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La moralità del game designer

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  • retrogamer
    ha risposto
    scusate l'OT, ma anche Walt Disney era anti-semita, eppure la gente ha continuato a guardare i suoi cartoni.

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  • AlextheLioNet
    ha risposto
    Per quanto mi riguarda, il vulcanico padre di Earthworm Jim può avere le idee etico-politiche che meglio crede... tutte le volte che leggo di queste curiose contaminazioni tra sfere che generalmente risultano separate reagisco in un solo modo: embè?

    Comprando un videogioco i cui personaggi sono scaturiti dalla fantasia di un creativo, non stabilisco con quest'ultimo un rapporto tipo elettore-eletto... quindi il problema non si pone. Certo... se TenNapel fosse stato un uomo politico e avessi dobuto decidere se votarlo o meno, allora le sue idee e i suoi orientamenti sarebbero stati più importanti...
    Ultima modifica di AlextheLioNet; 22-07-2012, 02:37.

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  • Boyakki
    ha iniziato la discussione La moralità del game designer

    La moralità del game designer

    No, non voglio parlare in questo post di giochi scandalosi o immorali, ma di quanto le scelte personali della vita dei game designer influiscano sui loro prodotti e se sia comprensibile o meno boicottarli per le loro idee a prescindere da quello che realizzano.
    Mi spiego meglio: su un sito di VG si parlava di un possibile ritorno della serie di Earthworm Jim, e del possibile o meno coinvolgimento del designer Doug TenNapel, l'ideatore di Jim e di tutti i bizzarri personaggi e ambientazioni della serie. Su quel sito si era scatenata una discussione riguardo alle dichiarazioni che TenNapel, cristiano ultra-conservatore, aveva fatto sul matrimonio gay e altri argomenti scomodi: metà degli utenti si era scagliata contro di lui, affermando di voler boicottare ogni suo futuro prodotto in quanto realizzato da un bigotto retrogrado che incita all'odio, mentre l'altra metà diceva che a loro non importava nulla, a patto che tornasse a realizzare giochi e a risollevare il mercato con il suo brand unico di umorismo e surrealismo.
    Di solito TenNapel non ha sfruttato le sue produzioni per far passare messaggi legati alle sue credenze (con l'eccezione del personaggio del Professor Monkey-For-A-Head, satira delle teorie di Darwin), ma non si può negare che le sue dichiarazioni al di fuori dell'ambito ludico abbiano sollevato un gran polverone.
    Secondo voi quale sarebbe l'approccio più giusto da adottare in casi come questo? Se per assurdo si scoprisse che Miyamoto picchia i bambini, Molyneux spaccia ecstasy e Wil Wright incita alla supremazia razziale, i loro titoli venderebbero comunque o si scatenerebbero delle campagne di boicottaggio immani? In un altro ambito, la moda, è andata così, con il caso dello stilista John Galliano licenziato per alcuni suoi discorsi anti-semiti, e nell'ambito VG cosa succederebbe?
Sto operando...
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