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Ganbare Nippon!

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    Ganbare Nippon!

    Credo sia doveroso aprire sul nostro forum una sezione per postare un pensiero al popolo giapponese che sta vivendo una delle peggiori tragedie della sua storia.

    Ne approfitto per postarvi quanto scritto da un professore italiano dell'università Waseda, una delle più prestigiose del Giappone, dove ci spiega la straordinaria reazione al cataclisma.

    "Quella calma «disumana»
    del popolo dei manga

    I giapponesi giudicano se stessi e gli altri in base alle categorie di «autocontrollo» e «autogoverno»



    File davanti a un negozio dopo il terremoto (Reuters) Cronaca di una reazione annunciata. Di fronte a immagini catastrofiche che sembrano uscire dal capolavoro d'animazione di Hayao Miyazaki, Nausicaä della Valle del Vento, non è facile capire come sia possibile non farsi prendere dal panico, non lasciarsi andare alla disperazione più totale, non sentirsi completamente persi. La risposta è semplice: essere preparati. Una preparazione che ovviamente è innanzi tutto di tipo concreto. Per i giapponesi ogni cosa deve essere programmata alla perfezione. Così scuole, uffici, stazioni, ospedali: tutti i luoghi pubblici hanno dei piani di evacuazione ben collaudati che vengono testati periodicamente.
    Ogni anno, ad esempio, nell'università in cui insegno - Waseda - si svolgono le «prove generali» di un'evacuazione. Gli altoparlanti ci avvisano che dobbiamo lasciare l'edificio e così, docenti e studenti insieme, scendiamo tutti in fila le scale fino al piano terra per poi incamminarci con calma fino al punto di ritrovo prestabilito. Una «camminata» di un paio di chilometri molto importante per imparare a conoscere il tragitto che si deve percorrere in caso di emergenza. Usando sempre la metropolitana o altri mezzi pubblici, infatti, non è sempre detto che lo si sappia raggiungere anche a piedi.



    (Ansa) Anche gli inquilini di qualsiasi abitazione privata sanno bene cosa fare durante il sisma e nei momenti immediatamente successivi. Nascondersi sotto il tavolo, se possibile scappare in bagno (l'ambiente di solito più resistente della casa in quanto compatto), ripararsi la testa con la prima cosa rigida a portata di mano, spegnere subito i fornelli e mettersi le scarpe se scalzi (ci si potrebbe tagliare con i vetri). Importante poi è fare in modo che la porta d'ingresso resti bene aperta perché, se una successiva scossa di assestamento dovesse bloccarla, sarebbe poi difficile scappare. Banalità? Provate a trovarvi sotto un soffitto pronto a crollare senza sapere che fare...

    Una volta che la situazione è sotto controllo, si inforca lo zainetto delle emergenze (che si tiene sempre pronto), ci si infila l'elmetto e ci si dirige verso il punto di aggregazione prestabilito in attesa di ulteriori istruzioni. La preparazione psicologica, però, è quella che gioca il ruolo più importante, quella che forse caratterizza principalmente il popolo giapponese. Vivendo in questa parte del mondo, volenti o nolenti, ci si abitua presto a esorcizzare lo jishin (il grande terremoto) anche attraverso battute di spirito, un modo tutto sommato efficace per imparare a familiarizzare con il proprio destino, per diventare fatalisti.




    Attese in stazione (Ansa) Non deve stupire, perciò, la calma mostrata in Giappone di fronte al disastro. Il controllo delle emozioni è un tipo di esercizio psicofisico a cui i giapponesi vengono abituati sin da piccoli. Mostrare in pubblico eccessi di tristezza, ma anche di gioia, viene considerato come un segno di debolezza imbarazzante. Chiunque abbia visto un incontro di sumo, ad esempio, sa bene che né al lottatore vincitore né a quello perdente, viene concesso un sorriso o un'espressione di tristezza. Ma anche capolavori della letteratura come La pioggia nera, di Masuji Ibuse, rendono l'idea: resoconto del disastro atomico di Hiroshima, il romanzo narra con distacco diaristico la Catastrofe umana per eccellenza: ai nostri occhi, un esercizio impossibile.


    Dunque, per quanto agli occhi di un occidentale la reazione di queste ore del popolo giapponese possa sembrare fredda, quasi disumana, quando milioni e milioni di persone sono costrette ad abitare in un contesto relativamente angusto in cui la natura spesso sprigiona tutta la sua forza distruttrice, il controllo delle proprie emozioni, unito a una certa capacità di astrazione, è davvero l'unica maniera per riuscire a sopravvivere. Il grande senso di appartenenza alla collettività è un altro degli elementi fondamentali da tenere in considerazione. In un Paese in cui l'identità nazionale si forma soprattutto attraverso il gruppo, piuttosto che il singolo, anche in situazioni di emergenza estrema è importante non uscire dai propri spazi, rispettare le regole. Soltanto così è possibile mantenere l'ordine sociale e conservare la propria identità. In questo, i samurai sono stati maestri: e il loro spirito, oltre che nei manga, sopravvive nel Dna del popolo del Sol Levante. Nelle prossime settimane di sicuro i giapponesi continueranno a fare quello che gli è stato insegnato, a cercare di controllare il proprio dolore, ad aiutarsi a vicenda rispettando le regole. Se così non fosse, il Paese cadrebbe nel caos più totale e la gente si sentirebbe ancora più disorientata, vittima di questo ennesimo assalto di un Godzilla risalito dalle viscere della terra. Questa nuova catastrofe metterà a dura prova tutti i manuali, le esercitazioni e le simulazioni fatte finora, ma di sicuro alla fine i giapponesi ne usciranno a testa alta, ulteriormente rafforzati, come del resto hanno sempre fatto in passato.


    Alessandro G. Gerevini"
    videoludik.blogspot.com

    il mio blog di notizie sulla nuova generazione!

    #2


    ottimo articolo, ho finito di leggerlo anche io su corriere.it e non si può non essere d'accordo.
    recupero materiale dal Giappone e servizio Aste Yahoo JP

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      #3
      mi dispiace molto per quel che è successo!
      tuttavia so che riusciranno a risollevarsi presto!
      sono riusciti a risollevarsi dalla tragedia avvenuta nel 1945, riusciranno anche a risollevarsi da questo!
      auguriamoli buona fortuna!
      Ogni anno, ad esempio, nell'università in cui insegno - Waseda - si svolgono le «prove generali» di un'evacuazione.
      anche qua in italia le fanno, ma gli studenti se ne fregano altamente! se succedesse da noi una cosa simile, non so che fine faremmo!
      Pong, il videogioco che rivoluzionò il concetto di "videogioco".

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        #4
        sono catastrofi che non riguardano solo il giappone, ma il mondo intero e credo che nessuno possa rimanere indifferente difronte a quello che è accaduto. i giapponesi sono una popolazione forte e spero che si riprendano in fretta. tutta la mia solidarietà...
        Web Designer Freelance
        Chiocciola Web

        "Voglio giocare di giorno, giocare di notte, vivere giocando, morire giocando, e giocarmi l'anima dopo la camicia!"

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          #5
          catastrofi cosi lasciano un segno in ognuno di noi, spero non se ne verifichi una peggiore
          Tutto sarà bello quando Igor lo rinfrescherà, la sua forza è la nostra forza

          Qui dentro c'è un nuovo mondo, qui dentro c'è il nostro futuro, qui dentro c'è il nostro DESTINO

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            #6
            ormai non c'è limite di distruzione nella finzione... ma quando la realtà diventa come nei film sei inerme a qualsiasi catastrofe, i giapponesi sono da stimare solo per il fatto di essere da sempre preparati al peggio. E quando il Vesuvio erutterà? e quando in california arriverà il Bigone? ce ne sono tanti altri ancora che sono sul limite d'allerta... a Messina si aspetta un'altra catastrofe come quella di inizio 900 (e vogliono farci pure il ponte), come saremo preparati allora?
            sigpic

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              #7
              Se non altro, nel bene o nel male, il Giappone è il paese più preparato ed organizzato per fronteggiare simili catastrofi. Certo, contro la potenza dei flutti c'è stato ben poco da fare ma se non altro gli edifici hanno retto ad un terremoto mille volte più devastante di quello che ha raso al suolo l'Aquila e hanno ridotto notevolmente il numero delle perdite. Ricordiamoci, comunque che stiamo parlando di una nazione seria e all'avvanguardia che prenderà a stimolo quanto accaduto per riportarsi velocemente ai vertici mondiali. Piuttosto, non oso immaginare una cosa del genere nel nostro buon vecchio Mediterraneo, tra l'altro il nostro bacino è da sempre a rischio tsunami, prova ne sia quello che colpì la Sardegna 8000 anni fa, quello che contribui ad annientare la civiltà minoica (creta ed in parte cipro) scaturito dall'esplosione del vulcano di Santorini (Thera) e quello più recente dovuto alla caduta di una parete dello Stromboli, poi rivelatosi fortunatamente poco più di un po' di mare agitato. Non dimentichiamoci gli innumerevoli vulcani attivi del nostro bel paese, il vesuvio, l'etna ma soprattutto Empedocle, quest'ultimo molto più pericoloso poichè molto più massiccio e sottomarino. Ebbene, non mi risulta che l'Italia sia minimamente paragonabile al Giappone in quanto a serietà, organizzazione e avvanguardia, ad ogni modo speriamo di non doverlo scoprire mai.
              Ultima modifica di Bert; 13-03-2011, 22:05.

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                #8
                Grande popolo, non c'è altro da dire, immaginando che una cosa del genere succeda qua, vedo già gente presa dal panico che fugge calpestando altre persone cadute...
                Is freedom what we really wanted?
                We no longer belong to anybody. No one will help us
                now. No one will protect us. Now our true power as
                human beings will be tested. We cannot look back. We
                will not waste our victory!

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                  #9
                  Articolo stupendo; i Giapponesi hanno affrontato la situazione nel migliore dei modi. Resta solo da verificare quella "piccola" questione sulla centrale nucleare... i media, come ben sapete, non dicono mai tutto e sovente sporcano le notizie.

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                    #10
                    Bell'articolo non c'è che dire

                    Ho cercato anch'io di scrivere un post dedicato al Giappone, c'ho provato due volte, ma sembravano troppo banali...

                    Auguri al Giappone, terra che ci ha fatto sognare con le mille storie raccontate attraverso manga, anime e videogiochi nel loro stile inconfondibile.
                    Se fosse successo il peggio del peggio, avremmo perso tantissime menti creative...

                    In bocca al lupo!
                    http://www.youtube.com/user/ProcioneSx
                    http://procionesx.blogspot.it/

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                      #11
                      Io sinceramente sono preoccupato. Ho parlato con amici che risiedono là (per fortuna in altre zone) e la situazione sembra piuttosto critica. Ma non c'era anche un utente del forum in Giappone????

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                        #12
                        Quello che colpisce di più di questa terribile tragedia è lo schiacciante senso d'impotenza di fronte ad catastrofi di tale portata.
                        Qualsiasi evento tellurico capace di mettere in ginocchio il Giappone si tradurrebbe in un ecatombe in qualsiasi altro angolo del globo (tranne forse in California).

                        Come ti puoi difendere da un maremoto di queste proporzioni (poichè la maggior parte dei danni e delle vittime è da imputare, appunto, allo tsunami)?
                        Puoi farlo con una rete di sensori... OK... ma se l'epicentro è relativamente prossimo a coste densamente popolate e non evacuabili in tempi rapidi?

                        Poi c'è il punto legato al nucleare... si può realisticamente costruire delle nucleari "sicure" in una delle zone a più alto rischio sismico del pianeta?
                        E' realmente possibile assegnare ad un territorio un determinato un rischio sismico sulla base di statistiche inevitabilmente limitate nel tempo?
                        Ultima modifica di AlextheLioNet; 15-03-2011, 12:16.
                        Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
                        __________________________________________________ _______________________________________

                        "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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                          #13
                          I Giapponesi sanno di vivere sopra una bomba. Lo sanno e sanno prepararsi al meglio, per quanto sia difficile. In un altro luogo del mondo questo disastro poteva rivelarsi assai più grave. Pensate solo che la prima scossa dell'Aquila era "solo" di 5,9 della scala Ricther e ha raso al suolo una città, mentre oggi le sole scosse di assestamento in Giappone superano i 6. Ed è stato lo tsunami il problema più grosso ancora prima del terremoto.
                          Anche noi viviamo su una bomba. Ma noi siamo preparati? Una calamità simile riporterebbe il nostro paese all'età della pietra....

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                            #14
                            Originariamente inviato da Robbey Visualizza il messaggio
                            catastrofi cosi lasciano un segno in ognuno di noi, spero non se ne verifichi una peggiore
                            dopo questa pare che in giappone si stiano tutti grattando lì in basso
                            Gore_Soprano su PSN

                            contro lo strategggismo culturale,che ci ha enormemente rallentato, leggi rebit, è bellissimo!

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                              #15
                              Dopo il terremoto di Kobe speravo di non rivedere più scene del genere. L'unica cosa che mi conforta è sapere che il popolo Giapponese ha sempre dimostrato di rialzarsi, di fronte ad ogni catastrofe che ha dovuto affrontare, più forte di prima e sarà così anche questa volta.
                              Nulla a che vedere con l'Italia dove in Basilicata c'e' gente che paga ancora oggi le conseguenze del terremoto del 1980...

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