Un arido deserto si mostra ai nostri occhi sotto un
Tecnicamente, come accennato poco sopra, siamo a livelli di pura maestria. Lì dove manca all’appello il parallasse, è chiamata in causa una minuziosa grafica di altissimo livello d’ispirazione, con uno stile che non cede mai il passo a cali qualitativi, dall’inizio sino alla fine. La ricerca del particolare è esasperata in virtù di richiami subdoli e apparentemente irrilevanti. Ma il riflesso nelle acque del primo stage, le interiora animate di determinati boss nel secondo stage, gli schizzi di sangue spiaccicati alle pareti con le lampade che danno luce virtuale a intermittenza nel terzo stage, non potranno fare altro che farvi gridare di libido e gioia se, come il sottoscritto, siete degli irriducibili amanti del ricercato design bidimensionale, di quello disegnato a mano tanto per fare un esempio.
Il sonoro segue a ruota la qualità dell’esposizione grafica, presentando pezzi oscillanti tra la techno e l’acid più esasperato (vedi il terzo livello come perfetto esempio di quest’ultimo genere). Reboanti effetti sonori di esplosioni e digitalizzazioni vocali chiudono la cornice di quest’ulteriore aspetto positivo del lato tecnico di cui il gioco dispone.
Non mancano all’appello mega boss di fine e mezzo livello; emblematica l’animazione del mostrone scheletrico del secondo stage, come altrettanto indimenticabile il richiamo anime dello scontro finale col robot che ci viene contro mentre noi corriamo furiosamente in retromarcia, a dir poco esaltante!L’unico punto a sfavore di un programma altrimenti impeccabile, risiede nella mancanza drastica di continue. S’inizia con tre navette a disposizione, se ne trovano almeno altrettanto durante il percorrere dei livelli ma, una volta perse, ci si ritrova sistematicamente alla schermata dei titoli iniziale. Poca cosa non fosse che, Disposable Hero, già a livello normal, richiede una buona dose di abilità da duro videogiocatore.
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