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Digital Delivery - Il game over dell'effettiva proprietà?

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    Digital Delivery - Il game over dell'effettiva proprietà?

    La distribuzione digitale presenta, almeno a livello teorico, molti aspetti interessanti. Accedere on-line ai prodotti videoludici, infatti, si configura come particolarmente comodo, quanto, in linea di principio, pratico ed economico.

    Bene, sulla comodità del DD direi che c'è ben poco da eccepire, sulla praticità e l'economicità, invece, beh... dipende molto dalla mole (in dati) del prodotto che si intende scaricare in rapporto con la connessione disponibile e, com'è ovvio, dalla misura in cui il prezzo del gioco si discosti da un'ipotetico "equivalente retail".

    L'altro aspetto indubitabilmente positivo del digital delivery è senz'altro l'assenza dei costi legati al supporto fisico e alla distribuzione "materiale". Questo vantaggio per il produttore / publisher dovrebbe comportare (in teoria) prezzi notevolmente più accessibili e una produzione molto più varia e indipendente, anche in virtù della maggiore accessibilità al mercato, con il conseguente ingresso nello stesso di piccoli producer e team indie che, viceversa, non potrebbero sostenere i costi legati alla commercializzazione tradizionale.

    Tornando alla questione prezzi, va da sè che i titoli digital-delivery-only dovrebbero costare meno dei "corrispettivi" retail dal momento che gli oneri sostenuti da produttori e publisher sono inferiori... e questo è pacifico.

    E tuttavia bisogna tenere conto di un altro aspetto che dovrebbe tradursi in un economicità ancora più accentuata dei DD games.

    Acquistare dei titoli tramite un servizio di distribuzione digitale non equivale ad entrare tout court in possesso degli stessi. In realtà il prodotto in oggetto è concesso (a grandi linee) in "comodato d'uso" all'"acquirente", visto che quest'ultimo lo ha praticamente "noleggiato" a "tempo determinato":

    "Con il presente Contratto Valve concede e l'Abbonato accetta, una licenza limitata, a termine e non esclusiva, oltre al diritto d'uso del Software per scopi personali, in conformità con il presente Contratto e con le Condizioni di Sottoscrizione. Il Software viene concesso in licenza e non viene venduto. La licenza non conferisce all'Abbonato alcun titolo o proprietà in relazione al Software." ( Steam Subscriber Agreement )

    Dunque... mi sembra sufficientemente chiaro "Il Software viene concesso in licenza e non viene venduto. La licenza non conferisce all'Abbonato alcun titolo o proprietà in relazione al Software."... l'"acquisto" di un prodotto videoludico tramite distribuzione digitale "somiglia" ad un "comodato d'uso", altro motivo che dovrebbe contribuire significativamente ad incidere sul prezzo finale.


    Voi che ne dite?
    Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
    __________________________________________________ _______________________________________

    "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

    #2
    Tremo di terrore davanti a questo possibile futuro videoludico: Giochi in affitto che ti vengono sequestrati deliberatamente quando cacchio gli pare a loro, mille robe da scaricare per poter giocare, prezzi che quasi non scendono nonostante l'eliminazione del supporto fisico, finte offerte fregatura, Niente più prodotto a tutti gli effetti nelle tue mani e conseguente completo controllo di tale prodotto da parte di chi te l'ho ha "venduto" ecc. ecc. ecc.
    Sapete cosa mi ricorda un pò questo tipo di videogaming, sempre online e giochi mai realmente nelle tue mani (fisiche o virtuali che siano)? Equivale ad affittare una casa per tutta la vita, cioè, buttare soldi nel cesso.
    Tutto questo non è (per fortuna) un futuro certo, ma... possibile.
    Ultima modifica di Cthulhu; 21-03-2012, 17:30.
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      #3
      Come ho gia detto in altri post a me il DD non piace assolutamente. Io voglio avere la copia fisica, ne voglio la proprietà e voglio essere io a disporne, installarla disinstallarla come e quando meglio credo.
      Preferisco spendere 5 euro in più per un gioco della play (visto che confrontando store online e negozi è questa la differenza almeno in casa sony) ed averlo su bluray piuttosto che averne solo una copia digitale
      Hey, look buddy. I'm an engineer. That means I solve problems. Not problems like, "What is beauty?," because that would fall within the purview of your conundrums of 'philosophy'. I solve practical problems!




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        #4
        Prezzi conveniente io non ne vedo molti ( girate su Steam e tranne le offerte io non vedo AFFATTO prezzi convenienti. Poi se per voi 10 euro fanno la differenza fate pure ) . Uccideranno il mercato dell'usato , non spenderanno una lira per la produzione dello scatolame ma intascheranno, col tempo, gli stessi soldi senza alcun costo di produzione ( fisica intendo ) . Il DD tra le altre cose non è eterno e ci potremmo ritrovare a PERDERE centinaia di videogiochi scaricati senza averne più lo straccio di un foglietto. Basta il fallimento di Steam , un crash ai server o qualsiasi altra cosa. Uccideranno il futuro retrogame. Chi parla a favore del DD sono SOLO gli interessati . Il DD avrebbe MOLTO senso se il gioco si pagasse 20 euro contro i 60-70 ( ma ricordo che è un FURTO far pagare 60-70 euro un videogioco... ci siamo solo abituati )

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          #5
          Purtroppo è vero che il contratto di Steam è per certi versi agghiacciante, specialmente per chi, come me, acquista per giocare quando poi c'è tempo e voglia. La speranza è che, trovandosi fondamentalmente ai primi passi, il mercato del digital delivery si evolva anche in merito ai diritti del giocatore. Del resto, non so quanto sia lecito offrire dei giochi in "licenza d'uso a termine" senza stabilirlo questo termine.

          Fra l'altro, potreste forse avere notato in giro su internet che il celebre GAME, il maggiore distributore di videogiochi britannico, è da oggi entrato in amministrazione controllata, che potrebbe rivelarsi uno step preliminare verso la bancarotta. Ovviamente, a parte la feroce concorrenza con Gamestop, sembra che le finanze già precarie siano state danneggiate proprio dal digital delivery nonostante l'Inghilterra rimanga tra i più affezionati alla scatola. La percentuale di persone che acquista solo retail è infatti scesa al 71% contro l'80% dell'anno scorso, ma si prevede che un po' tutti i territori si avvicineranno alle statistiche della Germania che è già al 50%.

          Insomma, a parer mio, la distribuzione digitale integrale è vicinissima, più dei 4-5 anni di cui si parlava poco tempo fa. L'unica cosa che possiamo augurarci è che la competizione si trasferisca velocemente in questo ambito e che alcune scelte prevedano un trattamento migliore del giocatore.
          videoludik.blogspot.com

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            #6
            Prima posto e poi leggo gli altri pareri: ho appena acceso e ho voglia di scrivere sull'argomento.

            Questione prezzi: è fuor di dubbio che si risparmia. Il problema è capire la modalità per farlo. E' logico che qualcosa non convinca sui titoli in DD confrontati con il retail, soprattutto la parità di prezzo con le versioni scatolate.
            Ma non ha senso ORA sfogliare Steam per dire che è costoso (che dovremmo poi dire di Origin? Che è agghiacciante?). Personalmente in due anni ho comprato circa 200 giochi, raramente superando i 10 euro, su vere gemme, ad esempio i due Bioshock, i vari Fallout, Batman e altri grossi titoli. Non si sono cazzi, si risparmia, a volte anche a poco tempo dal rilascio ufficiale, basta dare un'occhiata spesso e volentieri agli sconti giornalieri e quelli nei periodo della festività.
            Bisogna solo essere oculati nelle scelte, e lì dentro le scelte sono infinite. Non vi è paragone con il retail.
            Per me, per ora è un falso problema, questo (anche Skyrim, lo presi su GMG con 10 euro di sconto, 3 giorni dopo l'uscita: ditemi voi dove altro lo avrei trovato a quel prezzo. E fra poco lo tireranno dietro con qualche sconto, sicuro).
            Il discorso che mi preoccupa è:

            "Con il presente Contratto Valve concede e l'Abbonato accetta, una licenza limitata..."

            E' quel termine "limitata" che mi preoccupa. Non è chiarito ed è una specificazione unidirezionale, per la quale c'è da avere paura.
            Loro oggi o domani decidono che ti scade la licenza, senza preavviso e spiegazioni.
            Quando io, l'acquirente, vorrei avere almeno la sicurezza che ciò non accada (alla fine io esco i soldi: per uno scatolato senza attivazione online, io comunque ho una licenza d'uso, ma di certo è solo limitata dal deterioramento del supporto fisico. Ma nei fatti è illimitata).
            Fino ad oggi non mi pare che a qualcuno sia scomparso un prodotto dalla propria libreria per questo motivo, ma non vorrei che succedesse un giorno, e chissà per quale motivo. Forse vorrebbe dire:

            "limitata, nel senso che su eventuali sistemi operativi incompatibili del futuro non avrai diritto ad una riconversione di quel titolo"

            Ecco, mi piacerebbe avere un chiarimento in merito su questa questione.

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              #7
              Originariamente inviato da sm.piacentini Visualizza il messaggio
              Il DD avrebbe MOLTO senso se il gioco si pagasse 20 euro contro i 60-70 ( ma ricordo che è un FURTO far pagare 60-70 euro un videogioco... ci siamo solo abituati )

              Questo, a mio avviso, è uno dei punti chiave della "questione DD"... insieme, per l'appunto, alla poco rassicurante espressione "licenza limitata".

              Io non sono contrario al Digital Delivery... ma, mano a mano che questa modalità di distribuzione prende sempre più piede, i termini d'uso dovrebbero essere aggiornati in senso meno restrittivo, con parallela riduzione dei prezzi. Secondo me la convenienza del DD deve essere abbastanza netta da compensare anche il fatto che si tratta essenzialmente licenze d'uso a "tempo determinato".
              Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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                #8
                Originariamente inviato da Glorfindel Visualizza il messaggio
                "limitata, nel senso che su eventuali sistemi operativi incompatibili del futuro non avrai diritto ad una riconversione di quel titolo"
                Anche a me è un discorso che spaventa non poco.
                Al giorno d'oggi se io ho un vecchio gioco, anche per Windows XP per non guardare troppo indietro e nel mio pc non gira più, non potendo giocarci posso comunque rivenderlo a qualche appassionato (non è un caso raro, la mostruosa protezione Starforce dei vecchi giochi su 7 fa letteralmente a pugni...)
                Ma nella copia digitale? Non posso piu giocarci e non posso più rivenderlo?
                Bella fregatura

                Io se davvero voglion fare una cosa del genere come minimo pretendo un supporto a vita per i titoli con patch e correzioni

                E poi anche la garanzia che i titoli che compro siano sempre comunque e dovunque disponibili. Non di fare porcate come sul PSN che Outrun è sparito e tanti saluti
                Hey, look buddy. I'm an engineer. That means I solve problems. Not problems like, "What is beauty?," because that would fall within the purview of your conundrums of 'philosophy'. I solve practical problems!




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                  #9
                  Non di fare porcate come sul PSN che Outrun è sparito e tanti saluti
                  Vero, ma almeno se lo hai acquistato resta comunque in tuo possesso, e questa è una cosa importante!
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                    #10
                    Il digital delivery è senza dubbio un buon canale di distribuzione, spesso più economico del retail e a volte permette anche di trovare titoli non più in commercio, come i servizi Virtual Console di Wii o GOG. Steam è decisamente uno dei migliori, anche se richiede di aver installata la sua interfaccia e non permette di salvare i giochi per usarli su altri pc. Limiti e vantaggi comunque si bilanciano bene.
                    Io preferisco sempre e comunque la versione scatolata quando esistente, ad esempio quando ho trovato Word of Goo in edizione classica su disco a 9.90 l'ho preso immediatamente! Spesso titoli dd si trasformano in retail, come il recente Bit.Trip, che ha raccolto i sei giochi della serie su un disco unico. Il reale problema è che non è ancora molto chiaro come si preserveranno questi giochi, troppo legati alla memoria interna della console o del computer che li ospita... Speriamo in un utilizzo intelligente del catalogo giochi per utente da parte del produttore, ricordandosi tutti i titoli scaricati e preservandoli per utilizzi futuri su macchine successive, ma non ci conterei troppo...
                    La grande lezione della storia: conoscere il passato per capire il presente.



                    giochi in corso:

                    Attuali: Dead Space 3 (PS3), Pac-Man C.E. (XBLA), Populous (DS).
                    Retro: Utopia (Intellivision), Tetris 2 (SNES), Sacred Oro (PC) campagna Underworld.
                    Facebook Games: CityVille, CastleVille, Happy Aquarium, Waka Waka Reloaded.

                    Completati di recente: Assassin's Creed 1-2, Brotherhood (PS3) Heavy Rain, Beyond (PS3), Dead Space 1-2 (PS3), Super Mario 3D Land (3DS) , New Super Mario Bros Wii (100%), New Super Mario Bros U (Wii U), Zombi U (Wii U), Donkey Kong Country Returns (Wii).

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                      #11
                      Quì c'è un articolo piuttosto interessante che riguarda anche la "questione digital delivery" in rapporto all'"effettiva proprietà"... è stato pubblicato un anno fa, ma, in linea di massima, mi sembra ancora attuale:

                      Digital Delivery e diritti del giocatore: per cosa rinunciare a DVD e Blu-Ray?


                      "Il sogno neanche tanto segreto dei publisher è di arrivare alla completa eliminazione dei supporti fisici: il passaggio definitivo al digital delivery, oltre ad annullare i costi di stampa e distribuzione, eliminerebbe del tutto il mercato dell’usato garantendo ai publisher il controllo totale sui propri giochi, pre- e soprattutto post-vendita. Paradossalmente unaa ‘digitalizzazione completa’ non riuscirebbe ad annullare la pirateria, ma questa sembra essere passata un po’ in secondo piano nelle agende delle aziende del settore: infatti eliminando la necessità di vendere tramite negozi, i guadagni verrebbero massimizzati portando nelle casse dei publisher anche la consistente fetta che viene trattenuta dai rivenditori, ben più concreta delle fantomatiche ‘mancate vendite’ citate da Persson; inoltre in questo modo gli stessi rivenditori verrebbero anche privati della facoltà di far ricircolare i giochi di seconda mano -la loro maggior fonte di guadagno in assoluto- segnando così un doppio colpo che annienterebbe le catene specializzate, vero obiettivo dell’operazione."

                      "L’unico ostacolo a questo delitto perfetto siamo noi: i publisher infatti sanno bene che, benchè il digital delivery funzioni sempre meglio, difficilmente l’utenza accetterebbe di buon grado l’abolizione definitiva di scatole, dischi e manuali, che sono da sempre il primo ed importantissimo corrispettivo psicologico al consistente esborso che viene richiesto per ogni titolo e che -ricordiamoci bene- non corrisponde al possesso del gioco ma solo ad una licenza d’uso (come la famosa EULA – End User License Agreement)."

                      "Visto che il problema siamo noi, proviamo ad immaginarci per che cosa varrebbe la pena di rinunciare ai nostri scaffali pieni di DVD e Blu-Ray. E la chiave per convincere i videogiocatori si potrebbe nascondere proprio tra le centinaia di righe di una licenza d’uso."

                      "Se quella che acquistiamo è solo una licenza d’uso, questo significa che a conti fatti il nostro acquisto è virtuale: noi non compriamo il codice ma soltanto il diritto di usarlo, ed entro limiti piuttosto ristretti. Ma se quello che acquistiamo è sostanzialmente un servizio, non si capisce perchè questo diritto virtuale a poter fruire del servizio pagato debba essere limitato ad una piattaforma fisica e, di conseguenza, abbia una scadenza temporale legata alla vita commerciale della piattaforma stessa: se ad esempio ho già pagato per giocare A Link to the Past su Super Nintendo, perchè per poterlo giocare attraverso la Virtual Console del Wii devo pagare nuovamente la licenza?"
                      Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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                        #12
                        Originariamente inviato da AlextheLioNet Visualizza il messaggio
                        Quì c'è un articolo piuttosto interessante che riguarda anche la "questione digital delivery" in rapporto all'"effettiva proprietà"... è stato pubblicato un anno fa, ma, in linea di massima, mi sembra ancora attuale:

                        Digital Delivery e diritti del giocatore: per cosa rinunciare a DVD e Blu-Ray?


                        "Il sogno neanche tanto segreto dei publisher è di arrivare alla completa eliminazione dei supporti fisici: il passaggio definitivo al digital delivery, oltre ad annullare i costi di stampa e distribuzione, eliminerebbe del tutto il mercato dell’usato garantendo ai publisher il controllo totale sui propri giochi, pre- e soprattutto post-vendita. Paradossalmente unaa ‘digitalizzazione completa’ non riuscirebbe ad annullare la pirateria, ma questa sembra essere passata un po’ in secondo piano nelle agende delle aziende del settore: infatti eliminando la necessità di vendere tramite negozi, i guadagni verrebbero massimizzati portando nelle casse dei publisher anche la consistente fetta che viene trattenuta dai rivenditori, ben più concreta delle fantomatiche ‘mancate vendite’ citate da Persson; inoltre in questo modo gli stessi rivenditori verrebbero anche privati della facoltà di far ricircolare i giochi di seconda mano -la loro maggior fonte di guadagno in assoluto- segnando così un doppio colpo che annienterebbe le catene specializzate, vero obiettivo dell’operazione."

                        "L’unico ostacolo a questo delitto perfetto siamo noi: i publisher infatti sanno bene che, benchè il digital delivery funzioni sempre meglio, difficilmente l’utenza accetterebbe di buon grado l’abolizione definitiva di scatole, dischi e manuali, che sono da sempre il primo ed importantissimo corrispettivo psicologico al consistente esborso che viene richiesto per ogni titolo e che -ricordiamoci bene- non corrisponde al possesso del gioco ma solo ad una licenza d’uso (come la famosa EULA – End User License Agreement)."

                        "Visto che il problema siamo noi, proviamo ad immaginarci per che cosa varrebbe la pena di rinunciare ai nostri scaffali pieni di DVD e Blu-Ray. E la chiave per convincere i videogiocatori si potrebbe nascondere proprio tra le centinaia di righe di una licenza d’uso."

                        "Se quella che acquistiamo è solo una licenza d’uso, questo significa che a conti fatti il nostro acquisto è virtuale: noi non compriamo il codice ma soltanto il diritto di usarlo, ed entro limiti piuttosto ristretti. Ma se quello che acquistiamo è sostanzialmente un servizio, non si capisce perchè questo diritto virtuale a poter fruire del servizio pagato debba essere limitato ad una piattaforma fisica e, di conseguenza, abbia una scadenza temporale legata alla vita commerciale della piattaforma stessa: se ad esempio ho già pagato per giocare A Link to the Past su Super Nintendo, perchè per poterlo giocare attraverso la Virtual Console del Wii devo pagare nuovamente la licenza?"
                        Molto giusto.
                        Peccato che tu l'abbia postato ora, stavo raccogliendo le forze per calarmi nella parte dell'avvocato mancato che sono, e spiegare che il nostro possedere un supporto fisico con dentro il gioco non significa che siamo proprietari o possessori del software stesso.

                        Per come le leggi funzionano nel 99% dei paesi di mia conoscenza, tutti noi giocatori non abbiamo nessun diritto di proprietà sui giochi: siamo semplici utilizzatori finali su licenza, e l'obiezione con cui l'articolo si conclude è sensatissima, e potenzialmente devastante per i produttori che oggi guadagnano dalle riedizioni in DD di vecchi titoli.

                        Personalmente, anche se sono affezionato a tutti i giochi "fisici" che possiedo, non sono contrario al DD, ma solo se le cose cambieranno a favore degli utenti. Ad oggi, i distributori hanno davvero troppo potere: se decidono di segare il supporto a un titolo che ho acquistato in DD, non ci posso fare praticamente nulla tranne incartarmela e mettermela via: non buono, decisamente.
                        Ultima modifica di LordBritish; 22-03-2012, 15:50.
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                        Dal Vangelo secondo Don Zauker

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                          #13
                          L'unica cosa in cui ripongo fiducia è il buonsenso.
                          Che c'è sempre tra chi vende un prodotto e la clientela.
                          Basterebbe poco, un'azione di potere per esercitare quei diritti scritti ("l'utente ha una licenza a tempo determinato"), che ci sarebbe un passaparola spaventoso che lederebbe l'immagine di chi offre questi servizi.
                          Da questo punto di vista un pò mi tranquillizzo. Soprattutto se si parla di piattaforme grosse (e secondo me, infallibili) come Steam. Per questo io ripongo fiducia e compro quando ne ho il desiderio, non facendomi molto problemi. Perchè siamo in milioni sulla stessa barca. E per me la barca è davvero solida.

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                            #14
                            Quì c'è un articolo molto interessate che verte su argomenti analoghi a quelli di questo thread:

                            Etica del digital delivery su PS3, apriamo gli occhi! « Tek Drops


                            "[...] Una delle ultime novità in campo videoludico è stata il digital delivery, metodo certamente comodo… ma sono tutte rose e fiori?

                            Il digital delivery consiste nel distribuire videogiochi, film, libri e musica tramite internet con il download dei file richiesti, sostituendo così di fatto i supporti ottici come i dvd.

                            Concettualmente è un’ottima idea: si abbassano i costi per tutti, i problemi e i tempi di distribuzione sono ridotti, l’acquirente non deve muoversi da casa e non ha in giro decine di dischi. C’è la fregatura? Si, può non importare a tutti ma c’è.


                            Problemi pratici

                            Come si può pretendere di scaricare centinaia, se non migliaia, di megabyte in un paese come il nostro? Certo lo si fa… lasciando accesi pc o console per ore e ore? Diciamolo, le linee adsl in Italia fanno pena e spesso rendono le operazioni di download piuttosto lunghe e stressanti.

                            Uno spunto di riflessione va fatto a livello commerciale: con il digital delivery i costi per chi produce sono minimi ed il consumatore si ritrova prezzi più vantaggiosi… ma tutti quei passaggi che prevedono la copia su dvd, la confezione, la distribuzione, la vendita al dettaglio nei negozi? Si va a spezzare una fetta di commercio non indifferente, non credo faccia molto bene all’economia (e al fatturato dei piccoli negozianti).

                            Poi c’è l’aspetto ambiente e consumi: se non si producono dischi, confezioni o libri di carta, è vero che c’è meno materiale e meno inquinamento, ma i migliaia di server che sostengono il traffico internet? Anche quelli inquinano e consumano un sacco di elettricità. Certo non saprei farvi un paragone di quanto inquina uno rispetto all’altro, voglio solo farvi riflettere sul fatto che la distribuzione digitale via internet non è per nulla “green” come si pensa.


                            Problemi etici

                            Sapete che differenza c’è (a parte il costo) tra un videogioco, un libro o un film acquistati su supporto ottico piuttosto che scaricati da Psn, Amazon o altro?
                            Che nel primo caso abbiamo effettivamente comprato una copia del suddetto articolo, nel secondo è come se lo usassimo “quasi in prestito” sotto le restrizioni di licenza imposte dal venditore. Mi spiego: un gioco su bluray lo posso prestare ad un amico, rivendere a un negoziante, tenerlo come oggetto da collezione, giocarci su hardware retrocompatibile anche dopo 10 anni. Un gioco scaricato da psn è vincolato al mio account: non posso prestarlo, non posso rivenderlo, se il servizio online in questione fra 10 anni non ci sarà più e la mia ps3 si fonde, posso dire addio a ciò che ho legalmente acquistato. E’ vero che ci sono metodi di backup, di recupero dei dati tramite il proprio account in caso di problemi, ma è anche vero che per contratto io usufruisco di un servizio sul quale la casa madre ha tutti i diritti, compreso quello di interromperlo per qualsiasi motivo. Ne consegue che non abbiamo il minimo potere/tutela sui nostri acquisti.


                            [...]

                            Lo stesso discorso vale per musica, film, ebook… vale la pena comprare da Amazon un pdf protetto che funziona solo su un certo kindle ebook reader spendendo 15 euro, oppure conviene spenderne 20 e comprare il libro cartaceo? Nel primo caso ho la comodità della tecnologia, nel secondo ho tutti i diritti che un consumatore dovrebbe avere: il libro è mio e ci faccio quello che voglio, pure gettarlo nel camino dopo averci disegnato sopra."
                            Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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                            "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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                              #15
                              ll Flop della PSP GO dovrebbe far capire che un mercato sostenuto solo dal DD non può portare da nessuna parte.
                              Agli utenti piace avere una copia fisica perchè da la sicurezza di avere qualcosa in mano e non un pugno di bit.
                              Articoli cosi non fanno che far calare la fiducia, perche in fondo non è la stessa cosa possedere fisicamente un gioco e invece sapere di averlo disponibile online...
                              Il supporto fisico puoi portartelo dietro a casa di un amico, puoi scambiarlo, prestarlo, puoi rivenderlo... Io ho scelto la PSP rispetto alla PSP GO proprio per questo, il risparmio per un utente non è solo "mi acquisto un titolo usato e spendo meno" ma anche "me lo faccio prestare da un amico, ci gioco e lo restituisco", tutti vantaggi che il DD non potra mai lontanamente raggiungere

                              Il DD potrà proliferare come complemento alla vendita su supporto, essenzialmente per promuovere titoli piu sperimentali o particolari che non potrebbero essere venduti con la normale distribuzione per via dei rischi... Ma soppiantare il mercato su supporto è praticamente impossibile


                              La mia collezione --->LINK<---

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