Per rendere la massiccia presenza del sangue un po’ meno pretestuosa, i programmatori hanno saggiamente pensato di far giocare a quest’ultimo un ruolo attivo all’interno del gameplay. Oltre ad accumularsi rapidamente sulla lama della nostra spada, andandone via via a peggiorare le caratteristiche offensive, il plasma finirà con l’imbrattare anche la nostra seducente eroina, che se non ripulita per tempo rischierà di andare letteralmente fuori di testa. Se per riportare la katana
Purtroppo, a parte l’attrattiva che una siffatta ambientazione può suscitare su di una ben precisa fascia d’utenza, il titolo Tamsoft finisce col deludere praticamente su tutti i fronti. Nulla è stato fatto per cercare di attenuare la pressante monotonia che la struttura da hack’n’slash di vecchia concezione inevitabilmente comporta. A partire dalla struttura stessa dei livelli; in cui ci verrà chiesto di ammazzare un’infinità di zombie fino al ritrovamento della tanto agognata chiave in grado di condurci all’area
Se a tutto questo aggiungiamo una realizzazione tecnica tipica da prodotto budget, fatta di scenari spogli e ripetitivi, animazioni praticamente inesistenti, nemici tutti uguali e mal realizzati, nonché un accompagnamento sonoro che si prefigura come una vera e propria tortura, il quadro che si va delineando non è certo dei più rosei. Leggermente migliori si dimostrano gli scontri con gli immancabili boss di fine livello, che richiederanno un pizzico di strategia nell’utilizzare la pericolosissima modalità “berserker”. Ma, alla luce dell’incredibile mole di difetti appena citati, ciò non basta assolutamente a salvare il titolo Tamsoft dalla sua stessa mediocrità.
In conclusione Zombie Hunters è un gioco che non mi sento di consigliare neanche agli “otaku” all’ultimo stadio di alienazione (categoria alla quale il prodotto evidentemente si rivolge), e che non vale neanche quella manciata di euro alla quale viene venduto (il prezzo di lancio si aggira, infatti, attorno a quindici/venti euro). Le attrattive rappresentate dalle donnine in abiti succinti e dai fiumi di sangue che il gioco copiosamente trasuda, si rivelano solamente un mal congeniato specchietto per le allodole, dietro il quale si cela un prodotto in cui le poche idee originali si perdono in un mare di noia e ripetitività, naufragando definitivamente a causa di una realizzazione tecnica ai limiti dell’indecoroso.
Emiliano "MasterGen" Valori