Final Fantasy VII.
È sufficiente questo nome, anzi quel magico numeretto, il sette, a suscitare in chiunque abbia almeno un minimo di esperienza videoludica, nostalgia, passione, ricordi indelebili, e, in molti casi, pura venerazione.
Il primo Final Fantasy in 3D che inizialmente sarebbe dovuto uscire su Nintendo 64, è il secondo gioco Playstation One in termini di vendite (ben dieci milioni di copie in tutto il mondo) secondo solo al primo Gran Turismo, nonchè tutt'oggi il JRPG più venduto di sempre.
Ma oggi non tratterò del gioco in se stesso, bensì del suo tanto vociferato remake.
Nel 2005, all'E3 di Los Angeles venne mostrato il famoso Technical Demo, la celebre introduzione di FFVII rifatta con la grafica della corrente generazione, suscitando grandissimo entusiasmo tra i fan e alimentando a dismisura le voci di un possibile rifacimento di questo leggendario titolo.



Ma stando alle successive dichiarazioni di Yoichi Wada, presidente di Square-Enix, si trattava di una dimostrazione esclusivamente tecnica delle potenzialità della nuova console di casa Sony (che sarebbe uscita circa un anno e mezzo dopo la presentazione del filmato), calmando così l'hype creatosi fra stampa e fan. Per alcuni fu per Square-Enix solo un modo di pubblicizzare non solo la Playstation 3, ma anche il rilascio del gioco su Playstation Network.
Da allora altri rumor e dichiarazioni degli addetti ai lavori si sono susseguite, ma sempre rimanendo molto vaghe: si potrebbe pensare che stiano mantenendo un basso profilo perchè stanno realmente lavorando al progetto, oppure perchè nelle loro menti hanno a malapena pensato all'ipotesi di realizzarlo (nonostante le pressioni dei fan). Se quest'ultima ipotesi fosse quella che risponde a realtà, non ci sarebbe molto da stupirsi, dato che, a conti fatti, realizzare un remake degno dell'originale è tutt'altro che semplice, per diversi motivi.
In primis vi sono le aspettative generali degli utenti di tutto il mondo. Come già detto, FFVII è uno dei videgiochi più amati di sempre, quindi dare vita a un rifacimento che soddisfi tutti è un impresa pressochè impossibile; qualsiasi cambiamento, anche se marginale, potrebbe far storcere il naso a parecchie persone, specie ai più affezionati all'originale del 1997. Se l'eventuale remake non fosse all'altezza delle aspettative il nome di Square-Enix ne uscirebbe quasi infangato, "rovinare" una simile pietra miliare significherebbe tradire non solo gli utenti, ma anche se stessa. È oltretutto lecito pensare che per molti di questi utenti un remake non sia assolutamente necessario, trovando che il gioco sia perfetto così com'è.
Sempre Yoichi Wada ha recentemente dichiarato che non approverà un remake finchè i nuovi titoli non saranno degni del brand e potranno rivaleggiare in qualità coi capitoli dell'era PsOne. E inoltre: "Un suo remake ucciderebbe il franchise". Si potrebbe discutere se effettivamente oggi la Square-Enix sarebbe davvero capace di riportarlo ai fasti di un tempo (dopo il mezzo passo falso del tredicesimo capitolo), ma da queste parole traspare il timore di come un remake possa incidere sull'immagine non solo del brand stesso, ma sulla casa di Tokyo tutta.
Un altro motivo è la natura stessa di questo gioco: la sua formula di gioco è, ad oggi, "vecchia" di due generazioni. Il decimo capitolo della saga, il primo su Playstation 2, ha rappresentato una svolta importante per questo brand perchè ha introdotto meccaniche di gioco decisamente più lineari (diventate da lì in poi la norma, spin-off e MMORPG esclusi); eliminando la World Map, e nel gameplay in generale. È difatti sufficiente avanzare in un "tunnel" circoscritto dal punto A al punto B, eliminando i nemici che ci si parano davanti e occasionalmente risolvendo qualche enigma. Tale cambiamento (che lo si apprezzi o meno) è stato probabilmente indotto dal bisogno di snellire l'ambiente di gioco per ovviare ai limiti tecnici della PS2 (guadagnandoci anche sul fronte grafico), e per renderlo meno dispersivo, soprattutto a coloro che si avvicinavano per la prima volta alla saga. Questo nuovo approccio non sarebbe mai applicabile a FFVII perchè lo snaturerebbe e minimizzerebbe drasticamente; al contempo però, con la tecnologia delle attuali console di settima generazione, rendere le innumerevoli ed eterogenee ambientazioni di questo gioco (specie la World Map) e le diverse cut-scene con una grafica all'altezza sarebbe molto arduo se non impossibile, anche in termini di tempo e costi di produzione, a meno che non lo producano per Playstation 4/Xbox720.
A distanza di ben quindici anni dalla sua commercializzazione, questo titolo conserva un'aura magica intorno a sè. Discutere di FFVII -e il discorso può essere applicato anche a Zelda: Ocarina of Time, seppur in maniera minore- è come parlare di un'antica reliquia, di una leggenda che suscita nostalgia, lampante testimonianza di una maniera di creare il videogioco che oggi è quasi del tutto perduta, quella dell'impiegare del tutto se stessi nel dare vita a un'opera che tocchi il cuore di milioni di videogiocatori, lasciandola per sempre impressa nelle loro menti. Un remake, per quanto ben fatto, andrebbe inevitabilmente ad intaccare questo alone quasi mistico. Siamo sicuri di volerlo catapultare nel marasma del panorama videoludico odierno, in un'era di prodotti troppo spesso carenti di ispirazione, ombra di ciò che è stato in passato?
E se fosse meglio lasciare tutto così com'è?