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"Sol levante e pioggia battente" - Olandesi e giapponesi rappresentati da un toscano

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    "Sol levante e pioggia battente" - Olandesi e giapponesi rappresentati da un toscano

    La segnalazione poteva anche andar bene per un thread del tipo "L'ultimo libro che avete letto", ma, visto che si tratta di un libriccino (61 pagine) che mette ironicamente a confronto olandesi e giapponesi con alcuni brani gustosissimi sui nostri beniamini nipponici, direi che è più opportuno aprire un topic dedicato a questo "Sol levante e pioggia battente" (2011 - http://www.anobii.com/books/Sol_leva...5ac72b2adcfec/ ), gustoso "intramuscolo letterario" firmato dal pisano Marco Malvaldi (concittadino e quasi coetaneo -classe '74- del sottoscritto).

    Di seguito alcuni di simpatici stralci relativi al popolo nipponico...

    << Il galateo giapponese è inviluppato e contorto come un vecchio ulivo e l'attenzione che il nipponico vi ripone è maniacale. Tanto per datvi un'idea, supponiamo che vogliate usare nella vostra conversazione il verbo "andare". Se state parlando con un vostro amico di lunga data, non c'è problema: potete usare il verbo andare nella forma piana, e dire iku. Se però state parlando, in un discorso informale, con una persona che conoscete pur senza avere eccessiva confidenza, regola vuole che usiate la forma gentile, ovvero ikimatsu. Se invece, in un momento di puro masochismo, state parlando con un giapponese in ambito lavorativo, e questa persona è più importante di voi o vostro pari grado, dovrete fare attenzione: sarà necessario che vi riferiate al fatto che il vostro splendido interlocutore vada da qualche parte usando la forma onorifica (irasshaimasu), mentre se dovete fare riferimento alla vostra insignificante persona sarà il caso di usare la forma umile (marimasu).
    Detto questo, comincia ad apparire chiaro per quale motivo i giapponesi, una volta usciti dal lavoro, spesso si danno all'alcol. >>

    << Allo stesso modo, il complesso intersecarsi delle regole di comportamento nipponiche ha come conseguenza che i giapponesi, in media e singolarmente, sfoggiano una cortesia che sfiora l'inumano [...] >>

    << Una delle esperienze più comuni che vi capiteranno se vi avventurerete in una città del Sol Levante è quella di chiedere a un passante se conosce la strada per arrivare ad un dato posto che vi interessa. L'inoffensivo nipponico al quale vi rivolgerete, una volta capito che vi state rivolgendo proprio a lui per una informazione, si mostrerà visibilmente emozionato. L'emozione può avere le seguenti ragioni:

    a) L'indigeno è entusiasta di potervi dare una mano e onorato che degli stranieri si siano rivolti a una persona così comune come lui per avere una informazione vitale, e arde dal deisderio di autarvi. Il nostro si prodigherà in informazioni dettagliatissime su come giungere alla meta agognata e si adopererà affinché dobbiate fare la minor fatica possibile per arrivarci; se è necessario che prendiate la metro, oltre che spiegarvi dove prenderla e a quale linea scendere, non è raro che vi dia personalmente il biglietto, se ne ha uno in tasca, e senza ovviamente volere niente in cambio.

    b) Il nativo parla solo giapponese e le uniche parole inglesi che è in grado di articolare, seppure distorcendole oltre i limiti del comprensibile, sono "computer" e "Beckam". Pur essendo ansioso di aiutarvi, non è purtroppo in grado di capire una mazza di quanto state dicendo, nè di fornirvi informazioni a voce. A quato punto, nell'impossibilità di comunicare con voi per via linguistica, al vostro interlocutore sembrerà naturale accompagnarvi personalmente nel posto in cui desiderate andare. Se questo dovesse comportare il fatto di prendere treni o autobus per raggiungere la meta, la cosa non lo distoglierà minimamente dal suo compito. So che può risultare difficile da credere, ma vi assicuro che non sto scherzando.

    c) L'autoctono, pur essendo nato nella città in cui vi trovate e nella quale vive da quarant'anni, no ha capito a che luogo vi stiate riferendo o, se lo ha capito, non ha la più pallida idea di dove cacchio sia. (Anche questa eventualità non è affatto rara, credetemi. Al mio arrivo a Kyoto mi sono ritrovato dentro un taxi il cui conducente ignorava dove fossero sia il mio albergo, sia la strada in cui era situato. Ci abbiamo messo quasi mezz'ora per trovarlo, e sospetto che il tassista si sia licenziato subito dopo per il disonore). Questo non lo scoraggia, in quanto vi siete rivolti a lui per essere aiutati e per quasto è suo preciso dovere farsi carico del vostro destino; quindi incomincerà a fermare sistematicamente i passanti da lui ritenuti dall'aspetto degno di fiducia e a chiedere lumi a sua volta. Tale tecnica può dare luogo a curiosi capannelli animati che, in altri tempi e in altri paesi, sarebbero stati riconosciuti come adunata sediziosa e sciolti con la forza; ciò nondimento prima o poi troverete qualcuno che sa dove dovete andare e che è in grado di spiegarvelo, o di accompagnarvi. >>
    Ultima modifica di AlextheLioNet; 03-09-2011, 17:29.
    Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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    "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")
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