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Titoli per Mega Drive da riscoprire o rivalutare?

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    Originariamente inviato da AlextheLioNet Visualizza il messaggio

    In effetti ai tempi non suscitò grandi entusiasmi, ma va ricordato che nel 1996 ormai le antenne dei videogiocatori erano per lo più puntate sulle nuove console 32-bit...

    Pocahontas è un platform decisamente atipico che propone meccaniche di gioco non dissimili per determinati aspetti da Prince of Persia, Flashback e The Lost Vikings. L'atmosfera poi può ricordare in parte quella di Ecco the Dolphin e seguito ed è secondo me recentemente stata in parte ricreata nel recente Tanglewood.
    diciamo che è stato mal etichettato..e poi riscoperto col tempo.

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      Dahna: Megami Tanjou (IGS, 1991 ) e' un curioso action-platform a' la Rastancon pero' un'avvenente fanciulla come protagonista, diverse interessanti variazioni sul tema e tre attacchi magici a potenza variabile. Titolo dall'accattivante atmosfera cupa e dal meno invitante sistema di controllo (gestibile con un po' di pratica ma non proprio immediatissimo e a conti fatti non particolarmente azzeccato), per quanto Dahna non si faccia certo notare per rilevanti meriti audiovisivi se non altro evidenzia come gli sviluppatori siano stati di manica abbastanza larga sul fronte della parallasse e beneficia del fatto che la soundtrack a cura dei T's Music risulti tutto sommato adeguata e tecnicamente apprezzabile.

      In definitiva il titolo sviluppato dalla software house "meteora" IGS presenta spunti azzeccati e un'intrigante impronta dark (nonche' una bella cover), ma in definitiva non riesce a proporli in modo abbastanza elaborato e sufficientemente calibrato da lasciare, complice anche la mancata distribuzione sui mercati occidentali, un'impronta significativa nella ludoteca Mega Drive.

      Per "rimediare" al fatto che la sola release giapponese e sud-coreana di Dahna presenta introduzione, schermate d'intermezzo e sequenza finale nella lingua del magico paese del sol levante, nel 2016 una Translation Patch ha tradotto in inglese i testi dell'action-platform IGS. ( https://www.retrogaminghistory.com/articles/news/236290-dahna-megami-tanjou-rilasciata-english-fan-translation-patch-per-questo-platform-hack-n-slash-per-mega-drive )

      Di seguito un nuovissimo Longplay:








      Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
      __________________________________________________ _______________________________________

      "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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        Assault Suits Leynos / Target Earth (NCS / Masaya / DreamWorks, 1990 - Mega Drive), ovvero: quando Gundam diede l'assalto al 16-bit Sega... in incognito

        In effetti si respira un'atmosfera spiccatamente "gundamiana" nel run 'n' gun Assault Suits Leynos / Target Earth, titolo in cui si prende il comando di un mobile suit appunto "a' la Gundam" (come i corrispettivi pseudo-Zack nemici) e si cerca, anche con l'ausilio di altri mecha facenti parte della medesima squadra oppure con la copertura di navicelle spaziali da combattimento, di portare a compimento una serie di missioni in avamposti sotto attacco sulla superficie di pianeti, nello spazio, in una foresta, in una base nemica, ecc.

        Il tutto e' suggestivamente punteggiato di piccoli intermezzi narrativi e comunicazioni radio (ovviamente testuali -in inglese nella versione nordamericana Target Earth- come imponeva una cartridge di 4 Mbit in un titolo sviluppato per Mega Drive nel 1990) e ben diversificato in termini di varieta' di armamenti ed equipaggiamenti da sbloccare progressivamente (ben 14 -incluso uno scudo-).

        Purtroppo gli sviluppatori NCS, complice forse l'eccessiva ambizione del progetto in rapporto alla capacita' ridotta della cartridge (in effetti nel 1990 sarebbe stato possibile usarne una di 8 Mbit), non hanno conferito ad Assault Suits Leynos un'estetica memorabile, anzi! Purtroppo le dimensioni assai contenute degli sprite, il livello di dettaglio abbastanza ridotto dei fondali e l'implementazione minima dello scrolling parallattico a fronte di una barra di stato particolarmente ingombrante non consentono a questo run 'n' gun di lasciare visivamente il segno. Per fortuna la caratura tecnica recupera un po' di terreno sul fronte della soundtrack, orecchiabile, compositivamente adeguata e con alcuni "strumenti" FM azzeccati (semplicemente perfetto l"incipit "slappato" del primo brano ingame quando si entra in azione) e altri meno (sempre nella prima chiptune le cacofoniche "trombette") e non sfigura sul piano dello sprite handling, concedendo momenti di notevole affollamento di proiettili e nemici.

        Relativamente alla giocabilita' Assault Suits Leynos risulta si gia' abbastanza' generoso sul piano del divertimento

        a prezzo di un po' di pratica sul sistema di controllo (se anche Peter Rei ha dovuto faticare per controllare al meglio il primo Gundam, figuriamoci noi!), ma riserva il massimo della prodigalita' alla sfida. In altri termini il titolo NCS e' particolarmente difficile, tanto che nel mobile suit suderete davvero sette camice per vedere l'apprezzabile sequenza finale.

        "Eccoli che ci assalgono non aver paura mai"

        N.B.: Assault Suits Leynos e' il primo di una serie che prosegue su Super Nintendo / PlayStation 2, Saturn e PlayStation con Assault Suits Valken / Cybernator, Assault Suits Leynos 2 e Assault Suits Valken 2 rispettivamente. L'ultimo capitolo della serie e' un remake modernizzato proprio del capostipite Assault Suits Leynos, rifacimento rilasciato nel 2015-16 nelle versioni PlayStation 4 e PC Windows.







        Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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        "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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          Originariamente inviato da AlextheLioNet Visualizza il messaggio
          Dahna: Megami Tanjou (IGS, 1991 ) e' un curioso action-platform a' la Rastancon pero' un'avvenente fanciulla come protagonista, diverse interessanti variazioni sul tema e tre attacchi magici a potenza variabile. Titolo dall'accattivante atmosfera cupa e dal meno invitante sistema di controllo (gestibile con un po' di pratica ma non proprio immediatissimo e a conti fatti non particolarmente azzeccato), per quanto Dahna non si faccia certo notare per rilevanti meriti audiovisivi se non altro evidenzia come gli sviluppatori siano stati di manica abbastanza larga sul fronte della parallasse e beneficia del fatto che la soundtrack a cura dei T's Music risulti tutto sommato adeguata e tecnicamente apprezzabile.

          In definitiva il titolo sviluppato dalla software house "meteora" IGS presenta spunti azzeccati e un'intrigante impronta dark (nonche' una bella cover), ma in definitiva non riesce a proporli in modo abbastanza elaborato e sufficientemente calibrato da lasciare, complice anche la mancata distribuzione sui mercati occidentali, un'impronta significativa nella ludoteca Mega Drive.

          Per "rimediare" al fatto che la sola release giapponese e sud-coreana di Dahna presenta introduzione, schermate d'intermezzo e sequenza finale nella lingua del magico paese del sol levante, nel 2016 una Translation Patch ha tradotto in inglese i testi dell'action-platform IGS. ( https://www.retrogaminghistory.com/articles/news/236290-dahna-megami-tanjou-rilasciata-english-fan-translation-patch-per-questo-platform-hack-n-slash-per-mega-drive )

          Di seguito un nuovissimo Longplay:







          questo è un cult, compliments.

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            Originariamente inviato da Dio Brando Visualizza il messaggio

            questo è un cult, compliments.
            E' curioso: ha diversi limiti e difetti... ma un fascino particolare. Tra gli action-platform femminili del 1991 per Mega Drive gli preferisco Valis III e, sia pur di poco, Mamono Hunter Youko: Dai 7 no Keishou / Devil Hunter Yohko - The 7 Bells - Mega Drive ( https://www.retrogaminghistory.com/articles/recensioni/sega/mega-drive/235054-devil-hunter-yohko-the-7-bells )
            Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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            "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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              Originariamente inviato da AlextheLioNet Visualizza il messaggio

              E' curioso: ha diversi limiti e difetti... ma un fascino particolare. Tra gli action-platform femminili del 1991 per Mega Drive gli preferisco Valis III e, sia pur di poco, Mamono Hunter Youko: Dai 7 no Keishou / Devil Hunter Yohko - The 7 Bells - Mega Drive ( https://www.retrogaminghistory.com/articles/recensioni/sega/mega-drive/235054-devil-hunter-yohko-the-7-bells )
              li ho tutti quelli, quoto

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                Della serie "le curiose reinterpretazioni dei coin-op realizzate su Mega Drive"

                Insector X - Quando le zanzare tigri non c'erano ancora, però...
                Ricordo che per un po' ho giocato questo coin-op davvero assiduamente e che nelle immediate vicinanze c'era un'altro dei miei shoot'em up preferiti: P-47 - The Phantom Fighter (Jaleco - 1988). Lo sparatutto a tema entomologico firmato Taito mi colpì per lo stile grafico peculiare e per il livello di difficoltà tutto sommato "moderato".

                Tecnicamente Insector X non può certo dirsi un gioco brillante. Tanto per cominciare manca la parallasse e la cosa risulta (e risultava) un po' indigesta in un coin-op datato 1989. Poi gli FX non sono esattamente il massimo... anche tenendo conto che il chip di riferimento è un al tempo "già maturo" Yamaha YM2203. Le musiche, viceversa, risultano complessivamente godibili, con il convincente tema dei boss che curiosamente mi ha sempre trasmesso un intrigante feeling vagamente "da film western".

                Una particolarità di Insector X è data da una curiosa "conversione" per Mega Drive risolta in un porting molto (troppo?) liberamente reinterpretato e da un popolare titolo per Amiga, uno sparatutto appunto molto noto e giustamente apprezzato che fu realizzato, molto a grandi linee, sulla falsariga appunto del coin-op Taito, da un'etichetta tedesca finto-giapponese...

                Rilasciato tra settembre e ottobre del 1990, la "conversione" per Mega Drive di Insector X è appunto una sorta di libera reinterpretazione grafica del coin-op Taito. Laddove l'arcade è classificabile come cute 'em up, la conversione per Mega Drive è uno sparatutto sostanzialmente privo degli originali stilemi "cute" a fronte di dinamiche di gioco, power-up e pattern sostanzialmente in linea con il modello. A tale revisione estetica peraltro si accompagna una colonna sonora ugualmente alternativa rispetto a quella realizzata dai musicisti Taito.

                Il risultato generale tutto sommato è abbastanza apprezzabile, fermo restando che l'assenza di scrolling parallattico inficia non poco l'impatto visivo, rendendolo di fatto già un po' "retrò" nel 1990 Convincente in ogni caso tratto, dettaglio e definizione degli sprite e soprattutto dei vari boss. Meno incisiva viceversa la colonna sonora appunto "alternativa", sia sul piano compositivo che soprattutto per la resa della sintesi.

                Su Hardcore Gaming 101 si puo' leggere un articolo interessante su questo shoot'em up, dove fra le altre cose si rivela che la versione Mega Drive in realta' rettifica il progetto originale dello sviluppatore Hot-B. Gia' il coin-op infatti non avrebbe dovuto essere un cute 'em up, come del resto si puo' notare dagli sfondi, ma per volonta' di Taito venne viceversa "deviato" in senso "cute" a un determinato stadio del relativo sviluppo. Il risultato fu lo strano connubio arcade tra sprite "cute" e sfondi "seri". Questo dualismo non venne poi replicato su Mega Drive, dove il tratto degli sprite risulta difatti coerente con quello dei background ( http://www.hardcoregaming101.net/insector-x/amp/ )​

                Un nuovo interessante Dual Longplay video in cui si mettono a confronto fianco a fianco il coin-op Insector X e il suo omonimo su Mega Drive



                Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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                "The game will never be over. Because we're keeping the dream alive." (Freiheit, "Keeping the Dream Alive")

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                  La caratteristica allo stesso tempo più accattivante e per certi versi vagamente "perversa" dei puzzle game più riusciti sta nell'efficacia nell'"agganciamento" del giocatore e nel progressivo alzare la posta della difficoltà con l'obiettivo dell'“ancora una partita e poi basta”. I titoli apparententi a questo genere che possano ritenersi veramente validi tendono infatti a creare una (benefica) assuefazione, dando ad ogni "quadro" l'impressione di una risoluzione davvero dietro l'angolo, di un successo temporaneo che sicuramente arriderà al prossimo/i tentativo/i.

                  Junction (Konami / Micronet, 1990/91 - Mega Drive) costituisce un esempio interessante di puzzle game riuscito. Si tratta molto a grandi linee di una riedizione rielaborata, graficamente "ammodernata a 16-bit" e in prospettiva isometrica del coin-op Loco-Motion (Konami, 1982), sliding block puzzle à la "Gioco del 15" con l'obiettivo di creare una linea ferroviaria con la locomotiva in movimento che sta proseguendo lungo tale binario. A questa struttura base che vede la presenza di blocchi con sezioni diritte e curve, nonché ovviamente degli incroci, si aggiungono ostacoli, rampe e altre insidie. Il tutto alla presenza del movimento costante della locomotiva (per fortuna rallentabile ma appunto inarrestabile) e dunque dell'esigenza di far scorrere tessere su tessere per poter collocare sul percorso in tempo tutte quelle "giuste".

                  Junction introduce appunto un'accattivante isometria, un'estetica accattivante e una soundtrack tanto stilisticamente peculiare quanto ipnotica, OST che anticipa in parte determinate sonorità che pochi anni dopo caratterizzeranno quella di Ecco the Dolphin (fermo restando che -a differenza di quest'ultimo- il sound engine che coinvolge anche il PSG chip audio secondario "ereditato" dal Master System si traduce in una timbrica sonora più polifonicamente risonante e "metallica")

                  In generale questo titolo sviluppato da Micronet su licenza Konami tende a essere poco citato, ma non certo per oggettivi demeriti. I suoi 50 stage, infatti, hanno molto da offrire in termini di lambiccamento agli amanti del genere e si tratta pur sempre di un'esclusiva Mega Drive e Game Gear (quest'ultima versione però rinuncia all'isometria e preferisce tornare a un'estetica relativamente più prossima a quella del coin-op)


                  (N.B.: La box art è etichettata "H Rated" con lo slogan "E' necessario un alto livello di intelletto per completare questo gioco")



                  Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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                    Questa volta posto un nuovo video "Long Play" di videogames mai rilasciato " unreleased" ma si dice completo o quasi di questo bel platform FIDO DIDO ...si trovano edizioni fisiche non ufficiali sia cinesi che europee fate a mano o la ROM dove vi pare ...speravo in un edizione su cartuccia ufficiale da parete della Piko ma forse di mezzo ci sono troppe licenze come quella della 7up...buona visone

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                      Un nuovo longplay di Phantom 2040 (Viacom New Media, 1995 - Mega Drive), interessante tie-in fumettistico con impostazione action-platform Metroid-like



                      http://www.guardiana.net/MDG-Database/Mega%20Drive/Phantom%202040/
                      Alessio "AlextheLioNet" Bianchi
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