... e se domandate chi è Lakitu, vi tolgo il saluto!!
La questione mi è venuta in mente leggendo le recensioni di Epic Mickey per Wii: il gioco viene presentato come solido, artisticamente ispirato e coinvolgente, dal gameplay appassionante e dalla buona longevità. Ottimo, per uno che come me non aspettava occasione migliore per rinverdire la passione disneyana. Se non fosse per le grosse lamentele che unanimemente si sollevano contro quello che pare il più grosso difetto di questo titolo: la gestione della telecamera. Da quando è stata introdotta una dimensione in più alle "piatte" realtà tipiche del videogioco di era "classica" (in cui, tuttavia, una realizzazione ottimale dello scrolling nelle due dimensioni era sempre funzionale alla godibilità del gioco) la gestione della telecamera, tranne per le avventure in prima persona in cui i problemi sono drasticamente minori, è sempre stato un punto cruciale affinché i giochi potessero essere fruibili senza frustrazioni. Dal primo, vero 3D puro, quello di Mario 64 (in cui lo sporco lavoro del cameraman era svolto dal su citato Lakitu) in poi si sono visti risultati da buoni a disastrosi. Però ho letto persino di critiche a sistemi di camere che per me sono risultati infallibili, così come titoli in cui ho avuto difficoltà di visuale ad altri sono parsi ben gestiti. I noccioli della questione che voglio sollevare sono questi: quanto sono soggettivi i problemi con le telecamere? Quanto dipendono dalla capacità del giocatore di sapersi orientare, saper prevedere le strutture dei mondi virtuali in cui si muove e di saper muovere a piacimento le camere non fisse improvvisandosi a sua volta regista? E soprattutto, può una bella esperienza di gioco trasformarsi in un incubo a causa della telecamera, facendo risultare quindi un gioco potenzialmente buono una frustrazione continua?
Personalmente credo che, salvo casi disastrosi in cui è davvero difficile giocare, bisogna sviluppare la capacità di orientarsi in quella che è una mappa in movimento, la porzione di realtà virtuale che viene presentata su schermo, e saper sopperire con questa le carenze della camera automatica, sapendola muovere con gli appositi controlli quando possibile. Sono uno che muove spesso la telecamera quando gioca, mi piace scegliere le prospettive migliori, le angolazioni più comode o visivamente più appaganti, però riconosco quando il sistema che la gestisce automaticamente è mal realizzato: ricordo che giocai ad un gioco che aveva una camera talmente pessima che non ricordo neanche più che gioco fosse, ma solo quanto fosse penoso giocarci .
P.S. Prenderò Epic Mickey. Sono sicuro che mi piacerà.
La questione mi è venuta in mente leggendo le recensioni di Epic Mickey per Wii: il gioco viene presentato come solido, artisticamente ispirato e coinvolgente, dal gameplay appassionante e dalla buona longevità. Ottimo, per uno che come me non aspettava occasione migliore per rinverdire la passione disneyana. Se non fosse per le grosse lamentele che unanimemente si sollevano contro quello che pare il più grosso difetto di questo titolo: la gestione della telecamera. Da quando è stata introdotta una dimensione in più alle "piatte" realtà tipiche del videogioco di era "classica" (in cui, tuttavia, una realizzazione ottimale dello scrolling nelle due dimensioni era sempre funzionale alla godibilità del gioco) la gestione della telecamera, tranne per le avventure in prima persona in cui i problemi sono drasticamente minori, è sempre stato un punto cruciale affinché i giochi potessero essere fruibili senza frustrazioni. Dal primo, vero 3D puro, quello di Mario 64 (in cui lo sporco lavoro del cameraman era svolto dal su citato Lakitu) in poi si sono visti risultati da buoni a disastrosi. Però ho letto persino di critiche a sistemi di camere che per me sono risultati infallibili, così come titoli in cui ho avuto difficoltà di visuale ad altri sono parsi ben gestiti. I noccioli della questione che voglio sollevare sono questi: quanto sono soggettivi i problemi con le telecamere? Quanto dipendono dalla capacità del giocatore di sapersi orientare, saper prevedere le strutture dei mondi virtuali in cui si muove e di saper muovere a piacimento le camere non fisse improvvisandosi a sua volta regista? E soprattutto, può una bella esperienza di gioco trasformarsi in un incubo a causa della telecamera, facendo risultare quindi un gioco potenzialmente buono una frustrazione continua?
Personalmente credo che, salvo casi disastrosi in cui è davvero difficile giocare, bisogna sviluppare la capacità di orientarsi in quella che è una mappa in movimento, la porzione di realtà virtuale che viene presentata su schermo, e saper sopperire con questa le carenze della camera automatica, sapendola muovere con gli appositi controlli quando possibile. Sono uno che muove spesso la telecamera quando gioca, mi piace scegliere le prospettive migliori, le angolazioni più comode o visivamente più appaganti, però riconosco quando il sistema che la gestisce automaticamente è mal realizzato: ricordo che giocai ad un gioco che aveva una camera talmente pessima che non ricordo neanche più che gioco fosse, ma solo quanto fosse penoso giocarci .
P.S. Prenderò Epic Mickey. Sono sicuro che mi piacerà.
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