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L’insostenibile leggerezza de… i videogiochi

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  • L’insostenibile leggerezza de… i videogiochi

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ID: 245606Se dovessi spiegare cosa hanno significato i videogames per me, non mi servirebbe fare chissà quale tuffo nei ricordi d’infanzia o di adolescenza. Basterebbe un piccolissimo salto spazio-temporale. 2007. Sono in treno. Io odio i treni con tutta me stessa. Non è il capriccio di una bambina viziata che malvolentieri si adatta alle necessità della vita, ma il palpabile disagio dovuto a una fobia, irrazionale come ogni fobia che si rispetti, che ti attanaglia e ti inchioda. Da lì non si sfugge. Si chiudono le porte del treno e si apre il vortice della paura. Non è questo il punto, o almeno non del tutto. Il fatto è che in momenti del genere non hai scampo a meno che lo scampo non te lo crei tu. Ma come? Guardare fuori dal finestrino non basta più, il paesaggio non ha attrattive, lo conosci a memoria. Allora prendi il telefonino, il primo, poi il secondo. Sono le sette del mattino, è troppo presto per chiamare qualsiasi essere umano, anche solo tua madre. I messaggi, li scorri, vai giù fino al centoventesimo, li leggi e li rileggi e i ricordi ti fanno compagnia. La prima volta, poi sai a memoria anche quelli. E tu ti ripeti: “E’ solo paura, solo paura, io sono più forte, la posso vincere”. Il cuore è un martello pneumatico. Per il momento sta vincendo lei. L’I-pod. Lo cerchi nel marasma di una borsa farcita come un panino, perché deve contenere tutti i tuoi inutili antidoti. Sbrogli il filo che si è attorcigliato puntualmente attorno alle chiavi di casa, ripromettendoti che la prossima volta lo metterai nel taschino, lo accendi e…la pila è scarica o si scaricherà di lì a poco. Tutto ciò sta avvenendo nello spazio di secondi, i gesti sono automatici e veloci, perché è il rituale di tutte le mattine. L’ultima spiaggia è il libro. Quello che ti ha prestato tua cugina, prospettandoti meraviglie. Alla prima descrizione dell’autore già non pensi più al libro e sei tornata al tuo pensiero ricorrente, o meglio è lui che è tornato a te. A questo punto non ti rimane più molto da fare. O meglio ti resta solo un’alternativa: scendere alla prossima stazione, qualunque essa sia. Sarai salva quando i tuoi piedi avranno toccato la terra ferma.

    25 dicembre 2007: una persona, non una qualunque, ma una di quelle che incontri una volta sola nella vita, se la tua buona stella è sopra la tua testa, mi fa un regalo. Il Nintendo DS. Bianco. Luminoso come la luce che spazza via il buio. Da quel giorno la mia borsa si è svuotata. Niente più I-pod che si attorciglia alle chiavi, niente più romanzetti, niente più panico. La paura c’è ma io la tento e lei cede sempre. Le piace videogiocare con me. Ci piacciono persino gli stessi giochi: Super Mario, Phoenix Wright, Action loop. Se dovessi spiegare cosa hanno significato i videogames per me mi basterebbe farvi sentire come batte il mio cuore quando salgo su un treno. Esattamente come il vostro. E, credetemi, non è scontato come sembra.

    Angela "Phoebe" Muraglia
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