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Recentemente mi sono riavvicinato alla lettura per cause di forza maggiore (doppia frattura ad un piede e conseguente stivaletto di gesso) e così mi sono "rimesso in pari" con Stephen King, autore che seguo con una certa continuità fin dalla fine degli anni '80.

In effetti mi ero perso 22/11/'63 per un mix di tiepide aspettative e generica distrazione. D'altra parte sfido chiunque a leggere la quarta di copertina di questo romanzo e dire "Wow! Sembra bello!!!"... eppure... da aficionado di King posso dire "a ragion veduta" che, secondo me, 22/11/'63 è uno dei migliori romanzi firmati dal grande autore americano.
Questo libro, infatti, è uno straordinario intreccio di fantasia e realtà, dove la prima rende più vivida, vibrante ed indimenticabile la seconda e dove la variabile temporale stile Ritorno al Futuro non fa altro che focalizzare l'attenzione sull'uomo e sull'universalità dei sentimenti primari: amore ed odio.
22/11/'63 è soprattutto un appassionato inno alla vita, una struggente rappresentazione di un passato ormai lontano che l'autore proietta nelle nostre menti con un'abilità davvero magistrale. Come nella superba prima parte di It, King ci immerge in una realtà che, per ovvie ragioni geografiche e magari anagrafiche, non possiamo aver vissuto e riesce ugualmente a farci vibrare il cuore di nostalgia, a farci amare certi personaggi appartenenti ad un altro tempo e ad un altro continente come se li conoscessimo da una vita, a farci toccar con mano la fondamentale universalità, nel bene come nel male, della natura umana.
22/11/'63 vi coinvolgerà totalmente, vi appassionerà, vi commuoverà e, alla fine, vi impedirà fisicamente di staccare gli occhi dalle sue pagine.
King è dunque tornato ai livelli di eccellenza di romanzi come It e l'Ombra dello Scorpione (testi comunque qualitativamente meno omogenei di questa sua fatica datata 2011), fermo restando che l'incisività dei personaggi e dei loro sentimenti sono in linea con la finezza di gioielli del calibro di Stagioni Diverse, Il Miglio Verde, Cuori in Atlantide e La Storia di Lisey.


Dunque ho fatto bene a "rimettermi in pari". In effetti mi ero disamorato nei confronti del "Re" dopo aver letto The Dome. Intendiamoci: si tratta senz'altro di un romanzo degno della piena maturità tecnica di un eccellente scrittore, un sci-fi/thriller ottimamente confezionato e sorretto da un convincente "cast" di personaggi, da descrizioni vivide ed evocative, da un ritmo ben orchestrato ed intreccio coinvolgente, da villains di altissimo livello... peccato però che il presupposto sia davvero troppo assurdo, troppo arbitrario, troppo da deus ex machina (culmen ex caelo) per non gettare un'ombra su tutta la pur ottima narrazione. The Dome sembra un po' l'equivalente romanzo de La metamorfosi di Kafka... la valenza simbolica è troppo scoperta e artificiosa per non pesare come un macigno sul libro.


In ogni modo a King si perdona questo ed altro. Non si può certo pretendere che un autore che ha pubblicato ben 52 romanzi e 11 raccolte di racconti in 39 anni di attività non abbia fatto diversi passi falsi. Ma ripeto: all'eccezionale autore della Serie La torre nera, allo straordinario romanziere di It, Misery, L'Ombra dello Scorpione, Shining, Il Miglio Verde, Stagioni Diverse, Dolores Claiborne, Pet Sematary, La Zona Morta, Cuori in Atlantide, Il gioco di Gerald, Buick 8... e 22/11/'63 si perdona tutto (o quasi: L'acchiappasogni è imperdonabile... idem come sopra per Le creature del buio -che però nella sua "trashità" è anche divertente-).

Qualcuno dirà: ma tutto questo ha qualcosa a che vedere con i videogiochi? No... però ho letto da qualche parte che gli sviluppatori di Half-Life si sarebbero ispirati al racconto lungo La Nebbia (The Mist) di Stephen King e, in particolar modo, al misterioso "Arrowhead Project"...


Concludo con due motti che sintetizzano efficacemente quello che secondo me è l'approccio letterario più genuino ed efficace di King:


"E' la Storia, e non colui che la racconta." Stephen King (da "Stagioni Diverse")

"Quando leggete un racconto, voglio farvi ridere o piangere, o entrambe le cose insieme. In altre parole, voglio il vostro cuore. Se volete imparare, andatevene a scuola." Stephen King (da "Tutto è fatidico")