava avere la carta per sorprendere di nuovo tutti con la Wii U: un tablet come controller per interagire con lo schermo per un gameplay a due display, come un DS formato gigante! Poi, fu la sagra delle stoltezze: giochi annunciati e inesistenti, confusione sull'identità della console, poi sulle specifiche tecniche, insomma, anche il più ottimista doveva riconoscere qualche errore di comunicazione da parte nintendiana.

Il problema è che quella Wii U è stata ripetutamente rinviata, secondo le prime voci avremmo dovuto averla nei negozi già da mesi.

Nulla di male se questo serve per un prodotto migliore e pieno di giochi (se la Nintendo ha abbandonato la vecchia Wii sta già lavorando a titoli per la nuova), ma il punto è che la concorrenza non sta a guardare. Prima la Sony, anche se ufficiosamente, mostra come la Vita possa fare da controller di gioco per la PS3/PS4, poi la Apple ha fatto lo stesso con l'iPad (che gestisce anche la grafica sulla tv) e ieri la Microsoft presenta l'applicazione SmartGlass che trasforma qualsiasi telefono o tablet con Windows Phone in un controller. Tutto ciò esiste già o arriverà comunque in anticipo rispetto alla Wii U, che tra l'altro sarà quella con l'hardware meno brillante del gruppo.

Una generazione fa mi auguravo il peggio per la Wii e la sua forma di gaming, ma consapevole della forza delle sue carte. Oggi continuo a sperare nel fallimento delle sue nuove politiche, ma per la prima volta nella sua storia la Nintendo mi sembra a corto di idee. Ed è troppo lenta.