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Io scelgo l'impossibile

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    Io scelgo l'impossibile

    Sono Snake e sono qui per porvi una domanda: un uomo non ha diritti sul sudore della sua fronte?
    No, dice l'uomo di Washington. Appartiene ai poveri.
    No, dice l'uomo in Vaticano. Appartiene a Dio.
    No, dice l'uomo di Mosca. Appartiene a tutti.
    Io rifiuto queste risposte. Piuttosto scelgo qualcosa di diverso. Scelgo l'impossibile. Scelgo... Rapture


    Non fui certo io a pronunciare queste parole ma bensì Andrew Ryan folle o genio incompreso che decise di costruire una città nel profondo del mare per sfuggire all'oppressione della civiltà moderna.
    Chi ha avuto la fortuna di giocare a Bioshock conosce bene questa storia che personalmente trovo geniale e non vi nascondo che sono rimasto affascinato dal concetto alla base di Rapture.

    Cos'è che distingue un uomo da uno schiavo? Denaro? Potere? No. Un uomo sceglie, uno schiavo obbedisce.

    Che differenza c'è tra un uomo e un parassita? Un uomo costruisce. Un parassita dice "Dov'è la mia parte?". Un uomo crea. Un parassita dice "Cosa penseranno i vicini?". Un uomo inventa. Un parassita dice "Attento, potresti pestare i piedi a Dio...


    Da queste frasi viene fuori che Rapture non è la solita metropoli, corrotta dal denaro, illusa dalla religione e piegata dalla politica ma piuttosto la salvezza dell'umanità.

    Rapture: la visione di un uomo, la salvezza dell'umanità.

    Più che dell'umanità sarebbe stato giusto dire "la visione di un uomo folle o genio incompreso, la prigione dei migliori umani" questo perchè in una società libera non poteva esserci l'ignoranza, la stupidità o tanto meno la violenza. Solo il meglio avrebbe potuto approfittare di questa visione, ma i lati oscuri dell'uomo si sa che vengono fuori quando meno te lo aspetti e purtroppo chi ha terminato Bioshock sa come va a finire...

    Per farla breve vorrei sapere cosa ne pensate del concetto di "uomo libero che vive per rendere felice se stesso" basato sull'individualismo che tanto fece scalpore e oggetto di studio all'epoca di Ayn Rand (...Andrew Ryan...) filosofa e scrittrice nota per La fonte meravigliosa e La rivolta di Atlante, libri che portarono metaforicamente a galla l'Oggettivismo, un movimento fondato proprio dalla Rand che ritiene:

    "che la realtà esista indipendentemente dalla conoscenza; che le persone individuali siano in contatto con la realtà tramite la percezione dei sensi; che l'uomo possa acquisire la conoscenza oggettiva dalla percezione tramite il processo della formazione dei concetti e la logica induttiva e deduttiva; che lo scopo proprio e morale della propria vita sia la ricerca della propria felicità o l'interesse razionale di se stesso; che il solo sistema politico ed economico coerente con questa moralità sia il rispetto totale per i diritti individuali, nella forma del capitalismo puro; e che il ruolo dell'arte nella vita dell'uomo sia trasformare le idee metafisiche più grandi, dalla riproduzione selettiva della realtà, nella forma fisica —un'opera d'arte— che l'uomo può comprendere e a cui può rispondere emozionalmente."
    There's room for only one Snake, and one Big Boss!

    #2
    La felicità NON si raggiunge con l'idividualismo, tantomeno appoggiando il capitalismo, queste due caratteristiche possono portare solo alla guerra e alla distruzione, l'unica via è il rispetto reciproco e la condivisione, non si può pretendere che tutti la pensino in modo univoco ed eliminare chi non la pensa in tale modo, la conoscenza non deve essere un bene per pochi, al contrario, grazie alla conoscenza si evolve e se tutti la possiedono, tutti si possono evolvere.
    Il capitalismo può esistere solo salendo sulle spalle del prossimo, sulle spalle dei deboli e dei meno fortunati; può portare solo a ciò che sta accadendo adesso, l'annullamento dell'individuo, la sterilità mentale, un mondo "perfetto, bianco e candido", (mentre io preferisco ciò che è carnale, "sporco") in poche parole: Tabula rasa elettrificata.

    Ehm non so se ho colto il tuo concetto e risposto correttamente, ho risposto solo d'istinto.
    Is freedom what we really wanted?
    We no longer belong to anybody. No one will help us
    now. No one will protect us. Now our true power as
    human beings will be tested. We cannot look back. We
    will not waste our victory!

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      #3
      Il beffardo controsenso dell'uomo è che per realizzarsi ha bisogno di collocarsi in un gruppo (famiglia, azienda, stato) che a sua volta, per sua stessa definizione, tende a ridimensionarne l'individualità. Dobbiamo lottare per inserirci e poi lottare per non rimanere schiacciati. Rapture, è vero, doveva essere una selezione, eppure è decaduta per avere tradito il suo status innegabile di società, che come tale ha bisogno di una piramide, la quale, nella follia di un gruppo di umani che si esiliano in fondo all'oceano, culmina con la tirannia di un pazzo insanabile come Ryan. Il più folle dei folli, insomma.

      Per i sogni, per tutto ciò che non pare razionalmente accessibile, c'è l'arte come dice la Rand. Elevare, o tentare di farlo, l'arte a realtà produce dei fallimenti perchè non si possono piantare dei concetti utopici nell'imperfezione sociale. Nella fiction di Bioshock, la perversione di Rapture ne è l'emblema, ma nella storia umana ci sono stati imperatori, re e dittatori schiacciati dal peso dei loro progetti impossibili. Sembra quasi che l'uomo, per trovare una dimensione sostenibile, debba comunque rinunciare ad una parte di sè, quella più individualista per conservare il rispetto verso gli altri in modo da tale che essi stessi siano propensi a rispettare quanto rimane di noi.

      "Il solo sistema politico ed economico coerente con questa moralità è il rispetto totale per i diritti individuali, nella forma del capitalismo puro". Verissimo, eppure un controsenso. Nel capitalismo puro possiamo trovare il rispetto per la nostra individualità. Credo che noi europei (un po' meno in Italia) siamo fortunati a capire di cosa si stia parlando, mentre altrove questi concetti sono confinati ancora in una forma onirica. Il lavaggio del cervello a cui siamo quotidianamente sottoposti, tuttavia, riuscirà a ghermire le generazioni più giovani.
      videoludik.blogspot.com

      il mio blog di notizie sulla nuova generazione!

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        #4
        Interessante... si sente un eco di Toqueville ( http://it.wikipedia.org/wiki/Alexis_de_Tocqueville ) con qualche risonanza (o meglio sonar... ;-)) da "20000 leghe sotto i mari".... (Rapture = Capitano Nemo? ;-)):

        << Secondo Tocqueville, il principio democratico comporta negli individui «un tipo d'uguaglianza immaginaria nonostante la disuguaglianza reale della loro condizione». La tendenza all'uguaglianza delle condizioni che considera inevitabile presenta ai suoi occhi un pericolo. Constata che questo processo si accompagna ad un aumento dell'individualismo («piega su di sé») e questo contribuisce da un lato ad indebolire la coesione sociale e dall'altro induce l'individuo a sottoporsi alla volontà della maggioranza[3]. A partire da questa constatazione, si chiede se questo progresso dell'uguaglianza è compatibile con l'altro principio fondamentale della democrazia: l'esercizio della libertà, cioè la capacità di resistenza dell'individuo al potere politico. Uguaglianza e libertà sembrano in realtà opporsi poiché l'individuo tende sempre più a delegare il suo potere sovrano a un'autorità dispotica e quindi più non ad utilizzare la sua libertà politica: «l'individualismo è una sensazione ragionata che porta ogni cittadino ad isolarsi dalla massa dei suoi simili in modo che, dopo essersi creato una piccola società al suo impiego, abbandoni volentieri la grande società». Secondo Tocqueville, una delle soluzioni per superare questo paradosso, pur rispettando questi due principi fondatori della democrazia, risiede nel restauro dei corpi istituzionali intermedi che occupavano un posto centrale nell'ancien régime (associazioni politiche e civili, corporazioni, ecc.). Solo queste istanze che incitano ad un rafforzamento dei legami sociali, possono permettere che l'individuo isolato deleghi al potere di Stato di esprimere la sua libertà e così resistere a ciò che Tocqueville chiama «l'impero morale della maggioranza». Secondo Tocqueville la società democratica è destinata a trionfare perché è quella che può portare felicità al maggior numero di individui: questa società ugualitaria deve essere governata da leggi certe che verranno sposate dal popolo in virtù del fatto che esso partecipa alla stesura delle stesse attraverso i propri rappresentanti. Questo non implica un livellamento delle condizioni di vita ma un pareggiarsi delle condizioni di partenza: la società statunitense è ugualitaria perché permette a tutti di potersi realizzare, senza sbarramenti di censo. È una società che premia il progresso individuale. Negli Stati Uniti vi è la certezza della sovranità popolare perché tutti partecipano alla gestione della cosa pubblica (suffragio universale maschile). Si viene a evidenziare, però, anche un risvolto negativo: con il suffragio allargato si cade nel dispotismo della maggioranza, è poco cioè lo spazio per chi dissente; si ha così una società massificata e conformista ma allo stesso tempo atomista. Si delinea come conformista perché se la maggioranza sceglie una cosa la minoranza deve adeguarsi senza discutere; allo stesso tempo ciascun individuo, delegato il potere non partecipa più all'attività politica. Nell'ancien régime vi sono corpi intermedi (corporazioni, ordini professionali) che mediano tra lo Stato e il cittadino: ora vengono meno e i cittadini tendono a rinchiudersi nella loro vita privata (atomizzazione). Se la democrazia è solo una vuota affermazione di uguaglianza essa non funziona perché esclude la viva partecipazione. Ci sono però dei contravveleni alla scarsa partecipazione che fanno si che gli USA siano una società mobile: decentramento, associazionismo, religione.

        Grazie ad un ampio decentramento all'interno della struttura federale si moltiplicano le occasioni di partecipazione, è infatti nelle istituzioni comunali che si impara la democrazia. Un eccessivo centralismo tenderebbe a soffocarla.
        L'associazionismo abitua i cittadini a stare insieme, tutti partecipano alla vita dell'associazione con la stessa posizione di partenza, senza differenze di censo.
        La religione gioca un ruolo fondamentale nelle dinamiche politico-sociali dell'America. Chi va ad abitare in quel paese scappa da persecuzioni religiose: la religione deve essere qualcosa che insegna all'individuo a vivere con gli altri individui. La sfera religiosa è staccata dalla sfera politica: la religione ci aiuta a rispettare l'altro, garantisce i costumi; aiuta a governare la cosa pubblica non con istituzioni ma con precetti. La religione, inoltre, abitua il cittadino ad avere una pluralità di vedute e lo prepara al confronto. Vi è però il rischio che la società passi dalla dicotomia nobili-non nobili a quella ricchi-poveri: il pauperismo non deve essere risolto solo attraverso l'intervento dello Stato ma l'individuo deve essere aiutato a realizzarsi da sé.
        >>
        Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
        __________________________________________________ _______________________________________

        "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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          #5
          Mi riesce difficile rispondere in modo completo ed esaustivo alla questio di Snake.

          Anch'io ho giocato a Bioshock, non una ma due volte e senza alcun dubbio è uno dei pochi videogiochi che mi ha lasciato un segno, un messaggio, che ha scatenato in me forti emozioni.

          Ritengo che il disegno alla base di questo gioco ossia l'utopia di Rapture costituisca un unicum nel panorama non solo videoludico (dove possiamo ritrovare esempi di distopia a vagonate) ma anche letterario.
          A Rapture tutto diventa possbile: ingegneria genetica, ricerca scientifica...sciolte da quel vincolo che in superficie le lega alla moralità e all'etica...
          Ritengo che sia proprio questa assenza di un qualsivoglia vincolo a decretare nello stesso tempo il successo e la caduta di Rapture: un'assenza di un seppur flebile controllo imposto dall'alto porta l'utopia di Ryan a fallire e a fallire proprio per mano del creatore...

          I richiami che possono associarsi a Rapture sono comunque tanti, forse troppi e riesce davvero difficile un esame esaustivo di tutte le tematiche etiche/filosofiche ad essa correlate...

          Certo che un film (ventilato da tempo nel mondo di Hollywood) ci starebbe proprio bene
          "In this world everything that has a beginning, has an end"

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