Deve essere qualcosa di emozionante, guidare un mostro gigante all'interno di un videogame, distruggere intere città, mettere nel panico la popolazione ed eseguire mosse da combattimento degni di un wrestler.
Questa è la lista dei 10 migliori giochi in cui bisogna usare i mostri:
DECIMA POSIZIONE
Crush, Crumble and Chomp! (Epyx, 1981)
Partiamo da molto lontano. 1981: Epyx porta sulla solita gamma di home computer (TRS-80, Apple II e Atari a 8 bit. Ma in seguito anche su VIC-20, Commodore 64 e DOS) questo gioco d'azione a turni il cui obiettivo è distruggere quattro città alla guida di un bel mostrone. Le creature con cui è possibile mettere a ferro e fuoco San Francisco, Tokyo, New York e Washington DC sono tutte cloni dei protagonisti di horror movie degli anni '50: da Goshilla (sic) a Mantra (emulo di Mothra), da Glob (Blob) al Kraken. La grafica, che girava sul solito motore impiegato da Epyx per buona parte delle sue release in quegli anni, era quello che era, eppure Crush, Crumble and Chomp! presentava un'ampia gamma di possibilità per un gioco del 1981. Era perfino possibile far crescere da zero il proprio mostro, spendendo i punti "crunch" in tutta una serie di abilità speciali.
NONA POSIZIONE
Aaargh! (Arcadia Systems, 1987)
Di Aaargh! si leggono in giro per la Rete le peggio cose. Eppure chi scrive ricorda di averlo trovato, nella sua versione per Amiga sul finire degli anni 80, discretamente divertente. Alla guida di un lucertolone gigante o di un ciclope, in questo clone di Rampage si dovevano distruggere vari scenari per raccogliere una serie di uova giganti. Ma più che gli intermezzi nei quali, dopo la conquista di ciascun uovo, occorreva menare l'altro mostro in un primordiale beat 'em up uno contro uno, di gustoso c'era il fatto che la popolazione del gioco era ben poco inerme. Armati di catapulte e aiutati da bizzarre zanzare giganti, i villici sapevano rendersi molto, molto fastidiosi. Oltre che in versione Amiga, Aaargh! fu distribuito anche per Apple IIgs, ST, C64, MSX, ZX Spectrum e Amstrad CPC.
OTTAVA POSIZIONE
Black & White (EA, 2001)
Peter Molyneux: genio incompreso o persona abilissima nel creare aspettative enormi, spesso non all'altezza dell'effettivo valore dei suoi titoli? Che siate propensi a iscrivervi all'una o all'altra scuola di pensiero, resta il fatto che il primo Black & White era un gioco davvero innovativo e sulle prime dannatamente avvincente. Sulle prime. Venendo ai mostroni, le "creature" del titolo di Lionhead Studios rientrano a pieno titolo nella nostra parata di bestie giganti. Perché per quanto fosse possibile insegnare loro semplicemente a prendersi cura del villaggio, ricompensarle con un grattino e tutto il resto, quel che conta in questa sede è che si poteva farle incattivire e addestrarle come perfette macchine di distruzione. Per scagliare alberi in allegria contro un villaggio nemico o prendere all'uopo a ceffoni le altre creature.
SETTIMA POSIZIONE
The Movie Monster Game (Epyx, 1986)
Altro gioco di mostri di Epyx, sulla falsariga del precedente ma pubblicato solo per due piattaforme (Apple II e Commodore 64) e con qualche aggiunta di rilievo. Goshilla ha lasciato innanzitutto il posto al vero Godzilla, in virtù di un accordo stretto con la giapponese Toho, e in mezzo agli altri mostri compare anche Mr. Meringue, un clone dell'omino dei Marshmallow di Ghostbusters. E parlando di C64, ritagliamo qui un po' di spazio per Mail Order Monsters di EA (1985). Possiamo? Ma sì, che ci frega: possiamo. Mail Order Monsters era un gioco in cui si potevano creare mostri giganti di ogni tipo, equipaggiarli con armi fantascientifiche e farli combattere tra loro. I risultati ottenuti con le bestioline potevano essere salvati nella versione su floppy, in modo da tornare a sviluppare la creatura con i crediti ottenuti nelle vittorie successive.
SESTA POSIZIONE
Primal Rage (Atari 1994)
Un clone di Mortal Kombat talmente sputato che i mostroni che ne infoltiscono il roster, a ben vedere, riprendono ciascuno le caratteristiche di uno dei lottatori tamarri del gioco Midway: lo scimmione Blizzard ha un potere simile a quello di Sub-Zero, il tirannosauro Diablo ha una fatality sulla falsariga di quella di Scorpion, e così via. Ma di questo a noi interessa tanto quanto. L'importante è che abbiamo un picchiaduro con delle divinità, che queste divinità hanno stranamente l'aspetto di bestie preistoriche o mitologiche (dinosauri e scimmioni, in buona sostanza), e che il tasso di violenza è così elevato che Primal Rage finì dritto nel calderone delle campagne anti-videogioco condotte, forconi e torce in pugno, dalla stampa americana a metà anni 90. Tanto da spingere Atari a realizzarne diverse versioni, le ultime delle quali con la possibilità di disattivare del tutto gore, fatality e consumo dei primitivi al dente.
Continua...
Questa è la lista dei 10 migliori giochi in cui bisogna usare i mostri:
DECIMA POSIZIONE
Crush, Crumble and Chomp! (Epyx, 1981)
Partiamo da molto lontano. 1981: Epyx porta sulla solita gamma di home computer (TRS-80, Apple II e Atari a 8 bit. Ma in seguito anche su VIC-20, Commodore 64 e DOS) questo gioco d'azione a turni il cui obiettivo è distruggere quattro città alla guida di un bel mostrone. Le creature con cui è possibile mettere a ferro e fuoco San Francisco, Tokyo, New York e Washington DC sono tutte cloni dei protagonisti di horror movie degli anni '50: da Goshilla (sic) a Mantra (emulo di Mothra), da Glob (Blob) al Kraken. La grafica, che girava sul solito motore impiegato da Epyx per buona parte delle sue release in quegli anni, era quello che era, eppure Crush, Crumble and Chomp! presentava un'ampia gamma di possibilità per un gioco del 1981. Era perfino possibile far crescere da zero il proprio mostro, spendendo i punti "crunch" in tutta una serie di abilità speciali.
NONA POSIZIONE
Aaargh! (Arcadia Systems, 1987)
Di Aaargh! si leggono in giro per la Rete le peggio cose. Eppure chi scrive ricorda di averlo trovato, nella sua versione per Amiga sul finire degli anni 80, discretamente divertente. Alla guida di un lucertolone gigante o di un ciclope, in questo clone di Rampage si dovevano distruggere vari scenari per raccogliere una serie di uova giganti. Ma più che gli intermezzi nei quali, dopo la conquista di ciascun uovo, occorreva menare l'altro mostro in un primordiale beat 'em up uno contro uno, di gustoso c'era il fatto che la popolazione del gioco era ben poco inerme. Armati di catapulte e aiutati da bizzarre zanzare giganti, i villici sapevano rendersi molto, molto fastidiosi. Oltre che in versione Amiga, Aaargh! fu distribuito anche per Apple IIgs, ST, C64, MSX, ZX Spectrum e Amstrad CPC.
OTTAVA POSIZIONE
Black & White (EA, 2001)
Peter Molyneux: genio incompreso o persona abilissima nel creare aspettative enormi, spesso non all'altezza dell'effettivo valore dei suoi titoli? Che siate propensi a iscrivervi all'una o all'altra scuola di pensiero, resta il fatto che il primo Black & White era un gioco davvero innovativo e sulle prime dannatamente avvincente. Sulle prime. Venendo ai mostroni, le "creature" del titolo di Lionhead Studios rientrano a pieno titolo nella nostra parata di bestie giganti. Perché per quanto fosse possibile insegnare loro semplicemente a prendersi cura del villaggio, ricompensarle con un grattino e tutto il resto, quel che conta in questa sede è che si poteva farle incattivire e addestrarle come perfette macchine di distruzione. Per scagliare alberi in allegria contro un villaggio nemico o prendere all'uopo a ceffoni le altre creature.
SETTIMA POSIZIONE
The Movie Monster Game (Epyx, 1986)
Altro gioco di mostri di Epyx, sulla falsariga del precedente ma pubblicato solo per due piattaforme (Apple II e Commodore 64) e con qualche aggiunta di rilievo. Goshilla ha lasciato innanzitutto il posto al vero Godzilla, in virtù di un accordo stretto con la giapponese Toho, e in mezzo agli altri mostri compare anche Mr. Meringue, un clone dell'omino dei Marshmallow di Ghostbusters. E parlando di C64, ritagliamo qui un po' di spazio per Mail Order Monsters di EA (1985). Possiamo? Ma sì, che ci frega: possiamo. Mail Order Monsters era un gioco in cui si potevano creare mostri giganti di ogni tipo, equipaggiarli con armi fantascientifiche e farli combattere tra loro. I risultati ottenuti con le bestioline potevano essere salvati nella versione su floppy, in modo da tornare a sviluppare la creatura con i crediti ottenuti nelle vittorie successive.
SESTA POSIZIONE
Primal Rage (Atari 1994)
Un clone di Mortal Kombat talmente sputato che i mostroni che ne infoltiscono il roster, a ben vedere, riprendono ciascuno le caratteristiche di uno dei lottatori tamarri del gioco Midway: lo scimmione Blizzard ha un potere simile a quello di Sub-Zero, il tirannosauro Diablo ha una fatality sulla falsariga di quella di Scorpion, e così via. Ma di questo a noi interessa tanto quanto. L'importante è che abbiamo un picchiaduro con delle divinità, che queste divinità hanno stranamente l'aspetto di bestie preistoriche o mitologiche (dinosauri e scimmioni, in buona sostanza), e che il tasso di violenza è così elevato che Primal Rage finì dritto nel calderone delle campagne anti-videogioco condotte, forconi e torce in pugno, dalla stampa americana a metà anni 90. Tanto da spingere Atari a realizzarne diverse versioni, le ultime delle quali con la possibilità di disattivare del tutto gore, fatality e consumo dei primitivi al dente.
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