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D.D. Crew

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    dd crew I picchiaduro a scorrimento: Technos li ha lanciati con successo con Double Dragon, Capcom li ha perfezionati con Final Fight e Konami li ha arricchiti con il multiplayer a 4 con il mitico Teenage Mutant Ninja Turtles… e SEGA la ha resi super super celebri nelle console con l’iconico Streets of Rage. Ma prima di una piccola gemma come SOR, SEGA dovette passare per la mediocrità intrinseca di D. D. Crew, o per il nipponico, Don Don Kuru. EH?! Lo so, molti di voi neanche lo avranno mai sentito nominare, eppure nel 1991, le sale giochi si arricchirono di un nuovo sfidante.

    Grafica System 18, possibili 4 giocatori, stile moderno, musica spiccatamente rap anni 90 e citazionismo alle stelle. Il gioco parte bene. Una specie di Van Damme fuso a Mel Gibson riceve una chiamata da un pappone, di quelli proprio trucidi, dove gli viene comunicato che nel parco della città è stata fatta scoppiare una bomba. YOU GOTTA BOMB IN YO PARK! Alè, è tempo di menare mazzate. Appena messo mano sul nostro alter ego, tra i quattro selezionabili: F.F. aka il Van Damme/Gibson, King “Schwarzenegger”, Buster “Tyson” e Gung Ho “il classico vecchio maestro di sto kaiser”, sintetizzando, i soliti veloci, forti e medi, ci si rende conte del buon lavoro fatto sugli sprite dei protagonisti, molto dettagliati e fluidi. Un po’ meno gli sfondi che sono piatti come le sagome delle scenografie teatrali. Ma tutto è colorato, i nemici sono pochi ma ben fatti, i boss sono le scopiazzature di alcuni illustri attori e o maestri di arti marziali (la buon’anima di Bruce Lee sarà comparso in una miriade di giochi).

    Clicca sull'immagine per ingrandirla.   Nome:   image_45161.jpg  Visite: 3  Dimensione: 76.0 KB  ID: 282200 Ma non si vive di sole sensazioni visive, e joystick alla mano si inizia a vedere perchè D.D. Crew può solo pulire le scarpe non solo a Final Fight (Streets of Rage non lo nomino neanche), ma anche a Renegade di Technos. Hai un solo pulsante per attacco e uno per salto e non ci sarebbe nulla di male se tutti e quattro i protagonisti non avessero litigato con gli arti, facendo dei movimenti che forse nella mente dei programmatori dovevano essere tipici di alcuni stili di combattimento, ma che invece sono goffi, lenti e, mannaggia a loro, a corto raggio. Questo fa sì che i nemici partano sempre in vantaggio rendendo difficoltosa anche una combo. Inoltre, si può colpire un solo nemico per volta, non come la carneficina di Final Fight, e questo comporta che mentre si picchia il ciccione vestino da deficiente e al suo fianco c’è il cappellaio matto dei noialtri, il cappellaio ci abboffa di mazzate. Questa poca reattività dei nostri amici fa incazzare ancora di più se si pensa che il set di mosse a loro disposizione non era, per l’epoca, neanche malaccio. Direzionando il joystick si può cambiare l’attacco, si può correre ed eseguire un attacco in corsa, afferrare l’avversario con la scomoda pressione di attacco e salto, afferrarlo quando è a terra, fare l’immancabile super mossa, raccogliere armi. Insomma, di roba ce n’era.

    dd crew I già menzionati problemi di giocabilità diventano ancora più marcati, e gravi, quando si affronta uno dei boss di fine livello, le scopiazzature di gente famosa accennate più in su, dove spesso, vi giuro, è difficile riuscire a colpirli, non solo perchè sono forti da far schifo (a parte, per assurdo, l’ultimo boss) ma si muovono a caso sullo schermo dando colpi a caso (vedasi il boss del terzo livello, la Julia Roberts agli steroidi). Vi faranno bestemmiare. Quindi ricapitolando: pochi nemici, tante mosse ma implementate male, ritmo lento, sprite egregi in scenari piatti. E il colpo di grazia lo da l’accompagnamento sonoro. Gli effetti sono nella norma di un picchiaduro, la musica in background risulterebbe anche simpatica se non iniziasse a spaccarti le cervella martellandoti con una ripetitività senza senso. Inoltre, alcuni dei sette livelli condividono lo stesso accompagnamento musicale. I musicisti SEGA erano in ferie? Tutto questo fa sì che ci sia una ripetitività, già figlia del genere, ancora più marcata. L’apice lo si raggiunge nel quarto livello dove la combo musica, scenari ripetitivi e azione soporifera metterà a dura prova anche l’appassionato più incallito dei picchiaduro.


    COMMENTO FINALE


    "D.D. Crew è il picchiaduro a scorrimento che parte bene, perchè si presenta bene così “anni 90” che incuriosisce chi è sempre in cerca di vecchi giochi da scoprire, ma gli dà un bel calcio rotante dietro alla nuca. La giocabilità risente di un cattivo uso del set di mosse, lento e a corto raggio, e di una accentuazione della già ripetitività del genere a cui appartiene. Sette livelli che scorrono così lentamente che non vedrete l’ora di finirlo. Un titolo mediocre che in altre epoche vi sconsiglierei di giocarlo. Ma chi sono io per dirvi di non giocare un picchiaduro a scorrimento arcade SEGA degli anni Novanta in un sito di retrogaming?


    Galleria immagini

    • AlextheLioNet
      #1
      AlextheLioNet ha commentato
      Modifica di un commento
      Ricordo che lo vidi in sala giochi e ne rimasi già pochissimo se non per nulla invogliato all'insert coin dall'attract mode. Belle le animazioni ma davvero piatti i fondali e poi mi dava un po' l'idea di non rifinito... a questo punto mi rendo conto che le impressioni non erano ingannevoli

    • striderhiryu
      #2
      striderhiryu ha commentato
      Modifica di un commento
      Non ricordo di averlo mai visto in sala questo gioco, di sicuro se l'ho giocato con il Mame non mi è rimasto molto impresso...sembra avere una discreta grafica, ma rispetto ai giochi Capcom dell'epoca (e pure precedenti, con Final Fight) non sembra il massimo...
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