Ma tanto basta ad ammaliarti e a punirti. Super Sidekicks infatti non è un gioco stupido, è un gioco intelligente e “tosto”, il minimo errore di distrazione può punire e portare allo sconforto. Scopriamo dunque cosa ha da offrire questo terzo capitolo della saga. La prima schermata del titolo ci permette di selezionare una delle varie nazioni delle quali possiamo scegliere il team. Ogni team è caratterizzato da valori di velocità, potenza, attacco, tecnica e difesa. Dopo questa fase iniziale possiamo scegliere un potenziamento da attribuire alla nostra formazione. Ritroviamo ad esempio un generico power-up per tutta la squadra, solo per la difesa o per l’attacco o un aumento di tecnica, velocità, gioco di squadra, o ancora power-up solo per il capitano o il portiere. Ci ritroviamo così sul terreno verde a combattere per vincere una coppa: si tratta di combattere nel vero senso della parola. Spallate degne della miglior opposizione di governo, tackle da macellai, imprecazioni del navigato retrogamer per repentini ribaltamenti di risultati, immancabili pugni di rabbia, ringraziamenti ultraterreni per un rigore parato. All’inizio non manca una piccola sensazione di non essere assolutamente in grado di segnare e andare avanti nelle competizioni. Dopo qualche partita, vi renderete conto che ciò che vi sembrava, non sempre è. Con un minimo di applicazione, ma con un cospicuo numero di gettoni qualora vi apprestaste a giocare al coin-op, tenterete azioni di improbabile bellezza, finezze e gol spettacolari. Ci saranno momenti in cui cercherete di mantenere il risultato, o vi butterete a capofitto nell’area avversaria, sperando in una cattiva respinta del portiere.
La grafica bidimensionale, curatissima, è perfetta e funzionale, arricchita con delle chicche. Se durante le azioni normali abbiamo la classica visuale da bordo campo, in particolari momenti e zone del campo, segnalate dalla dicitura ‘chance’ sul giocatore in possesso palla e che man mano imparerete a riconoscere, la visuale si tramuta in una pseudo 3D. Alcune scenette di intermezzo con allenatori disperati, giocatori innervositi ed esultanze pazzesche aiutano ad immergersi nella atmosfera calcistica. Favolose le animazioni e le possibilità di tiro, rovesciate, colpi di testa, tiri all’angolino o bordate da bucare le mani dei portieri. Una vera manna dal cielo, in un epoca dove tutto era abbastanza legato ad alcuni schemi classici. Super Sidekicks premia il giocatore navigato, rispetto a quello occasionale. Premia il giocatore attento e capace, penalizzando la superficialità e la scarsa applicazione. Molto spesso nei giochi di calcio arcade emerge è una sorta di caos che premia il più fortunato. Qui di fortuna ce n’è poca, c’è tanta applicazione e tanti riflessi impeccabili. Le scritte che compaiono sopra la testa dei calciatori, la "chance" descritta prima, o il semplice shoot, sono una sorta di bonus che il gioco concede, ma a condizione che si sia cosi celeri da premere il tasto in quei pochi istanti, cosi pochi che queste situazioni tenderanno a generare un momento di potenziale distrazione che il giocatore dovrà gestire con freddezza olimpica. Segnare un grande goal diviene un motivo di orgoglio ed un motivo di orgoglio ancora più estremo è approfittare e concludere in rete queste occasioni particolari.
Non solo il gioco soddisfa, ma l’apice della gioia si manifesta soprattutto in questi momenti. Ciò che tuttavia colpisce è anche lo stato di ansia da prestazione che il titolo ci trasmette durante le partite, che raggiunge il picco nelle ‘chance’ prima descritte: la telecamera è dietro al giocatore, c’è un buco in difesa, il portiere prende posizione, ma i terzini stanno tornando per chiudervi a mo’ di barriera umana. Nel frattempo un cursore ci permette di indirizzare il pallone dove vogliamo nello specchio della porta, è questione di un attimo, uno sguardo alla porta, uno al portiere…tiro…GOOOOL…la gioia dei calciatori, in esultanze oramai passate alla storia e la soddisfazione di un grande gol, mix di precisione e velocità di esecuzione, proprio come nella realtà. E poi li chiamano arcade…