Ed eccoci tornati a un nuovo appuntamento con i post della serie "Game in progress", dove parlerò delle mie impressioni di un titolo mentre lo sto giocando... Come? Non ho mai finito il secondo capitolo di GiP su Katawa Shoujo? Eh, è vero, scusatemi ma per vari motivi non ce l'ho più fatta a parlare ancora di quel titolo, ma prometto che prima o poi completerò anche il playthrough di Shizune (sul blog, la parte effettiva del gioco l'ho completata mesi fa)!

Comunque, torniamo a bomba e parliamo di Cthulhu saves the World, omaggio ai J-RPG a 16-bit ad opera di Zeboyd Games, disponibile a cifre irrisorie sul market di XBOX360 e su Steam, dove viene venduto in coppia con l'altro GDR parodistico Breath of Death VII degli stessi Zeboyd.

Finalmente le configurazioni stellari prefigurano il ritorno dei Grandi Antichi, e anche il mostruoso Cthulhu si risveglia nella città sommersa di R'Lyeh, sorge dalle acque... per venire immediatamente colpito da un incantesimo che lo priva di tutti i poteri e lo riduce a misura umana! L'unico modo che ha per ritornare al suo stato originale è quello di compiere un atto di eroismo: dopo averlo scoperto (grazie ai sottotitoli del narratore del gioco ), Cthulhu decide che il più grande atto di eroismo che possa compiere è quello di salvare il mondo... per poi distruggerlo subito dopo aver riacquistato pieni poteri!
Come avrete capito CstW punta tutto sulla parodia affettuosa sia della mitologia di Lovecraft sia dei JRPG dei primi anni '90 e di tutti i loro luoghi comuni: dopo una serie di battibecchi col narratore (che servono anche come istruzioni a chi gioca), il nostro polipone apre il suo primo scrigno, trovandoci una spada, e subito dopo trova sulla spiaggia dove si è risvegliato una ragazza assalita da due mostri. Come primo atto di eroismo può andare, così eccoci al primo combattimento del gioco:
Una volta battute le due creature, la ragazza, che dice di chiamarsi Umi e rappresenta una serie di amichevoli luoghi comuni degli anime (inclusi i capelli blu), s'innamora disperatamente del suo salvatore (saranno i tentacoli? ) e si unisce al party, al gruppo cioè.
A questo punto Umi avvisa Cthulhu che gli conviene raggiungere la città di Miskatonia (altro riferimento lovecraftiano, d'ora in poi non segnalerò anche tutti gli altri perché inizieranno ad essere parecchi!), al di là del complesso di caverne che dà sulla spiaggia. I due attraversano il labirinto di caverne (un dungeon che più tipico non si può), con tutti gli incontri random del caso, incluso quello con un terzetto di avventurieri che, oltre ad essere una parentesi esilarante per il modo in cui Cthulhu razionalizza il fatto che deve ucciderli per essere un eroe, è anche un modo che ha il giocatore di imparare le meccaniche di gioco, tipiche del genere ma con qualche interessante variazione. Usciti dal dungeon, Umi e il grande C attraversano un ponte... per venire assaliti dal primo boss, uno Star Spawn, altra creatura lovecraftiana che non riconosce più il suo vecchio compare.

2012-11-02_00001.jpg Sistemata anche questa faccenda, si arriva a Miskatonia, tipica cittadina da GDR, dove non c'è granché da fare se non ascoltare i cittadini per scoprire dell'esistenza della prima (e purtroppo unica) sotto-quest correlata alla trama che ci si presenta. Possiamo dunque decidere se proseguire verso i Terreni di Sepoltura dei Ninja (!) per salvare un cagnolino smarrito (e ritrovare altro equipaggiamento e confrontarsi con un sub-boss), oppure se recarci direttamente al Santuario degli Eroi, dove si dice esistano armi magiche ottime per ogni avventuriero che si rispetti.

Il Santuario è un altro dungeon ricco di incontri casuali, stavolta su 3 piani, dove bisogna risolvere un semplicissimo puzzle per sbloccare la strada verso la sommità, dove ci aspetta una spada magica senziente... che però non vuole saperne di farsi prendere e ci sfida a duello: il secondo boss!

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Cosa accadrà? Alla prossima!
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