Gianluca Mazzotta

Quella passione chiamata “retrogaming”
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- Pubblicato: 21-01-2008, 15:57
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Quella passione chiamata “retrogaming”
Spesso ci si trova di fronte a termini dei quali solo parzialmente si conosce il significato. Eppure la non completa comprensione della parola non ci impedisce talvolta di usarla pavoneggiandoci davanti amici, parenti o addirittura ad esperti, andando conseguentemente incontro a figuracce. E’ quello che accade oggi con la parola “retrogaming”. Introdotto solo da qualche anno questo termine sta ad indicare l’interesse di un amante di giochi per tutto ciò che negli anni passati ha significato per lui intrattenimento. Ma nel nostro caso tale interpretazione risulta essere riduttiva. Infatti noi retrogamer amiamo esclusivamente il divertimento elettronico, sia datato che moderno, ma nella sua più completa forma ed espressione. Ogni vero innamorato di videogame è capace di apprezzare sia la miriade di poligoni che danno vita alle attuali esperienze videoludiche, che i pixel che costituivano i protagonisti di tante avventure vissute nelle sale giochi delle nostre città. Talvolta tale passione, che travalica i confini temporali, può essere oggetto di vivaci dibattiti e discussioni. In effetti, proporre a molti dei giocatori attuali di cimentarsi a Toki o a Dig Dug, vorrebbe dire essere sbeffeggiati ed etichettati come persone antiquate bisognose di corsi di aggiornamento in informatica. Ovviamente non è così. E’ facile apprezzare suoni in Dolby Surround 5.1 e luci accecanti, ma la nostra generazione è cresciuta a base di sfide esaltanti, spesso frustranti, ma comunque molto divertenti. Non c’erano le visuali prospettiche e tridimensionali, gli enigmi cervellotici, le trame complesse e le sequenze filmate, ma c’era il divertimento. Ma lungi dal considerare gli attuali giochi non appassionanti, chi vi scrive passa ancora ore davanti ai vari pes o burnout. Ma ciò che lega noi retrogamer al passato è sicuramente la nostalgia per esso. Nostalgia per i pomeriggi piovosi passati, dopo aver fatto i compiti (…che bugiardo che sono), davanti ad un cabinato di legno che proiettava luci, colori, sogni. Lo stesso cabinato che molti di noi oggi cercano di realizzare ed utilizzare, mediante il riciclaggio di cpu ormai obsoleti, come un universale emulatore da esporre orgogliosi, come un preziosissimo pezzo di antiquariato, nel salotto di casa propria. Si arrivava, si cambiavano 1000 lire ricevendo in cambio 20 (!!!) monete da 50, si giocava o si stava con il braccio appoggiato su queste diavolerie tecnologiche a vedere gli altri sfidarsi in battaglie avvincenti. Talvolta era necessario l’aiuto di un amico, del padre, quando si era troppo piccoli per poter sparare oltre ai missili anche bombe ed azionare gli scudi. E quando era impossibile finire il gioco uccidendo il “mostro finale” con le solite “tre palle”, ci veniva in soccorso il docente, l’esperto, il topo da sala giochi che conosceva il trucco, tutti i movimenti dell’intelligenza artificiale, e riusciva a farti passare al livello successivo senza grandi esborsi di denaro. Ora questi ricordi sono rinverditi grazie a siti come questo, alla scoperta di vecchie copie di riviste specializzate dell’epoca, mediante le sempre più numerose compilation di retrogame che sono oggi in commercio e che girano sulle varie ps2, xbox ecc... Purtroppo spesso i ricordi restano tali e non possono essere riportati in vita, ma fortunatamente nel nostro caso ciò è possibile. Noi retrogamer possiamo tornare indietro nel tempo con quella particolare macchina chiamata videogame e giocare ancora saltando su di uno skateboard cercando di far schiudere delle uova dal contenuto misterioso (wonderboy), uccidendo zombie e salvando la nostra amata (ghost’n’goblin), viaggiando su degli arcobaleni (rainbow island). Ma guai a dirci che siamo delle persone immature. L’eterno fanciullino è presente in ciascuno di noi con la differenza che noi lo utilizziamo solo per trascorrere ancora tanti pomeriggi all’insegna del divertimento e della spensieratezza, in un contesto sociale caratterizzato dallo stress, dalla frenesia della vita quotidiana e dalle brutture di un mondo costituito sempre più da persone che si rifiutano di tornare una volta tanto bambini.
Gianluca Mazzotta-
#1Robbey ha commentato22-10-2010, 19:10Modifica di un commentoAdoro il retrogaming per capire come era il divertimento del passato, giochi creati con molta cura, console dure e resistenti e sopratutto voglia di riavere dodici anni nella mia testa
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#2Super Fabio Bros ha commentato11-07-2013, 19:10Modifica di un commentoUno dei primissimi articoli pubblicati su RH, quando ancora mancava l'H!
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