Uno dei punti di forza dei c.d. "Amiga classici" risiede senz'altro nella notevole fessibilità di un hardware efficacemente "customized" che affida diverse funzioni audiovisive ad efficienti chip dedicati.

Per l'utilizzo videoludico, i 16 bit Commodore "Classic" dotati di Original Chip Set (OCS) ed Enhanced Chip Set (ECS) utilizzavano generalmente la modalità "Lores": 320x200 / 320x256 - fino a 32 colori da una tavolozza di 4096.


Chi conosce la ludoteca Amiga, però, sa benissimo che quello dei 32 colors on-screen è, di fatto, un limite meramente teorico, visto che l'hardware permette di aggirarlo grazie al coprocessore Copper (utilizzabile -tra l'altro- per cambiare registri dei colori ad ogni linea di scanline, generando i raffinati gradienti che decorano numerosi background) e in virtù di una modalità denominata Extra-Half-Brite che "raddoppia" i colori a video con l'espediente di affiancare ai 32 standard colors altri 32 ad intensità dimezzata.


In effetti le potenzialità cromatiche degli Amiga OCS/ECS possono variare moltissimo a seconda della perizia messa in campo dal grafico di turno. Analogamente a quanto già accennato nelle precenenti "puntate" (The Colour Inside 1 e The Colour Inside 2) a proposito di Mega Drive (raster effects e Shadow-Highlight Mode) e Atari ST (software palette switching), gli Amiga classici fanno della "dotazione cromatica di default" un potenziale punto di partenza che, in alcuni casi, funge da solida base per ottenere risultati visivi soprendentemente vicini a certi titoli per PC Engine Super-CD ROM.