E così quest'anno ho deciso di prendere sul serio una ricorrenza che, finora, avevo sempre snobbato bollandola come “americanata” (non entrerò nel merito delle origini celtiche, quindi europee, della festa o di analoghe tradizioni che prevedevano l'uso di travestimenti e zucche anche in Italia fino ad alcune generazioni fa). Sarà perché nella fase attuale della mia vita sono molto propenso ad interessarmi a mostri, vampiri e creature spaventose varie – come se non mi bastassero quelle che incontro ogni giorno al lavoro, eheheheh – che ho intrapreso nella seconda metà di ottobre una maratona videoludica a tema Halloween. I risultati sono stati sorprendenti: non solo ho avuto una buona ragione per riprendere in mano, e a volte finire, giochi che già conoscevo, ma ne ho anche scoperti altri che finora avevo ignorato. Questi quindi i titoli che mi hanno accompagnato in questa avventura.

Zombies (SNES – Konami 1993)

Scelta obbligata per Halloween, anche se non ho certo aspettato questa occasione per giocarlo, anzi, è da diverso tempo che me lo porto dietro. Confesso che inizialmente Zombies Ate My Neighbours (questo è il titolo, assai più evocativo, con il quale è noto al di fuori dell'Europa) mi destabilizzava alquanto, non tanto per la presenza di neonati killer giganti, quanto per le urla delle vittime che vengono uccise. Non potevo sopportare di sentirmi responsabile di tali sofferenze, e mi veniva l'ansia al pensiero di veder trucidare una cheerleader o una vecchietta indifese. È stato proprio questo senso di urgenza e di corsa contro il tempo a tenermi lontano da questo gioco, che per l'appunto, i primi tempi esitavo a prendere in mano. Ma col tempo ho imparato a gestire psicologicamente questo gameplay frenetico, giungendo anche a comprendere che le vittime sono più un intralcio che altro, specialmente nei livelli più avanzati, quando si procede assai più speditamente avendo solo un paio di persone da salvare piuttosto che avendone cinque o sei. Il mio record ad oggi: 36 livelli completati su 55.

Ghosts'n Goblins (NES – Capcom 1986)

Ecco un altro titolo che non poteva assolutamente mancare, ma che anche in questo caso mi accompagnava da tempo. Il risultato degno di nota è che durante questa maratona Halloween sono riuscito a finirlo, meritandomi così la famosa schermata di “congraturation”! Sinceramente non pensavo che ce l'avrei mai fatta, e invece ho scoperto che l'impresa, seppur titanica, non è affatto impossibile. Grazie anche agli unlimited continues generosamente messi a disposizione dai programmatori, basta provare e riprovare, finché non si riesce ad elaborare la strategia perfetta per attraversare indenni (o male che vada in mutande) tutti i livelli. Nel sesto, in particolare, il più ostico, è necessario capire quali movimenti fare e quali NON fare per evitare di risvegliare nemici che, se non “provocati”, se ne staranno semplicemente al loro posto, del tutto innocui.

Monster in My Pocket (NES – Konami 1992)

Diversamente dai due precedenti, questo è un gioco che si finisce in un batter d'occhio, in un paio d'ore e senza troppi sforzi. È anche un titolo in cui non c'è granché da capire e da imparare a livello di gameplay: saltare da una piattaforma all'altra e far fuori i vari mostri. Stop. Niente segreti, niente armi speciali, niente obiettivi secondari, niente di niente. L'unica particolarità, che distingue Monster in My Pocket da altri giochi analoghi, è il doppio salto, e la possibilità di scegliere se impersonare un vampiro o un mostro alla Frankenstein, che a parte disporre di armi leggermente diverse, mi sono sembrati tutto sommato identici da controllare. Certamente non è uno di quei giochi che lasciano il segno, ma quelle due ore passano piacevolmente. Ah, dimenticavo il finale a sorpresa, con il boss finale, Warlock, che finge di essere stato sconfitto, e inaspettatamente... riappare nello schermo di un televisore!

Monster Party (NES – Bandai 1989)

Monster Party è appena più impegnativo (lo si finisce comunque in una mattinata) ma resta più impresso nella memoria grazie ai suoi boss e alle sue situazioni assolutamente demenziali. È in effetti l'unica ragione per cui è rimasto famoso, ma non è una ragione da sottovalutare. Pur non essendo un capolavoro, sprizza creatività da tutti i pori. Ogni singolo boss (visto che ogni livello ne contiene almeno un paio, da sconfiggere per ottenere la chiave di uscita) meriterebbe di essere ricordato, ma c'è chi l'ha fatto prima di me, per cui rimando a questo link: http://www.sydlexia.com/monsterparty.htm.

Märchen Adventure Cotton 100% (Super Famicom – Datam Polystar 1994)

Una graziosa streghetta (in realtà una bambina che sogna di essere una streghetta), a bordo della sua scopa, spara a orde di mostriciattoli assai kawaii. Questo è in sintesi il gameplay di Cotton 100%, uno sparattutto cute'em up con una grafica coloratissima, musichette divertenti e un arsenale piuttosto fornito di armi speciali... ops, incantesimi! Insomma, la scelta perfetta per un Halloween in salsa nipponica, con tanto di zucche, che non mancano mai. E come avviene in tutti i cute'em up (vedi anche Parodius), i colori sgargianti e la presenza abbondante di creature assurde non impediscono a questo gioco di essere piuttosto impegnativo.

Castlevania II: Simon's Quest (NES – Konami 1988)

Quando si parla di Halloween, Castlevania è uno dei primi titoli che vengono in mente. Naturalmente, avendo deciso di intraprendere una maratona dedicata ad Halloween, non potevo tirarmi indietro, e così ho riesumato (mai verbo fu più appropriato) la cartuccia di Castlevania II, che giaceva sepolta da mesi. Ingiustamente, in quanto il gioco ha molto da offrire in termini di segreti (a volte, come dire... anche un po' “troppo” segreti) e di atmosfera. Finora ho recuperato tre delle cinque parti del corpo di Dracula: me ne restano due custodite in qualche castello che ancora non riesco a raggiungere. A dire il vero, mi resta da scoprire ancora molto, per esempio gli usi e le proprietà dell'aglio e delle unghia di Dracula. Riuscirò a venirne a capo senza cedere alla tentazione di cercare la soluzione su internet?

Super Castlevania IV (SNES – Konami 1991)

E per concludere, un altro Castlevania! Secondo la vulgata, Simon's Quest sarebbe una ciofeca, o comunque un gioco poco riuscito, mentre Super Castlevania IV sarebbe un capolavoro e un must assoluto per i possessori di Super Nintendo. Purtroppo, mi duole ammettere che fra i due è stato proprio quest'ultimo a deludermi maggiormente, principalmente per via del fattore sfida, quasi del tutto assente. Non avevo mai giocato a Super Castlevania IV prima d'ora (faccio pubblicamente ammenda), ma in una serata sono arrivato come se nulla fosse all'inizio dello Stage 8, dopodiché mi è venuto sonno e mi sono copiato la password. Ma se avessi resistito ancora un'oretta, penso che lo avrei finito. I primi livelli sono facili al punto di essere noiosi, con molti punti morti in cui non succede quasi nulla, e anche molti boss possono essere sconfitti al primo tentativo. Proseguendo, capita di morire un po' più spesso, ma mai per colpa dei nemici (molto blandi e pure ripetitivi), quanto per colpa di una piattaforma che si è mancata. Anche dal punto di vista grafico e sonoro, sono rimasto abbastanza deluso, in quanto si percepisce la volontà di creare a tutti i costi un'atmosfera dark, col risultato però di produrre ambientazioni poco memorabili e musiche anch'esse molto generiche, prive dell'impatto della colonna sonora dei Castlevania per NES (compreso Simon's Quest, che in questo eccelle). Insomma, certamente darò un'altra possibilità a Super Castlevania IV nei prossimi giorni, ma per ora non mi ha lasciato una buona impressione.


Con questo è tutto. Dopo questa overdose di zombie, vampiri e fantasmi, è giunto il momento di tornare alla normalità!
Galleria immagini